Parlando della «pace democratica» sul Washington Post, Condoleezza Rice ha definito gli scettici sulla compatibilità di certe culture con la democrazia non relativisti, ma «deterministi culturali». Una scelta linguistica non priva di implicazioni nel nostro dibattito sulla «dittatura del relativismo». Relativisti sono coloro i quali assumono i valori (morali, culturali o scientifici) come validi anche se "solo" relativamente, mai assoluti né definitivi, sempre falsificabili. Posizione ben diversa da quella degli scettici a oltranza, che abbandonandosi all'impossibilità teorica di attribuire valore, ricadono non tanto nella definizione di relativisti, quanto in quella più appropriata di deterministi, poiché a una visione descrittiva e determinista della realtà sono costretti dal loro stesso scetticismo. Il caso esemplare è proprio di coloro che rifiutano qualsiasi impegno per la promozione della democrazia ritenendola incompatibile ora con i valori dell'islam, ora con quelli asiatici, ora con la cultura latina, ora con il dispotismo slavo, ora con il tribalismo africano.
Fa comodo a chi si propone di propagandare la necessità di assoluti colpire i relativisti confondendoli con quegli scettici a oltranza, i deterministi. A Teheran come a Roma vengono dipinti come esseri senza valori e indicati come responsabili della decadenza morale dell'occidente.
2 comments:
jim: io presterei maggiore attenzione ai chi sono i "relativisti".
perchè il relativismo dei valori è relativismo etico (vedi dilthey), che è cosa ben diversa dal relativismo metodologico...
sinceramente? il fatto che una persona abbia la consapevolezza di non poter arrivare ad una verità assoluta ma cerchi cmq di formularne una propria non da alcun problema alla filosofia... ci siamo mai chiesti, a cosa serve DAVVERO la filosofia? Epicuro diceva, già allora, che ogni singola azione dell'uomo è finalizzata alla propria felicità.. ebbene, la filosofia è completamente egoistica... io faccio filosofia PER ME... e sono relativista... verità è ciò che mi soddisfa... "perchè fare continui dibattiti?", allora, vi chiederete... perchè come la verità è relativa da persona a persona, è relativa anche nella stessa persona da un certo periodo ad un altro... e quale, se non un dibattito - la lotta -, il metodo migliore per "andare avanti" col proprio pensiero?
voglio comunque chiarire la mia posizione... io sono solita definirmi sia scettica, che relativista... chiarirò semplicemente i motivi... scettica perchè l'uomo, come animale - e facente parte della natura -, non ha la possibilità di conoscere la natura stessa, quindi tutto di sè... sarebbe come dire che una persona all'interno di una bolla gigante, dai vetri offuscati, sarebbe capace di conoscere le fantasie dipinte all'esterno della bolla... un vero e proprio controsenso...
perchè sono relativista, inoltre? il relativismo, oltre ad essere dettato da un semplice dato di fatto - esistono al giorno d'oggi tanti ideali diversi e contrastanti, come dire qual è quello giusto? -, deriva da una semplice, e forse anche superficiale, riflessione sui metodi di conoscenza dell'uomo... l'uomo conosce dall'esperienza... esperienza vuol dire vivere un fatto.. un fatto che viene in ogni modo "filtrato" attraverso i nostri sensi... tutti, al mondo, siamo dotati di mani, ma le mani di ogni singolo individuo sono uniche al mondo, non ce ne sono di eguali... come faremmo, quindi, a pensare che i cosiddetti filtri sensitivi possano essere identici da persona a persona? ogni individuo, a seconda dei propri sensi, percepisce il fatto vissuto in modo diverso...
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