Sono assolutamente un fan di Woody Allen. E tra le mille buone ragioni che ho di esserlo c'è la sua inimitabile capacità - da profondo liberal newyorchese - di sfottere impietosamente i liberal per le loro sciocche nevrosi, tic, e futili snobberie. Nel suo ultimo film Melinda e Melinda, che consiglio a tutti se non l'avete già visto, racchiude in poche battute, in una sola scena, un perfetto ritratto dei cambiamenti politici che investono l'America di oggi.
Un personaggio maschile appena mollato è ad una festa per essere presentato ad una ragazza single. Lui liberal, lei repubblicana. Il problema lo tormenta e decide di affrontare subito l'argomento con lei. Non è che dopo essere stati a letto finiamo a dividerci sui tagli alle tasse? Lui è rigido e complessato, e a lei la questione non interessa. Lei, maggiorata in abito nero succinto, è attraente, ammiccante, disinibita, una femme fatale, quasi una vamp. Ma repubblicana in carriera. E' lei che vuole abbandonare la festa: andiamo a casa tua... A questo punto lui si rilassa e comincia a piacergli il seguito che si prospetta: «Giuro che non voterò mai più contro la preghiera nelle scuole!»
Per carità, è solo la battuta riuscita di un film, ma il quadretto è perfetto. Di questi tempi i liberal appaiono come i "conservatori", quelli posati, ben educati, con degli schemi e le loro vecchie certezze, al limite del noioso e dello scontato. Mentre i repubblicani fanno la parte dei provocatori, di quelli in fermento, inquieti, che i vecchi schemi vogliono romperli. Sono generalizzazioni e non tutti vi rientrano, ma insomma un po' è così e Woody Allen ce lo ha rappresentato in modo divertente.
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