Dietro Grillo non c'è nulla, se non noia, ignoranza ed esasperazione. Né sorprende che questo nulla attragga una vecchia sinistra intrisa di moralismo, giacobinismo e invidia sociale. La nostra società "a coriandoli", come usa dire il sociologo De Rita, e l'impercettibile spessore culturale dello stesso Grillo, sono adeguati anticorpi contro una possibile deriva "fascista" di questa ondata.
Appena il comico ha annunciato sul suo blog che avrebbe distribuito "certificati di garanzia" ai meet-up che si fossero presentati alle elezioni comunali in liste civiche di incensurati e non iscritti ai partiti, metà del suo popolo gli ha già voltato le spalle. Gran parte di chi lo segue in piazza si accontenta di gridare qualche parolaccia - certamente più che meritata - all'indirizzo della nostra classe politica.
Dietro il "fenomeno Grillo" c'è un'ignoranza abissale, sua personale e di quanti lo seguono, mentre milioni di persone poco o per nulla istruite, schifate quanto lui e i suoi fanatici seguaci dalla nostra classe politica, conservano un innato buon senso. Non hanno bisogno di "vaffa" per dimostrare a loro stessi di esistere. Per intuito riconoscono le vie della democrazia e, pur non avendone consapevolezza, in fondo hanno il senso di ciò di cui il paese avrebbe bisogno. Grillo no. I suoi comizi restano nel seminterrato della satira. Finché fa il comico, le battute sui ministri - alcune indovinate, bisogna ammetterlo - possono bastare. Quando però si porta la gente in piazza e si annunciano liste elettorali, non bastano tre raccogliticce proposte di legge che persino uno studente di terza media avrebbe potuto buttare giù.
L'ineleggibilità dei condannati già c'è. Esiste nel nostro ordinamento una pena specifica che scatta automaticamente per certi reati e per altri è nella disponibilità del giudice (non ancora delle piazze, per fortuna) prescrivere: l'interdizione dai pubblici uffici, quindi l'impossibilità di candidarsi alle cariche elettive e amministrative.
Bandire i condannati dal Parlamento dopo il primo grado di giudizio è incostituzionale. Forma minima di garanzia dello stato di diritto è che ogni cittadino possa contare su più di un grado di giudizio, se non altro perché sbagliare è umano e la giustizia di cui stiamo parlando è drammaticamente quella amministrata dagli uomini. Proprio Grillo, così attento a denunciare tutto ciò che non funziona nel nostro paese, ripone nella pluricondannata in Europa giustizia italiana una tale fiducia da non sentire neanche il bisogno che intervenga un secondo grado di giudizio prima di condannare un cittadino a qualsivoglia pena?
L'ineleggibilità dopo il primo grado di giudizio esporrebbe inoltre il Parlamento, bene o male espressione della volontà popolare, a un improprio potere di ricatto da parte di un ordine indipendente e non elettivo: la magistratura. Ma anche se fossero dichiarati ineleggibili solo i condannati in appello e in terzo grado, e tra loro anche quelli che avessero scontato la pena, si finirebbe con l'attribuire ai Tribunali il potere di determinare l'elettorato passivo. Un po' troppo.
Anche la seconda proposta di Grillo, l'introduzione di un limite massimo di due mandati parlamentari, interverrebbe a limitare la sovranità degli elettori nel loro diritto a concedere e revocare il mandato parlamentare, effetto collaterale non trascurabile rispetto al beneficio di un maggiore ricambio degli eletti, ottenuto però con una forzatura sugli elettori.
Infine, Grillo propone di reintrodurre la preferenza sulla scheda elettorale. E qui siamo alla barzelletta. Se infatti le prime due proposte ridurrebbero in modo sostanziale la sovranità degli elettori, la terza riprodurrebbe esattamente il sistema che ha generato e alimentato la partitocrazia. Quale sistema ha permesso per due decenni il sacco dell'Italia, se non il proporzionale con le preferenze? Possibile che Grillo non ricordi? Il perché della sua smemoratezza è presto detto: provi pure, Grillo, a proporre alla sua gente il sistema elettorale e le riforme che sarebbero davvero la tomba dello strapotere dei partiti: l'uninominale secco sul 100% dei seggi e il presidenzialismo. Troppo simile all'odiata America, vero?
Eppure, con il proporzionale le oligarchie partitiche presentano le loro liste agli elettori, mentre con l'uninominale gli elettori eleggono un volto. Difficilmente passerebbe il volto di un corrotto (e, prim'ancora, difficilmente un partito lo presenterebbe, rischiando di perdere il seggio). Come ha spiegato Galli Della Loggia, gli eletti con suffragio personale diretto, «posti di fronte all'alternativa da un lato di obbedire ai principi ideali della propria originaria appartenenza politica, e dall'altro, invece, di dare voce comunque, anche a costo di mettere da parte quei principi, ai disagi della comunità che li ha eletti, per lo più non esitano a imboccare questa strada... l'elezione diretta con il maggioritario ha scardinato il rapporto tra il sindaco eletto e il suo partito o schieramento partitico di riferimento. Il sindaco è così divenuto politicamente e ideologicamente libero, e perciò responsabile in prima persona di fronte ai cittadini».
Di fronte al problema reale della mancanza di rinnovamento della classe politica, anziché sostenere meccanismi elettorali e riforme istituzionali che lo incoraggino, Grillo nella sua ignoranza avanza proposte non solo inutilmente moralistiche, ma persino controproducenti, lesive del carattere già poco democratico delle nostre istituzioni.
Perché, dunque, a dispetto di tale inconsistenza culturale e politica, tutta questa attenzione per il "fenomeno Grillo"? Perché siamo un paese annoiato, inconcludente. E allora, "nomen omen", ecco che inseguiamo ogni grillo che ci passa per la testa.
L'occasione, purtroppo, l'abbiamo buttata al vento e stiamo pagando le conseguenze del «grande errore». Così Angelo Panebianco ha definito «il mancato rinnovamento dello Stato negli anni Novanta».
Nei primi anni Novanta, con la fine della Guerra fredda e i conseguenti effetti dirompenti sulla politica italiana, si aprì una «finestra di opportunità» che non fummo capaci di sfruttare a fondo. Non ci fu il passaggio dalla Repubblica dei partiti allo Stato repubblicano. Cambiò il sistema elettorale, venne l'elezione diretta di sindaci e Presidenti di Regione. Ma non fu intaccata l'architettura complessiva. Non ci fu realmente una «Seconda Repubblica».
19 comments:
Hai perfettamente ragione. Il problema vero però è che Grillo è un prodotto del vuoto politico di questi anni che è drammatico. Se non vengono risposte dalla politica ecco che invitabilmente le derive populiste hanno terreno fertile.
Caro mio, ma chi, fra gli altri, ha alimentata questa antipolitica Savonaroliana di cui parli? Non hanno forse primeggiato in questo nobile esercizio proprio le penne del Corriere della Sera di Mieli? Nel 1992 e ancora adesso nel 2006-2007? I gonzi che seguono Grillo sono pari ai tanti gonzi che si sono bevuti tranquillamente l'operazione di deleggittimazione della politica chiamata "Casta", il libro sedicente di denuncia sponsorizzato dai piani altissimi dell'oligarchia economico-finanziaria in pantofole del partito montezemoliano; lo stesso partito che agendo così - antipoliticamente - sperava di di prender in mano le sorti del paese con un esecutivo pro domo sua. Una domus vecchissima come i partiti. Invece gli apprendisti stregoni del Corsera adesso si trovano a dover fare i conti con i fascisti rossi di Grillo, un po' come quella aristocrazia pur essa in pantofole che nel settencento fece l'occhietto ai rivoluzionari in Francia. Ma bravi! Cento, mille volte bravi!
Cito da un mio post:
"Poi entrò in scena Berlusconi, come sappiamo tutti, e mandò all’aria il disegno di codirigenza politica dell’Italia da parte dell’establishment reazionario economico-finanziario e dell’establishment reazionario culturale e sociale dei postcomunisti (alleanza ora possibile grazie alla sparizione del pericolo comunista mondiale). In quel momento nel Nord la sinistra che contava, quella in fase ascendente, era costituita dai socialisti. La loro epurazione giudiziaria causò non solo la depauperizzazione di una classe politica, ma anche la fuga dell’elettorato socialista nelle braccia del nuovo soggetto politico dall’incredibile e beffardo nome di Forza Italia. Il processo di desertificazione di una sinistra già debole di per sé nelle regioni settentrionali comincia da qui.
Ma mentre meritoriamente Berlusconi, politico stilisticamente improbabile ma l’unico vero, in quanto dotato di visione strategica e coraggio, buttando il cuore oltre l’ostacolo della political correctness costruiva il polmone di destra della politica italiana e procedeva alla “costituzionalizzazione” (per usare il termine di Angelo Panebianco) della destra leghista e missina, la sinistra, rimosso ogni sforzo di autocritica e quindi di sviluppo culturale, usciva da Mani Pulite ibernata, nell’ebbrezza comoda di un’autoproclamata purezza morale e democratica. Ragion per cui oggi ci troviamo con un blocco veteromarxista che non ha paragoni in nessun altro paese europeo. E in assenza di un onesto polmone socialdemocratico che medi, filtri ed elabori le diverse pulsioni che agitano la sinistra in una piattaforma programmatica realistica, in modo da permettere la respirazione a un corpo politico vivo, l’altra sinistra, quella sedicente moderna, caduti con i fanatismi anche illusioni e idealità, si è buttata, con stile comunista beninteso, al controllo di sempre più grandi fette dell’economia, omologandosi un passo alla volta all’altro stile, quello dei capitalisti con la mentalità da latifondisti, imperante nei piani alti della Confindustria targata Fiat. Divise tra loro dalla terra di nessuno dove riposa l’ingombrante cadavere del cinghialone socialista, le due forme attuali della sinistra italiana da sole sono condannate a morire rinsecchite.
Oggi, col nuovo governo Prodi è morta definitivamente la speranza di poter tenere insieme queste due anime del Vecchio in Italia, tenendo allo stesso il nostro paese in rotta economica-finanziaria. E allora dalle parti del Corriere e di Montezemolo, invece di fare autocritica, da tossici dell’antipolitica, e con la tacita complicità dell’ala D’Alemiana dei DS, hanno deciso di rilanciare il manipulitismo mediatico, nel tentativo di gettare ad arte il paese in un clima di panico ed emergenza che possa partorire come per miracolo un governo tecnico, emanazione e prima vera incarnazione di un Partito Democratico allargato a settori del centrodestra. Da questo fondo melmoso e avvelenato è spuntata “La casta”.
Un libro che non lo leggerò. E perché? Perché prendo per buono tutto quello che c’è scritto e che i giornali ci propinano in abbondanza: problemi zero, e nessunissima sorpresa. Un bel mucchio di schifezze, che m’indignano … ma non di più, anzi, forse meno, del puritanesimo a giorni alternati delle grosse firme del Corriere: il peggio del peggio! Vedere come dei polli in batteria, uno dopo l’altro, a comando, i vari Romano, Stella, Di Vico, Monti e compagnia, spargere a piene mani facile moralismo sul malcostume della politica e della pubblica amministrazione, quasi fosse una novità di cui loro hanno la virtuosa esclusiva, è un’esperienza umiliante. Ma non è moralismo! Nooo! “E’ che non ce lo possiamo permettere!!!” come gracchiava qualche giorno fa dagli schermi televisivi Stella. Ma, dico, ci vogliono prendere in giro? E dove erano questi signori quando lo Stato, cioè i contribuenti, facevano il bocca a bocca alla Fiat per mantenerla in vita un anno sì e un anno no? Rievocare (o invocare?) “la marea del ’92” come ha fatto Sergio Romano non equivale forse a gettare un … enorme meteorite e nascondere la mano?
I disegni di potere si fanno sempre scudo di ragioni moralistiche. E questo è un disegno di potere: solo un cieco non lo vede! E quello che è peggio è che questo alzamiento telecomandato dai salotti dei “ricchi” non fa altro che minare ancora di più la fiducia degli italiani in se stessi, e nella loro capacità di venire fuori dalla situazione in cui si trovano. La crisi di consenso e di partecipazione, peraltro smentita a destra nelle ultime amministrative, vede loro tra i principali responsabili. E non a caso. Perché al fondo della loro anima aristocratica, come in quella dei giacobini e dei comunisti, vi è un’enorme sfiducia nel popolo, cioè nel singolo individuo. E se in democrazia l’imprudenza populistica è un grosso errore, la sfiducia – non esplicitata nelle parole, ma trasmessa coi fatti – è un crimine! Quand’anche con questo disegno si riuscisse a rimettere in sesto l’economia italiana (impossibile da parte di un’oligarchia reazionaria), ciò sarebbe solo una vittoria di Pirro, perché sarebbe conseguita al prezzo del fatale indebolimento del sentimento democratico in Italia, che alla successiva epidemia sarebbe spazzata via.
Il governo Berlusconi non aveva solo problemi interni alla sua coalizione, ma si doveva confrontare a tutti i poteri stratificati da decenni di consociativismo, una muta massa di potere che si è innervata in tutti i gangli della nostra società. Da questa massa la coalizione di centrodestra è stata sempre sentita come un nemico da abbattere. Anche perché proprio nel berlusconismo, dico io, proprio nel lazzaronesco ed improbabile berlusconismo, essi istintivamente hanno visto un indizio autentico di quella partecipazione democratica che temono come la morte. Siamo nel mezzo di questa battaglia. Non siamo in una situazione normale. Se vogliamo vincere, ora non è il tempo delle divisioni. L’Italia farà pur schifo, ma è intollerabile lo sfascismo dei bellimbusti dei salotti buoni. Nella sola speranza che non trovino sciocchi alleati."
LO sfascismo dei salotti buoni è lo specchio di quello dei seguaci di Grillo e si nutrono a vicenda. Ma voi liquidate il tutto, more solito, quello dei liberali elitisti e col birignao, dicendo che siamo un popolo di pecore. E non avete altro da dire.
E allora tacete!
Invece che gingillarvi con i giochetti mentali dei DECIDERE.NYET!
Ma che Savonarola! Dov'è il rigore morale di Grillo?
Concordo sul giudizio netto: le proposte sono formalmente errate e solo teoricamente e populisticamente inoppugnabili.
Comunque la citazione di Karl Kraus, «il segreto dell’agitatore politico è di rendersi stupido quanto i suoi ascoltatori, in modo che questi credano di essere intelligenti come lui», mi sembra calzi a pennello.
Un saluto.
G.L.
È molto semplice
Grillo propone a modo suo gran parte di ciò che i partiti, secondo lui, non hanno il coraggio di proporre.
Al momento sembra non abbia ne i mezzi ne la capacità di realizzare ciò che propone: tuttavia, l'inizio dai Comuni, cioè dal basso, è il modo più corretto per incominciare.
Vedere Svizzera.
Ma se qualche partito, es. Forza Italia o l'ipotetico PdL, si rendesse conto che la vera politica deve essere fatta da cittadini che sono sicuri di votare per ciò che veramente è di loro interesse, il Grillismo sarebbe superfluo.
A proposito deve far riflettere il successo mediatico che a torto a ragione ha ottenuto: manca solo che ne parlino anche i Parroci in Chiesa nei loro sermoni domenicali.
Manco da un po' da Tocque-Ville e dai blog collegati, quindi magari la mia riflessione è stata già fatta da qualcuno.
Considerato che Grillo dice di avere 400.000 visitatori giornalieri del suo blog, e considerata la pubblicità che gli hanno fatto trasmissioni televisive e radiofoniche seguitissime (vedi Cultura Moderna e Zoo di 105), secondo me 300.000 firme sono niente.
Lui stesso penso se ne aspettasse 10 volte tanto, ma vista l'insipienza dei giornali italiani, si gode il suo momento di gloria.
Io mi diverto a vedere le reazioni spaventate di tutta la galassia sinistrata, per carità, ma scommetto una pizza con chiunque che le sue liste andranno a intrupparsi nel centrosinistra come una copia carbone del partito di dipietro.
Poi ti saluto le battaglie contro la telecom e quelle contro le banche... se mai le ha fatte...
"Perché siamo un paese annoiato, inconcludente."
Sembra di sognare. Vorrei sapere che cosa c'è di più inconcludente delle NON scelte politiche dei radicali "liberali"; delle illusioni, nel 2007, su una riconversione "liberista" della sinistra, sulla quale gli italiani follemente dovrebbero perfino scommettere, quando ora oltre a una sfilza di partiti comunisti di varie specie, a verdi cavernicoli, a nuove izquierdas unidas italianas, alle satrapie di Mastella, ai comunisti d'affari, ai Catari e agli Albigesi alla Rosy Bindi ecc. ecc. ci dobbiamo aggiungere anche gli assatanati di Grillo; ai grilli parlanti del Corsera che per anni hannno pregato il Cavaliere di praticare la "concertazione"; o no? Son cose che m'invento? Vedrete, come nel '48 saranno le beghine di buon senso a salvarci!
Sveglia amici!!!
Lo sapevate che il debito pubblico è una truffa colossale ai danni del popolo sovrano e che consiste nella stampa e nella emissione a costo zero, dal nulla e senza copertura, di denaro, da parte delle banche centrali (BCE., FEED, Bankitalia S.P.A, ecc. - banche private e non pubbliche come vorrebbero farci credere), che viene poi prestato al suo valore nominale e con gli interessi(in cambio di titoli di stato), agli stati nazionali i quali, anzichè stampare moneta "preferiscono" farsela dare in tal guisa dai banchieri, per i bisogni della collettività?
Lo sapevate che le tasse che sborsa il popolo "bue" per pagare questo debito-truffa e i relativi interessi servono SOLO ad arricchire le banche e chi ci sta dietro e... a lato?
Se non ci credete, cercate su internet la parola "signoraggio".
Scoprirete una realtà sconvolgente!
(già in Tocqueville se ne parla!)
Caro mio, tu non sei un cittadino italiano se parli male di chi ti protegge dai ladri.
Caro anonimo, tu non hai nemmeno le palle di firmarti. Vai a pisciare a casa tua.
Caro Federico,
forse nella tua foga "anti-Grillista" hai dimenticato di informarti bene sui dettagli della proposta di legge. In particolare:
- la proposta riguarda l'ineleggibilità dei condannati "in via definitiva", cioè coloro i quali abbiano sentenze "passate in giudicato" (o per decorso dei termini di impugnazione o per esaurimento dei TRE gradi di giudizio) (per i condannati in primo grado, che tu citi, è prevista solo la sospensione sottoposta all'approvazione della Camera di appartenenza);
- nel Parlamento italiano (e nelle Assemblee regionali) la decadenza dal mandato a seguito della comminazione dell'interdizione dai pubblici uffici, pena accessoria di sentenza passata in giudicato, non è affatto automatica, ed anzi sottoposta al giudizio di una Commissione formata dagli stessi parlamentari. E questo tra l'altro costituisce una grave sperequazione dell'ordinamento rispetto a quanto previsto per le altre cariche pubbliche;
- giova inoltre ricordare che per svolgere alcune funzioni particolarmente delicate (es magistrato, giudice onorario) occorre avere una fedina penale pulita e una "condotta incensurabile"
Sicuramente Grillo a volte le spara grosse, ma ciò che ho sempre apprezzato in lui, e continuo ad apprezzare, è la sua inesauribile curiosità e voglia di capire, unita ad un vero spirito democratico. Quando sbaglia, e ha sbagliato spesso, lo fa in buona fede ed è comunque pronto a ritornare sui suoi passi.
Il linciaggio mediatico di questi giorni, tanto esagerato da stupirmi per quanto io sia abbastanza disincantato, non ha fatto altro poi che rendermelo più simpatico.
Quanto al "popolo" a cui si rivolge il suo "populismo", mi sembra composto di persone per lo più laureate o laureande, sicuramente alfabetizzate informaticamente. Molto diverso dall'immagine della massaia che qualcuno ha in mente quando pensa al "mostro informe" di Voltaire.
Ciao
Davide Lodi, il tuo commento è stato eliminato, perché questa è casa mia e non permetto a nessuno di insultarmi.
Cerca di afferrare tu un concetto, se ce la fai. Questa informazione di giornali e tv è "di merda", come tu dici, perché sta facendo da cassa di risonanza a un fenomeno, quello di Grillo, che lungi dal proporre un'"altra politica", è del tutto vuoto, mentre sul web ci sono migliaia di persone totalmente oscurate che con intelligenza e passione, senza violenza e luoghi comuni, discutono di un'"altra politica".
Ma fatemi il piacere, rivoluzionari dei miei stivali...
Caro ignatiusreally.
Dunque, nel primo caso, il Parlamento potrebbe intervenire con un colpo di maggioranza a ridurre le garanzie che a ogni cittadino (deputati compresi) spettano con i tre gradi di giudizio.
In ogni caso, non si può comparare la funzione di rappresentante del popolo con qualunque altro funzionario non eletto, magistrati compresi, perché appunto, sono eletti e revocati dal popolo. Condizionando la carica ad altri poteri o ordini, si limita la volontà popolare e si mina l'istituto della rappresentanza, perno della democrazia.
Il popolo deve poter eleggere anche un condannato. Ci sono mille motivi perché gli elettori possono ritenere un condannato degno di rappresentarli, anche se, in un sistema uninominale (questo, semmai, sarebbe la soluzione), è rarissimo. Almeno se abbiamo fiducia nella democrazia.
Grillo è il primo che limitando l'elettorato passivo non ha fiducia nella capacità di scelta del popolo, né propone meccanismi elettorali che possano facilitare quella scelta, bensì il ripristino del sistema della Prima Repubblica e del Pentapartito.
Mi pare che il succo non cambi e la critica regga. Quanto ai laureati, anch'io lo sono, ma non sono immuni dal diffuso analfabetismo democratico del nostro paese.
auguri
Rileggendomi, urta a me stesso il tono un po' incazzato dei miei commenti e anche la "furbata" di inserirvi una citazione "monstre" dal mio blog.
Una scivolata, anche se naturalmente non cambio di una virgola la sostanza di quel che vi è scritto...
Federico Punzi. Classe 1976. Laureato in Scienze Politiche.
Collaboratore di Radio Radicale e di Notizie Radicali mi scrive: "mentre sul web ci sono migliaia di persone totalmente oscurate che con intelligenza e passione, senza violenza e luoghi comuni, discutono di un'"altra politica". Pero' cancella il mio post. Davvero un comportamento esemplare esemplare di democrazia mediatica. Ma forse non sa che l'8 di settembre, fin dalle tre e mezzo del pomeriggio, nonostante il sole e il caldo, 200 mila persone erano in piazza a Bologna, in collegamento con altre 179 piazze italiane e almeno 30 città nel mondo con intelligenza e passione, senza violenza e luoghi comuni....questa è la visibilità, questo è tirare fuori le palle e uscire dal web con il coraggio di manifestare i propri diritti. Forse non hai ancora capito che qui Grillo non centra nulla, qui centra la gente comeune, come me e come te, gente che in una vera democrazia ha il diritto di protestare se non è contenta del proprio paese e di chi lo governa. Questa è la vera democrazia , ben lontana dalla partitocrazia e dalla casta privilegiata.
Io sono uno di quelli, puoi tagliare i miei post ma non puoi oscurare l'idea comune di un movimento che sta prendendo sempre piu forma e che unito porra' fine alla partitocrazia. qualche tempo fa ti facevi questa domanda: "BLOG E POLITICA
Il fenomeno della libera comunicazione sul web, rappresentato dall’universo dei “blog”, è in grado di innovare il modo di fare politica nel nostro Paese? Se i blogger oggi dimostrassero di essere la base per una democrazia partecipativa, cosa potrebbe accadere al mondo politico attuale? "
La risposta l'hai avuta l'8 settembre.
Scusa se mi permetto di scrivere a casa tua..il web.."casa tua"...libero web..che fine hai fatto?
Comunicatore libero dei miei stivali..
Signor Davide Lodi, il suo post è stato cancellato da questo blog perché era un post di insulti.
Non venga a parlare a me di partitocrazia e di casta. Non siete gli unici a combatterle (di certo non i primi). Ho le mie idee su come potrebbero essere sconfitte. Beppe Grillo e voi altri non siete affatto pericolosi come qualcuno sui giornali scrive. Siete solo dei depistatori. Nel senso che vi illudete di abbattere la casta. Vi fate forti di una protesta legittima ma la sprecate con proposte che riducono la sovranità popolare e non vanno alla radice del problema. Perché? Perché voi credete che sia un problema di moralità, invece è un problema di regole. Si domandi perché nonostante Mani Pulite non sia cambiato nulla! Ci vogliono certe regole e non altre, ma quelle che proponete sono peggiori di quelle di oggi: riuscirete forse a non far eleggere un condannato, ma avrete reso questo paese ancora meno democratico.
Quanto alla piazza, anche la Cgil, o Berlusconi, se vogliono portano milioni di persone in piazza, ma sono ugualmente la conservazione.
Il tuo sarcasmo è fuori luogo. Beppe Grillo è 1 blog. Molto visitato ma 1. Ed è certamente democrazia partecipativa. Il fatto che i blog possano avere un'influenza non garantisce che che questa sia positiva. Per me quella di Grillo è negativa.
Vede, lei che grida alla censura è tecnicamente ignorante, sia di democrazia che di blog. Non sono un gestore di piattaforme, quindi cancellando i suoi commenti di insulti non sto affatto limitando la sua possibilità di partecipare. Apra il suo blog, e mi insulti pure (cercando di non renderesi penalmente perseguibile).
auguri per tutto
Meglio, allora, tapparsi il naso e sopportare il puzzo della politica italiana?
Se permetti molto meglio questa onda di Politica vera. Sì, politica, non ho sbagliato a scrivere. Perchè chi va in piazza a manifestare le sue idee fa vera politica.
Bene, brava, io sabato 22 sarò in piazza per una riforma delle pensioni che le garantisca anche ai più giovani e contro la "controriforma" annunciata da Prodi sotto dettatura di Sindacati e sinistra comunista per accontentare 120 mila 58enni facendo pagare i precari.
saluti
Tutto Beppe Grillo
http://rognoni.altervista.org/tutto-beppe-grillo/
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