Del
discorso di Bush a Philadelphia hanno fatto notizia
le cifre, per altro poco impressionanti, non le sue parole:
«Durante la Guerra Fredda, le nazioni libere hanno sconfitto il comunismo e aiutato i nostri ex avversari del Patto di Varsavia a diventare forti democrazie - e oggi, le nazioni dell'Europa Centrale e Orientale sono alleati nella guerra al terrorismo. Oggi in Medio Oriente la libertà è ancora una volta rivale di un'ideologia totalitaria che cerca di seminare rabbia, odio e disperazione. E come fascismo e comunismo prima, le ideologie dell'odio che usano il terrore saranno sconfitte dall'inarrestabile potere della libertà. E l'avanzata della libertà in Medio Oriente richiede la libertà in Iraq. Aiutando gli iracheni a costruire una democrazia durevole, diffonderemo la speranza della libertà attraverso una regione travagliata e guadagneremo nuovi alleati per la causa della libertà. Aiutando gli iracheni a costruire una forte democrazia stiamo contribuendo alla nostra stessa sicurezza e, come una generazione prima di noi, stiamo gettando le basi della pace per le generazioni future. Non lontano da qui dove ci incontriamo oggi c'è un simbolo di libertà noto a tutti gli americani - la Campana della Libertà. Quando la Dichiarazione d'Indipendenza fu per la prima volta letta in pubblico, la Campana della Libertà fu suonata... Oggi il richiamo della libertà viene udito a Baghdad and Bassora, e nelle altre città irachene, e il suo suono sta avendo eco in tutto il Medio Oriente allargato. Da Damasco e Teheran, la gente lo ascolta, e sa che significa qualcosa. Significa che i giorni della tirannia e del terrore stanno per finire e un nuovo giorno di speranza e libertà sta nascendo».
A rispiegare di nuovo ai più sordi il «fascismo dal volto islamico» è
Christopher Hitchens intervistato da
Christian Rocca:
«Credevo che la sinistra avesse intuito la natura fascista del fondamentalismo islamico col caso Rushdie. Credevo avesse capito già allora che la rivoluzione islamista non era ribellione degli oppressi, ma un movimento degli oppressori. Che non era battaglia antimperialista, ma volontà di creare un impero anzi di ristabilire un impero perduto... Eppure la sinistra sottovaluta questo nemico, minimizza».
E Hitchens sostiene addirittura che parecchi di coloro che si dicono contro la guerra in Iraq non sono affatto pacifisti, ma guerrafondai, solo schierati dall'altra parte:
«Mi dà molto fastidio quando leggo che chi si oppone alla politica bushiana di regime change è contrario alla guerra. Sarebbe vero se fossero pacifisti, ma non lo sono. In realtà sono favorevoli, fortemente favorevoli alla guerra, ma parteggiano per gli avversari».
Jefferson è un precursore della dottrina Bush, secondo Hitchens, che sta scrivendo una breve biografia di uno dei padri fondatori.
«La rivoluzione americana è universale, non riguarda soltanto gli Stati Uniti e considera le garanzie, i diritti, il laicismo, la democrazia, la Costituzione scritta come valori da diffondere».
E la vera battaglia in corso
«è tra il laicismo e il fanatismo religioso».
«La sinistra non capisce che c'è un nemico da sconfiggere, ma in realtà è tutto l'occidente ad apparire stanco di questa società, a non credere che ci sia qualcosa che davvero meriti di essere difesa... il più grande errore che l'America cristiana può commettere è quello di far credere che questa non sia una guerra contro il fondamentalismo, ma a favore. Bush può pensare di essersi salvato grazie alle preghiera, ma sa che la sua battaglia in Iraq e in medio oriente dipende dai laici della regione. Più laici emergeranno, meglio sarà per la sua politica. Ed è affascinante vedere la vittoria dell'America cristiana dipendere dalla vittoria del laicismo. Il dramma della sinistra e dei seguaci dell'illuminismo è che hanno lasciata questa battaglia laica ai cristiani, e ora se ne lamentano. Questa non è politica, è fatalismo, neutralismo».
1 comment:
Mi stupisce lo stupore circa la sinistra e i fondamentalismi. Possibile non abbia messo in conto il fatto che un fondamentalismo (seppure di natura atea o laicista) non è in grado di intravederne un altro? Perché la sinistra marxista e comunista che ha creato "terra desolata" nei paesi dell'Est, avrebbe dovuto prevedere che con la sua caduta quel vuoto doveva essere riempito dall'Islamismo radicale? Si veda il caso della Jugoslavia dopo la caduta di Tito (la lotta contro opposti fondamentalismi religiosi); dell'Urss dopo la caduta del Muro (il fondamentalismo islamico-ceceno). Tutti i dispotismi non si rendono conto del fatto che chi semina vento raccoglie tempeste. In caso contrario non sarebbero regimi dispotici. La sinistra europea ha subito il fascino di questi stati-guida. Per la sinistra americana è diverso, certo, ma fino a un certo punto.
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