«Prima i tagli di spesa, poi le tasse», è il titolo che il Corriere dà all'intervista al ministro Padoa-Schioppa. Titolo fuorviante, perché il Dpef prevede ben 21 miliardi di nuove spese e il ministro parla di tagli, ma solo per compensare i nuovi impegni. Così la grande menzogna è servita: non si tratta di tagliare la spesa pubblica, ma di stabilizzarla e, semmai, «riqualificarla». Spostare risorse da una parte all'altra.
Per quanto riguarda la riduzione delle tasse, il ministro gioca la carta di ogni vecchio statalista e socialdemocratico, come non ce ne sono più in Europa. Ricorre al "terrorismo": agita lo spettro di licenziamenti e riduzione dei servizi pubblici. Ma davvero c'è ancora qualcuno disposto a credere che uno Stato così grasso, che spende più della metà del Pil, non riuscirebbe ad assicurare i servizi essenziali se dimagrisse di qualche chilo? E' davvero indispensabile ogni singolo centesimo di quel 50 e oltre per cento di Pil? In realtà, gli sprechi e i privilegi sono enormi e sotto gli occhi di tutti. Gli italiani non credono più alla balla delle tasse che servono a garantire i servizi. Quali servizi? I soldi dei contribuenti se ne vanno per lo più nel sostentamento e nelle regalie a caste, corporazioni, clientele, per tenere al potere la partitocrazia.
Si possono, invece, si devono abbattere le tasse contestualmente alla spesa pubblica.
1 comment:
Il ministo Bonino?
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