A mandare la stabilità in cantina e a indicare il cambiamento e la democrazia come obiettivi di lungo termine della diplomazia americana non è un'idealista, un'internazionalista democratico, né un neoconservatore. E' il segretario di Stato Condoleezza Rice, cresciuta alla scuola realista, in un'intervista che uscirà su Aspenia.
La Rice ritiene che il «pericolo maggiore» in «questo momento storico» sia senza dubbio costituito «dagli Stati deboli e falliti». Perciò «rafforzare l'efficienza e le capacità degli Stati è di fondamentale importanza». Ma nell'efficienza e nella capacità, in quella che definisce «sovranità responsabile», rientra anche la reponsabilità degli Stati nei confronti dei propri cittadini: «La diplomazia orientata al cambiamento consiste anche nel collaborare con gli altri Stati per metterli in grado di migliorare la vita dei propri popoli». La promozione della democrazia prima di tutto.
«... la democrazia non consiste soltanto nelle elezioni. La democrazia, in realtà, presuppone anche la costruzione di istituzioni liberali e il rafforzamento della società civile, ed è proprio alla realizzazione di questi due obiettivi che puntano quasi tutti i nostri programmi per lo sviluppo della democrazia. L'organizzazione delle elezioni rappresenta un passo successivo nello sviluppo democratico. In parecchi Paesi abbiamo lavorato a lungo per aiutare lo sviluppo delle istituzioni e della società civile, ad esempio l'Ucraina. Quello che non accetto è l'idea che, visto che la democrazia è difficile da sviluppare e la democratizzazione comporta dei rischi, è meglio rinunciarvi. La domanda che vorrei fare agli scettici e questa: "Va bene; allora, qual è la vostra risposta? Il mantenimento di un sistema autoritario"? Questa soluzione non ci ha portato molto lontano, soprattutto in Medio Oriente, dove il risultato è stato quello di alimentare un'opposizione al di fuori dei canali democratici legittimi, fomentando così il terrorismo. Gli Stati Uniti non possono certo dire: bene, questi popoli non sono ancora pronti per la democrazia. Bisogna avere fiducia nei nostri valori democratici».La Rice riconosce per lo meno la fondatezza dell'analisi dei neconservatori e dell'idealismo democratico (l'unica politica realistica), secondo cui il mantenimento dell'equilibrio tra potenze e la ricerca della stabilità ha contributo ad alimentare il terrorismo e a rafforzare le minacce alle sicurezza.
La «diplomazia del cambiamento» non esclude certo l'uso della forza. E l'uso della forza per essere legittimo non ha bisogno dell'unanimità della comunità internazionale né del Consiglio di Sicurezza: «... il fatto che non si riesca a raggiungere il consenso sull'uso della forza non rappresenta una circostanza inconsueta nella politica internazionale... ovviamente, si spera sempre di ottenere il più ampio consenso possibile».
4 comments:
Fuori i radicali abortisti e i loro troll da Tocqueville!
State smerdando e svilendo l'aggregatore.
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non so... ma penso che questo non sia un radicale ma piuttosto uno che vuole coalizzare un po' di gente contro i radicali... ma può anche essere che mi sbagli...
cmq, ovviamente non condivido l'articolo. Fra qualche giorno metto un post sulla politica estera USA... ti faccio drizzare i capelli... :)
Federico: ci sono state delle incomprensioni tra di noi. Io penso di aver frainteso qualche tuo post di un po' di tempo fa...
Quindi ho tenuto un comportamento abbastanza aggressivo. Vorrei che fosse chiaro che contro di te non ho nulla: a differenza di 1972 e Camillo tu sei sempre stato chiarito. QUesta settimana veniamo a Roma, se hai voglia possiamo anche chiarire di persona. Ciao, aa.
:)
Caro aa, vi vedo volentieri (spero che gli impegni me lo permettano). Fatemi sapere quando con un colpo di mail.
ciao
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