E' forte in molti la tentazione di addebitare a Blair questo compromesso al ribasso sul bilancio dell'Ue. Non è così: la responsabilità è di quei paesi che hanno difeso strenuamente lo status quo impedendo ogni revisione delle voci di spesa. Mi sembrava coerente che la presidenza di turno britannica, che ritiene oggi il bilancio dell'Ue male investito e inadeguato a sostenere le politiche di sviluppo necessarie, tendesse a ridurre la spesa piuttosto che incrementarla in assenza della disponibilità degli altri paesi a invertire drasticamente la rotta nel senso indicato da Blair all'apertura del semestre. E mi sembrava ragionevole che la Gran Bretagna fosse pronta a rivedere il suo privilegio solo a patto che gli altri paesi facessero altrettanto con i loro. E invece Blair, pur di dare all'Ue un bilancio, qualche che fosse, ha accettato di rivedere il suo sconto senza ottenere nulla di concreto in cambio.
Cosa ha ottenuto Blair: nell'accordo i 25 paesi membri invitano «la Commissione europea a realizzare un'ampia revisione di tutti gli aspetti della spesa dell'Ue, inclusa la Pac ma anche il rimborso britannico», rapporto che dovrà essere «presentato nel 2008-09». E «il Consiglio europeo potrà prendere decisioni su tutti le tematiche incluse» in tale documento. In pratica Blair ha ottenuto da Parigi e Berlino di non escludere in linea di principio che una revisione del bilancio da attuare nel 2008 possa ridurre le spese per la politica agricola comune, tanto cara a Chirac, anche prima della scadenza prevista per il 2013.
Cosa ha concesso Blair: la Gran Bretagna rinuncia a 10,5 miliardi del suo sconto anziché 8 come inizialmente offerti da Blair. Il bilancio passa dall'1,03% della proposta Gb all'1,045% (862,363 miliardi) della proposta Merkel, il che significa un aumento delle risorse per i paesi dell'allargamento.
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