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Wednesday, January 19, 2005

Testa-coda della Chiesa spagnola sulla contraccezione

L'abbiamo atteso con "trepidazione" per tutta la giornata e finalmente, ahimé, è arrivato. Il dietro-front. In verità la Chiesa spagnola non ha mai cambiato la sua posizione sull'uso del preservativo e continua a ritenere che sia «contrario alla morale della persona» e non può quindi essere consigliato. Questa la «precisazione» tanto attesa, da parte del segretario della Conferenza episcopale Juan Antonio Martinez Camino.

La dichiarazione che aveva sbigottito i porporati di mezz'Europa e che ha provocato la precisazione giungeva dopo una riunione con il ministro spagnolo della Sanità Elena Salgano, dopo la quale i vescovi spagnoli avevano dichiarato che «il preservativo ha un ruolo ben preciso nel contesto della prevenzione integrale e globale dell'Aids», aderendo integralmente alla cosiddetta strategia Abc: astinenza, fedeltà, preservativo. Si era appena consumata una evidente rottura con la dottrina e le disposizioni del Magistero in materia.

Mentre le prime preoccupate reazioni dal mondo cattolico europeo puntavano l'indice su un'errata interpretazione del testo diffuso, in Spagna si sommavano rallegramenti e commenti positivi dal governo socialista, dal quotidiano El Pais, da associazioni laiche e omosessuali, mentre il quotidiano ABC interpretava le opinioni espresse dalla Conferenza episcopale come un «chiarimento», aggiungendo che «la dottrina della Chiesa non giudica immorale l'utilizzo del preservativo al solo fine di prevenire il contagio dell'AIDS per via sessuale».

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