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Monday, July 17, 2006

Prodi serve l'assist ai mullah

Prodi fa colazione al barEsattamente quello che volevano, Prodi gliel'ha offerto su un piatto d'argento. La novità della serata di ieri sulla crisi libanese sono i contatti tra Prodi e il governo iraniano. Il premier, in una lunga telefonata con il segretario generale della sicurezza, Ari Larijani, ha chiesto a Teheran di intervenire sugli Hezbollah, di «farsi parte attiva per aiutare la mediazione verso una soluzione pacifica della crisi». Prodi ha insistito perché l'Iran «faccia ogni sforzo per il rilascio degli ostaggi israeliani e siano accolte, per quanto possibile e come primo passo, anche le altre due richieste di Israele», lo stop al lancio dei missili e il ritiro degli Hezbollah dal sud del Libano.

Quello, il Larijani, ovviamente ha promesso il «massimo sforzo», assicurando che «la diplomazia si sta muovendo».

E così, senza battere ciglio, si dà per acquisito che gli Hezbollah sono il braccio armato di Teheran contro Israele. Lo sapevamo già, ma Prodi anziché attribuire all'Iran un ruolo da aggressore, gli cuce addosso l'abito del mediatore. All'Iran viene offerta su un piatto d'argento un'occasione d'oro per dimostrare di svolgere un ruolo centrale in Medio Oriente e per legittimare le sue ambizioni egemoni sulla regione, prendendosi il merito di aver riportato la pace nella regione o, a seconda di quella che riterranno essere la convenienza del momento, dimostrando di saper tirare la corda ancora più a lungo. In ogni caso, la già debole sovranità libanese viene ridotta a uno straccio.

Per i 2twins quella di Prodi è una «buona mossa», perché «da tre anni cercavamo di infilarci nelle trattative con l'Iran e non ci riuscivamo». Ora, forse, Prodi, «molto machiavellicamente, ci è riuscito». Non per prestigio, ma per soldi, essendo l'Italia il principale partner economico dell'Iran in Europa.

Tutto è relativo, cioè dipende dall'obiettivo che ci poniamo. Se è quello di rientrare nei giochi per tutelare da vicino i nostri affari in Iran, può darsi. Ma bisogna pur sempre vedere in che considerazione saranno tenuti i nostri interessi a Washington nel momento in cui si dovessero rendere necessarie sanzioni economiche nei confronti dell'Iran. E l'impressione è che nessuno si fermerà di fronte agli affari italiani.

Cosa possono volere gli iraniani? L'egemonia in Medio Oriente? Avere mano libera per distruggere Israele? I 2twins consigliano di «riconoscere le aspirazioni egemoniche iraniane in Medio Oriente» e, naturalmente, continuare a farci affari. Aberrante. Questo, però, se vogliamo essere alleati dell'Iran, non se crediamo che il regime degli ayatollah rappresenti un'autentica minaccia di distruzione per Israele, di insicurezza permanente per l'Occidente, di arretratezza e oscurantismo per il mondo islamico.

Probabilmente, invece, come suggerisce Emanuele Ottolenghi, docente all'Oxford University, «l'Europa, impegnata con l'Iran sul tema nucleare, dovrebbe denunciare Teheran per la sua interferenza negativa e includere il sostegno iraniano a Hezbollah come parte dell'equazione negoziale».

7 comments:

Anonymous said...

sei troppo forte. Non scherzo. :)

aa

Anonymous said...

Mah, Jim, a me sembra che non abbia senso dire: l'Iran resti fuori dal tentativo di risolvere l'azione israeliana in Libano. Non ha senso semplicemente perché l'Iran è già dentro la questione.

Ora, l'azione di Prodi a me sinceramente pare propagandistica ad uso interno, brutto e tradizionale vizio politico italiano. Siccome la precedente amministrazione non è riuscita ad inserirsi nei negoziati permanenti con l'Iran per la questione nucleare, ora io dimostro che ci so fare e apro un filo con l'Iran.

Insomma, l'Iran ha interesse ad "aprire" all'Italia: più aumentano gli interlocutori possibilisti sul compromesso - come questo governo italiano è decisamente orientato a fare, checché ne dicano i Radicali - più aumenta il potere negoziale iraniano.

Il punto vero, quindi, è che l'Italia tenta di inserirsi. Male che vada, avrà indebolito la posizione americana; bene che vada, acquisterà la sedia per partecipare al gioco diplomatico di questi giorni.

Si badi. Quando dico che se va male, si indebolisce la posizione americana, non intendo dire che si indebolisce dinanzi a Teheran, ma dinanzi a Roma. Più aumenti i tuoi "giri di valzer", più aumenti il tuo peso negoziale davanti all'alleato. E il governo di centro sinistra, lo ha detto D'Alema un mese fa, farà questo gioco con gli Usa. Si distaccherà su temi secondari dei rapporti bilaterali, per incassari sul nocciolo degli stessi: agli Usa fa comodo l'alleato italiano nell'Ue e verso il Medio Oriente.

Prodi tenta di massimizzare il frutto dell'antiamericanismo della sua coalizione al tavolo con Washington. E' il ribaltamento della logica di politica estera perseguito dal governo Berlusconi. E non è detto che sia di per sé fallimentare. Anzi.

Anonymous said...

non lo so. E' vero che solo i radicali potevano sostenere un pagliaccio come Prodi (battuta cattiva... :D), però il ragazzo non mi sembra proprio scemo. Non penso che vada fino a San Pietroburgo per tirare una secchiellata di merda su Silvio: se ha fatto la mossa è probabile che (a) avesse buone ragioni per pensare che avesse successo o (b) che qualcuno glielo abbia chiesto. Essendo in vacanza leggo pochissimo i giornali, quindi non so quale delle due ipotesi sia più verosimile.

distinguished saluds, aa.

Anonymous said...

La prima, aa.

Su Affari Esteri, penultimo numero, si parla anche di questo. L'Italia è da tempo che cerca di aprire un canale diplomatico privilegiato con Teheran. Saranno almeno 6 anni. Solo che l'appiattimento sulla difesa di Israele del precedente governo fungeva da pregiudiziale mediatica, sia per l'Italia che per l'Iran, che non a caso ogni tanto ha alzato un po' di polvere contro l'Italia, tanto per far ricordare a Roma il tipo di affari che li legava.

Gli Usa non hanno alcun interesse a mandare avanti l'Italia con l'Iran. Semplicemente perché ufficiosamente già lo stanno facendo loro. E il Dipartimento di Stato non apre a cuor leggero agli alleati per perseguire l'interesse Usa.

Insomma, a mio avviso Prodi si è lanciato, consigliato bene dai suoi consiglieri diplomatici. Delle due l'una: comunque vada, tira la corda o a Washington o a Teheran. E comunque si accredita all'interno del Paese.

La mossa è astuta, non c'è che dire.

Chris said...

Sarebbe stato meglio che l'Italia inziasse la diplomazia con l'Iran, non in solitaria ma all'interno del sestetto del consiglio di sicurezza, in cui in questo momento l'unico paese europeo (anche se al di fuori dal sestetto) che è riuscito in qualche modo a "stuzzicare" gli States è stata la Germania. non a caso Bush ha indicato pochi giorni fa proprio la Germania come partner ideale Europeo. In questo modo i rapporti con gli States (che su stanno incrinando sempre di più) sarebbero migliorati, nonostante la nostra uscita completa dall'affare Iraq, e per secondo non ci saremmo così esposti, scoprendoci come "troppo amici degli Iraniani (si sa che siamo in affari), cosa che oltre Atlantico ha sempre fatto girare le scatole. Per questo Berlusconi non ha trattato allo scoperto con l'Iran, per preservare il rapporto con gli USA. Stati Uniti che però timidamente stanno cercando una via dipolomatica con l'Iran,ma con Israele spronano Ohlmert alla difesa. Se Sharon sapeva quando fermarsi, così non posso dire di Kadima, che a mio modesto parere, fa paura. E' indubbio che il coltello dalla parte del manico c'è l'ha comunque è sempre Israele, e sarà proprio Tel Aviv, a decidere come e quando cessare il fuoco smettendo di pensare di conivolgere anche i difensori degli Sciiti (Iran e Siria su tutti).

Ottavio said...

Prodi dice all'Iran di «farsi parte attiva per aiutare la mediazione verso una soluzione pacifica della crisi».

Scusate, ma l'Iran non è uno dei responsabili di quello che sta succedendo in Libano in questi giorni?

Non l'ha fatto, in accordo con la Siria, per distogliere la pressione mediatica da se e costringerla ad occuparsi di altri?

L'Iran non vuole risolvere un bel niente, di niente, di niente.
Il suo presidente ha espressamente auspicato l'eliminazione del "regime sionista" dalla faccia della terra.

Ed il presidente del consiglio apre all'Iran, con una mossa decisamente astuta.

Gli astuti commenti dei leader europei stile Chirac e Prodi sono appunto quello che serve all'Iran, più saranno lunghe ed approfondite le mediazioni e più tempo avrà per dotarsi di un arsenale nucleare, che dopotutto ha il diritto ad avere essendo uno stato sovrano...

E poi quale sarebbe il compromesso?Su che si dovrebbe mediare? Sulle richieste di Israele per il cessate il fuoco? Cioè dovrebbero mediare sul numero di razzi che ogni giorno dal Libano possono colpire Israele? O sul numero di soldati Israeliani che possono essere rapiti? Trenta missili. No dai dieci. Facciamo venti. No quindici. Quindici ed un rapimento. Affare fatto!

Non c'è già una risoluzione ONU sul disarmo delle milizie hetzbollah? No? E perchè queste ultime si sono messe a bombardare Israele ed ad attaccare direttamente i suoi militari?
Cosa c'è in ballo? Cosa c'è sul piatto da negoziare?
Il Libano non era già libero? Non poteva rimanere militarmente fuori dal conflitto israelo-palestinese?
Cosa ne ha guadagnato e cosa ne sta guadagnando? Qual'era il suo fine?

Cosa vogliono Iran, Siria e Libano? Perchè le richieste di Israele sono chiare come il sole.

Ottavio said...

Sharon sapeva quando fermarsi. Cioè quando?

Quando dovrebbe ed avrebbe dovuto fermarsi Kadima in questi giorni?

Forse non avrebbe nemmeno dovuto iniziare, avrebbe dovuto ricordare all'ONU che il Libano non stava rispettando una sua risoluzione e quindi c'era da trattare.

Si, però ribadisco, Israele cosa avrebbe dovuto trattare col Libano per evitare gli attacchi da parte delle milizie hetzbollah? Mi sfugge questo dettaglio.