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Wednesday, December 14, 2005

Ha di nuovo ragione Blair

Nessuno ci spiega cosa propone Blair di così «inaccettabile» per il bilancio dell'Unione europea. Ha ragione Antonio Tombolini, su Notizie Radicali, a richiamare la nostra attenzione e a invitarci a diffidare di questo coro unanime di critiche che rischia di nascondere il merito delle questioni e i veri interessi in gioco.

Blair propone una drastica riduzione delle spese complessive, guarda un po', destinate per oltre il 40% ai sussidi all'agricoltura. Il problema non sono gli sconti di cui gode la Gran Bretagna per merito della Thatcher, ma ottenere «un aumento e non un taglio delle spese», ha ammesso il presidente della Commissione Barroso. Trovo invece coerente che una presidenza dell'Ue come quella Blair, che ritiene oggi il bilancio dell'Ue male investito e inadeguato a sostenere le politiche di sviluppo necessarie, tenda a ridurre la spesa piuttosto che incrementarla in assenza della disponibilità degli altri paesi a invertire drasticamente la rotta nel senso indicato all'apertura del semestre britannico.

Fa comodo ignorare che anche oggi la Gran Bretagna, per bocca del ministro degli Esteri Jack Straw, ha accettato di rimettere in discussione il suo sconto. E' disposta a rivedere il suo privilegio a patto che gli altri paesi facciano altrettanto. A patto però, e mi sembra ragionevole, che venga riformato il bilancio individuando nuove priorità, come l'innovazione e la ricerca, a scapito dei vecchi settori privilegiati come l'agricoltura francese. «Senza una riforma sostanziale della Politica agricola comunitaria non potrà esserci un cambio sostanziale del rimborso»

In realtà tutti i paesi europei, spiega bene Giuliano Cazzola oggi su il Riformista, difendono strenuamente lo status quo, quel modello sociale europeo che si è già dimostrato fallimentare, ciascuno attaccato ai suoi privilegi. Ce la siamo presa con il "cattivo" Rumsfeld che ha parlato di «vecchia Europa», ma non diamo ascolto neanche all'"amico" Bill Clinton che la definisce un «museo», dove tutte le risorse sono impiegate a custodire un passato indifendibile e destinato comunque a tramontare. Almeno Blair aveva indicato una «nuova frontiera». Perché dovrebbe essere considerato un suo successo trovare un compromesso comunque, a scapito della «nuova frontiera» che aveva indicato?

E ogni volta che nel consesso europeo il governo di Sua Maestà viene attaccato c'è un modo per verificare la malafede dei suoi critici. A corto di argomenti, accusano la Gran Bretagna di antieuropeismo, di volere «meno Europa». Non sorprende che a superare il test della malafede sia Romano Prodi:
«Se il bilancio europeo deve essere questa miseria proposta dalla presidenza britannica, è meglio una crisi che deriva da un mancato accordo piuttosto che un accordo al ribasso che sancirebbe la crisi dell'Europa... La proposta di Blair significa meno Europa in un momento in cui avremmo disperatamente bisogno di più Europa. E tutto questo per mantenere l'ingiusto privilegio dell'assegno britannico a danno dei paesi più poveri. In fondo, Blair sta cercando di ripetere su scala europea quello che Berlusconi ha già fatto in Italia: tagliare le tasse ai più ricchi riducendo gli aiuti ai più poveri. In Italia, Berlusconi c'è riuscito, e se ne vedono i risultati. Mi auguro che Tony Blair sia fermato dal buonsenso degli europei».
Prodi ha decisamente fatto un grande complimento a Berlusconi paragonandolo a Tony Blair.

1 comment:

Anonymous said...

Omnia munda mundis: se ci si esprime in modo educato l'anonimato e' solo riservatezza.

Il prof. Prodi ha ragione: se l'Europa non esiste, meglio abbandonare le illusioni e metterla in soffitta.

Gli Stati Uniti d'America esistono sulla base di una legge fondamentale che l'Europa non ha e non puo' avere avere: le costituzioni nascono dai fatti, purtroppo non dalle buone intenzioni o dai sogni di Altiero Spinelli al confino. Altro sono gli accordi economici e commerciali tra Paesi della stessa area geografica.

Tony Blair parla di economia possibile, il prof. Prodi di moralismo spicciolo: eppure non gli mancano competenza ed esperienza. Auguri per le prossime elezioni politiche da un non (piu') europeo. Un saluto.