Pagine

Friday, December 30, 2005

Il neo che pochi ricordano nel curriculum di Draghi

Sarà pure una scelta di alto profilo, ma nel curriculum prestigioso di Mario Draghi, nuovo governatore della Banca d'Italia, c'è un bel neo da 456 milioni di euro. E' la somma che nel '97 Telecom Italia, allora azienda di Stato in mano al Tesoro, versò direttamente nei conti bancari di Slobodan Milosevic, come accertato dalla Procura di Torino. Draghi in qualità di direttore generale del Tesoro (dal 1991 al 2001), braccio destro dell'allora ministro Ciampi, si fece passare sotto il naso quel denaro. Interrogato dalla procura come persona informata dei fatti, ammise di essersi accorto solo nell'ottobre 1997, ben quattro mesi dopo la sua conclusione (giugno 1997), dell'affaire Telekom Serbia, che i radicali Piero Milio e Giulio Manfredi (autore del libro "Telekom Serbia – Presidente Ciampi, nulla da dichiarare?") denunciarono subito come vergognoso finanziamento al regime nazicomunista serbo.

Fu odioso e scellerato l'operato della Commissione parlamentare d'inchiesta Telekom Serbia, che alla ricerca di fantomatiche responsabilità penali (poi del tutto escluse dalla Procura di Torino) per incastrare i leader del centrosinistra, finì per trascurare quelle, più gravi e certe, politiche. No, ciò che importa è ricostruire le responsabilità politiche di un'operazione - catastrofica sotto il profilo finanziario e della politica estera - che permise al dittatore serbo di mantenersi al potere. Draghi, per errore o negligenza, porta con sé, nel suo nuovo incarico, parte di quelle responsabilità.

5 comments:

Carletto Darwin said...

È la riedizione del ben noto "non poteva non sapere", da applicarsi esclusivamente a persone che non stanno simpatiche?
Non riesco a capire il tuo punto di vista: se ci sono responsabilità penali o amministrative, allora si può sporgere denuncia e si possono fare gli accertamenti del caso. Else l'accusa ha lo stesso valore di quelle al berlusca sui versamenti illeciti.

Anonymous said...

Mi sono permessa di linkare il post.

Anonymous said...

Bisogna aiutare Milosevic ad uscire dall’isolamento, poiché accettando il piano di pace corre rischi ad opera dei falchi del suo Paese: senza la cooperazione internazionale sarebbe in pericolo
Antonio Martino, ministro degli esteri del 1° governo Berlusconi
Dichiarazione rilasciata l' 11/9/1994 (gli accordi di pace in questione sono quelli di Dayton).

E cosa significa "cooperazione internazionale", secondo te Jim, se non sopratutto accordi commerciali?
Infatti il 6 dicembre dello stesso anno Livio Caputo, sottosegretario di Martino agli Esteri, vola a Belgrado e al ritorno dichiara: abbiamo deciso contatti tecnici tra gli esperti economici dei due paesi per preparare la fine delle sanzioni internazionali.
E' quindi legittimo concludere che a gettare il seme dell' affare Telecom Serbia sia stato il 1° governo Berlusconi. Ed è presumibile che se nel 96 avesse vinto il Polo di certo non si sarebbe opposto all' affare. Del resto chi poteva prevedere che di li a due anni sarebbe scoppiata la guerra in Kossovo, cosa che fece crollare il valore dell' investimento?
Essendo notoriamente l' unico a possedere la palla di vetro, forse Berlusconi avrebbe potuto farlo avvisando i vertici della Telecom del rischio che correvano. Ma non lo fece, non disse nulla. Si vede che quel giorno la palla di vetro era dal meccanico per riparazioni.

Ultima annotazione: certo che fa una certa impressione vedere dei famosi antistatalisti al cospetto del Signore, gente che spergiura di aborrire gli interventi dello Stato sul mercato, accusare Prodi di non essere intervenuto per bloccare gli accordi tra due aziende.

g

Anonymous said...

Curiosa la tesi che l'affare Telecom Serbia sia colpa di Berlusconi!
Lo é anche l'affare Mitrokin colpa del Berlusca? L'ha sbianchettati lui i nomi?

Anonymous said...

beh nessuno è perfetto