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Tuesday, December 13, 2005

Fra amnistia e amnesia. E' in gioco il Dna della sinistra

«Lo accuseranno, come al solito, di velleitarismo. Ma è sempre la stessa accusa di chi non tollera di essere scosso dal proprio torpore». Così, ieri Pierluigi Battista sul Corriere della Sera.
Molti giudicheranno velleitaria la campagna di Marco Pannella e dei radicali per l'amnistia. Ma siamo sicuri che in questo momento non conti più il mezzo (la marcia di Natale) che non il fine (il provvedimento di amnistia in sé)? Vediamo di vederci più chiaro.

E' vero: che un provvedimento d'amnistia veda la luce ci sono poche speranze. Ci vogliono i 2/3 del Parlamento e in questa legislatura una maggioranza così ampia non s'è mai vista. In periodo pre-elettorale poi, è ancora più improbabile. Ma questo non significa che Pannella e i radicali stanno illudendo i detenuti, anzi. Affinché un'amnistia, in futuro, cioè nella prossima legislatura, ci sia, e perché vengano affrontate le tante altre e più gravi questioni sociali, è necessario che la sinistra marci a Natale.

Come dire, è la premessa a tutto. E' in gioco qualcosa di più importante di una seppur importante questione. E' in gioco il Dna stesso della sinistra e la sua decennale amnesia. Efficiente nel convocare grandi manifestazioni ed eventi mediatici «per tutelare i già tutelati», nel mobilitare spesso un'area di consenso dove risiede un potere di conservazione, che Biagio De Giovanni su il Riformista non ha esitato a definire reazionario, la sinistra è indifferente alle vere questioni sociali. Sociali non perché socialiste, ma perché interessano milioni di non tutelati nella nostra società.

L'amnistia è la prima in ordine di tempo posta da Pannella, ma ne seguiranno altre: i Pacs, l'eutanasia, la ricerca scientifica, e poi secondo me la principale delle questioni sociali, quella economica: l'"agenda Giavazzi" per le liberalizzazioni e la lotta ai privilegi che comprimono la libertà e le opportunità dei non privilegiati. Se la sinistra non sa cominciare a battersi per i non tutelati, per gli esclusi, come può pensare una volta al governo di risolvere le grandi questioni sociali? Per questo anche l'adesione alla marcia di Natale darà la misura delle capacità di governo che potremo attenderci da questa sinistra.

Ed è su questo che ruota tutto il personale dialogo di Pannella con la sinistra. E' il modo di Pannella di "impegnare" la sinistra senza sconti, facendo emergere, costruttivamente, per risolverle, a una a una le sue contraddizioni. E nella risposta che riceverà non ci sono in gioco solo il provvedimento di amnistia o la marcia di Natale. C'è in gioco il rapporto dei radicali con la sinistra. Ricordate il segnale che non molto tempo fa Berlusconi lanciò a Pannella dall'assemblea dei Riformatori Liberali, cogliendo nell'intervento della mattina l'insoddisfazione del leader radicale per non essere ancora mai stato ricevuto dai leader della sinistra? Il Cav. non mancò di rivolgersi a Marco come al possibile «figliol prodigo» di domani. Oggi, in un'intervista sul Corriere, quel segnale viene ricambiato da Pannella: «Chissà che a Natale con Silvio non ci si possa ritrovare».

Che la sinistra muti il suo Dna è ancora una priorità del leader radicale, al contrario di quanti pensano che sia mutato il Dna radicale per adeguarsi alla sinistra prodinottiana.

2 comments:

Anonymous said...

Volesse il cielo che invece del redde rationem ci fosse un reincontro. Del resto vedo che anche le sinistre sono suicidatarie: come fanno a non cogliere un tema come l'amnistia? Allora davvero si confermano maratiane: il loro senso di giustizia si basa sulle parole (Les droits) e la prassi (la ghigliottina). Mah!
Paolo di Lautreamont

Robinik said...

Eh no!
Adesso state a sinistra... :D