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Friday, January 14, 2005

Referendum: cosa possono fare gli scienziati

Su la Repubblica di oggi è l'ex ministro della Sanità Umberto Veronesi che individua a mio avviso una delle chiavi che aprono le porte della vittoria dei referendum: «Non ci può essere progresso se c'è una spaccatura fra la scienza e la sua percezione da parte della gente».
«La paura di perdere la propria individualità e con essa quelle caratteristiche umane e sentimentali che ci fanno sentire unici, per andare incontro ad una cruda e piatta omologazione. La paura di perdere la capacità di illuderci, di sognare segretamente la propria immortalità, di sperare ancora nell'impossibile e di lasciarsi affascinare dal mistero. Così gli psicologi spiegano l'istintiva riluttanza della gente a vivere positivamente i progressi della scienza». Leggi tutto
Superare o almeno attenuare queste paure è il contributo che deve venire, con uno sforzo evidente di dialogo comune, da parte del mondo della scienza, per una preziosa vittoria referendaria.

Veronesi individua «tre campi nei quali l'impatto della scienza sulla qualità della vita sarà evidente: la genetica applicata all'uomo, la genetica applicata all'agricoltura e l'utilizzo di nuove fonti di energia». Tre campi per sperare di per superare le malattie più infami, il flagello della fame nel mondo, l'inquinamento planetario. La scienza è la chiave del vero ambientalismo, la soluzione cristiana e compassionevole di chi non teme di usare le abilità e il libero arbitrio che Dio ci ha dato.

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