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Sunday, January 09, 2005

Cronache marziane dall'Ergife

Quante possibilità, Marco?Un'"apertura" sopra-valutata. L'esegesi produce i soliti miraggi? Ancora 10-15 giorni

Calcio d'inizio. Freschi dopo la breve pausa, i membri del comitato riprendono rapidamente posto sul rettangolo di gioco. All'estremità della sala Marco Pannella è chiamato al calcio d'inizio del suo atteso intervento. La partenza è fulminea, ma presto il gioco si chiude in una melina a centrocampo che disorienta un po' tutti, lui compreso. Niente calcioni però, la palla gira alla Liedholm con brevi accelerazioni di classe. Con il passare dei minuti la manovra si dipana... uno-due-tre, e il risultato è assicurato.

Dopo-partita. Il pubblico si riversa all'esterno per i primi frenetici commenti. Quali gli obiettivi, i possibili contro i probabili, della stagione appena all'inizio? Fuor di metafora, la solita squinternata esegesi sul pensiero del lider maximo ("cosa avrà voluto dire?") produce voci incontrollate, filmissimi su Retequattro. Il longilineo Waldorf un po' assonnato ci lancia un sorriso amaro e fuggitivo, "si va con Berlusconi". I piemontesi a guardarli non si direbbe abbiano afferrato, ma erano al quanto distratti e rassegnati, "se non altro un battente resta aperto". Quanto a BdV, con quella cravatta è difficile ogni accordo. La stampa abbandona a fine primo tempo e domani chissà, forse rideremo dei titoli.

Con il mio collega cerchiamo lumi, l'"apertura" non ci convince. Eppure c'è. Avviamo un modesto sondaggio. Ad alcuni gli occhi già brillano, nelle pupille rose e fiori di Arcore, mentre altri già si fasciano la testa. Il professore è scuro in volto e non ha voglia di passare tra i banchi. La comitiva dei belli non sa che pesci pigliare. Tutti corrono troppo di fantasia, la strada è in salita, l'ossigeno poco e il fiato corto. Il cervello annebbiato.

Bittertooth se lo sentiva, "caspita che apertura", "a chi se non a colui che è al Governo?". Sommario delle mosse in tre passi: legalità sulle firme-rinvio del voto-abbinamento, e il gioco è fatto, a gonfie vele fino alle politiche del 2006... sempre se il Cav. "non si è rincoglionito". Don Antonio danza da par suo e conferma.

"Non mi frega un cazzo". Mic va alla fonte e in definitiva è come pensavamo: cosa sono 10-15 giorni? Un bluff. Anzi no. Il segretario assicura che è cosa seria: "vi state forse divertendo?". La sa lunga: cautela e alzare la posta. L'"apertura" c'è, non una svolta, un percorso doveroso sì, possibile ma non probabile, comunque "onorevole".

La direzione. Nel frattempo si trascinano gli ultimi interventi della serata, ma gli occhi sono ormai tutti puntati sui tempi supplementari, la direzione è alle porte e lì quel che bolle in pentola sarà servito, messo nero su bianco. Chi dormirà sonni tranquilli? Tutti lentamente si siedono, chi pronto a gettare il cuore oltre l'ostacolo, chi arriccia occhi e naso in attesa del botto, la riunione comincia. Attenuato l'effetto sorpresa, lavoro di cesello per Pannella: c'è da raffreddare entusiasmi, togliere spine dal q, qualche complice smorfia al compagno di "conversazione". E' parlando che le idee gli si fanno più chiare e intellegibili. Piano piano passa la paura, si ragiona, si tenta la strada. Ancora 10-15 giorni è un mantra nelle orecchie di tutti. Le speranze rimangono poche... e vuoi vedere che neanche lui in fondo ci crede?

Punzispia

1 comment:

michele said...

tra le prime dichiarazioni quelle di Pedrizzi, non certo esaltanti [;-))]: "Se i radicali cambiassero le loro idee e rivedessero le loro posizioni; se difendessero la legge sulla procreazione medicalmente assistita che riduce il danno insito in tale pratica; se si battessero contro la legalizzazione della droga e dell'eutanasia, contro l'aborto, contro l'equiparazione giuridica, sociale e culturale della convivenza di fatto alla famiglia naturale fondata sul matrimonio, e a favore della protezione e della promozione di quest'ultima; se diventassero laici e rinunciassero al fondamentalismo laicista (vedasi vicenda Buttiglione) e all'intolleranza anticlericale; se si convertissero all'economia sociale di mercato, e abbandonassero l'ultraliberismo, allora l'accordo si potrebbe, e dovrebbe, fare. Insomma, -conclude Pedrizzi- dipende da loro"