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Thursday, December 08, 2005

Saper definire il nemico

Saddam Hussein durante un'udienzaL'islamo-fascismo non è una fantasia

Il nemico parla finalmente di sé in modo inequivocabile. Almeno a orecchie pronte a udirlo. C'è una frase urlata da Saddam Hussein al suo processo che guarda caso è sfuggita alle tv e alla nostra stampa, o è stata addirittura deliberatamente ignorata. Parlando di sé in terza persona ha detto che «Saddam Hussein è l'uomo che seguirà il percorso di Mussolini, il quale resistette all'occupazione fino alla fine». Solo il New York Times l'ha riportata, e in Italia Christian Rocca.

Una frase che meglio di ogni altra dimostrazione definisce una volta per tutte la guerra in Iraq come «antifascista». Una frase che conferma le teorie di Christopher Hitchens e Paul Berman, fatte proprie da Il Foglio, secondo cui «l'islamismo radicale e il baathismo saddamita sono le due facce» di un unico nemico: l'«islamo-fascismo», ovvero «la continuazione in salsa araba e musulmana dei due totalitarismi europei del secolo scorso». E ora, in Saddam, in ciò che avviene in Iraq, abbiamo un'interpretazione autentica e palese del fenomeno islamo-fascista, l'ennesima occasione di vedere la vera natura delle due forze che si contendono sul campo.
«... un ex dittatore, accusato di crimini disumani, brandisce il Corano, si paragona orgogliosamente a Mussolini, spiega che l'occupazione americana in Iraq è dello stesso tipo di quella che liberò l'Italia dal fascismo e svela che i "resistenti" iracheni s'ispirano ai repubblichini di Salò».
Frase ignorata, guarda caso, dalle tv e dai più autorevoli giornali europei, per il «grande amore linguistico» per i dittatori che si oppongono fieramente al complotto demo-pluto-giudaico, agli inglesi e agli americani e a quello che rappresentano. Innamoramento che va in scena «nella opaca Europa e nella coscienza pubblica pacifista-liberal, cioè nella famosa superpotenza mediatica delle piazze urbane ed elettroniche».
«A Norimberga, persino oltre il dovuto, il linguaggio era la demonizzazione dei dittatori caduti e dei loro gerarchi di regime. Gli eroi erano i testimoni della loro abiezione, non gli abietti. Sessant'anni dopo non vedrete e non sentirete le testimonianze dei curdi gasati, dei kosovari martoriati, degli sciiti reclusi nelle camere della morte, come sentimmo il grande grido contro le persecuzioni e le violenze del Terzo Reich. No, sei decenni dopo gli organi della coscienza pubblica hanno deciso che se Saddam dice di essere gagliardo come Mussolini o se ammette che il terrorismo sunnita è figlio di un suo piano d'azione criminale contro la nascente democrazia irachena, meglio sorvolare. Dittatore è bello.»
L'islamo-fascismo non è una fantasia, è la migliore e più precisa elaborazione teorica del nemico fatta fino a oggi. E si sa che ri-conoscere il nemico è condizione essenziale per combattere una guerra. Il mondo islamico non ha mai conosciuto le tirannie di questo secolo. Esse sono il prodotto di un'esportazione europea. Se dunque abbiamo esportato con discreto successo fascismo, nazismo e comunismo, perché non possiamo esportare la democrazia?
SEGUE

4 comments:

Anonymous said...

jim ma chi ha esportato cosa? Il baath ha preso il potere buttando giù la monarchia nel 1958 e nel 1968 è stata creata la dittatura. Lo stesso vale in Egitto, dove la monarchia è stata buttata giù nel '53.

Ma di cosa stai parlando?

aa

JimMomo said...

Mi devi aver preso per un cretino, vero?

Esportato l'ideologia, l'ideologia nazionalsocialista sui cui si fondano sia il baath sia il nasserismo. Le idee nazionalsocialiste penetrarono il Medio Oriente durante la seconda guerra mondiale e l'Unione Sovietica cercò di esercitare su tutta l'area la sua influenza durante la guerra fredda.

Questo per dire che le tirannie del Medio Oriente non sono un prodotto autoctono, ma derivano dalle ideologie europee del '900.

Non so tu cosa hai creduto di leggere.

Anonymous said...

jim, io non prendo nessuno per cretino. Lascio a Rocca questi comportamenti.

"Esportare dittature" per me significa ribaltare i governi democraticamente eletti per metterne altri. E io avevo capito ciò dal tuo post. Per questo motivo ti ho fatto una domanda. Non che la tua risposta mi convinca troppo: l'Iran, per esempio, si era dittatorializzato già nel '26. Ben prima della seconda guerra mondiale. I Fratelli mussulamni sono nati nel '22, etc.

a presto, aa.

Anonymous said...

Per quanto riguarda il Baath io sono d'accordo con Jim, è un'importazione (più che un'esportazione) di totalitarismi nazionalisti occidentali conditi con salsa araba.

Però forse, per i fondamentalismi mediorientali in generale, parlare di importazione o esportazione non è del tutto corretto. Io parlerei più di cross-pollination.

Io mi affido all'analisi che André Glucksmann faceva già nel 1992 ne "L'Undicesimo Comandamento": esiste una "megabase integralista" che collega tutti i totalitarismi e fondamentalismi, la sua chiave di volta originaria è l'antimodernismo. Integralismi e totalitarismi si assomigliano, talvolta lavorano insieme, spesso si combattono, ma il loro nemico primario e originario è l'Occidente e la sua imperfetta e poco tranquilizzante era dei Lumi.

Tuttavia non'è che TUTTE le tirannie del Medio Oriente siano importate. Nel migliore dei casi è sempre stato un posto parecchio autoritario.