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Monday, March 10, 2008

Quando almeno far finta di essere liberali serviva

Dopo l'infelice uscita su Alitalia e Malpensa, il programma in cui si propongono «dazi e quote» europei contro la «concorrenza asimmetrica» asiatica, il libro "no global" e protezionista di Tremonti, per altro indicato come eventuale futuro ministro dell'Economia, Berlusconi ha completato l'opera di autolesionismo di questo inizio di campagna elettorale con le liste. I volti "nuovi" rispondono ai nomi di Loreno Bittarelli - capopopolo dei tassisti romani e simbolo delle resistenze corporative a ogni ipotesi di liberalizzazione, anche in forme illegali (non confligge con il proposito, dichiarato nel programma, della «tutela dell'ordine pubblico dagli attacchi alla legalità dei vari "disobbedienti"») - e Ciarrapico, il cui "orgoglio fascista" ha provocato le prime crepe interne al PdL (Fini, Cicchitto, Nirenstein), ovviamente subito sfruttate dal Pd e dai giornali "nemici".

Nelle liste del PdL non compare, invece, Capezzone, il cui comunicato pacato e propositivo lascia comunque intravedere che non sia chiuso ogni discorso per un suo coinvolgimento.

Anche il PdL sembra assumere come atteggiamento di fondo il "ma anche" veltroniano. Liberisti ma anche statalisti; Fiamma Nirenstein ma anche Ciarrapico.

Segnali comunque non incoraggianti da entrambi i fronti e l'involuzione è letta in modo che ci pare corretto da Salvatore Carrubba, che ieri sul Sole 24 Ore scriveva: «Quando tutti si dicevano liberali, ora non più».

«La parabola del mercato ridotto a mercatismo, ossia della condizione dell'assetto capitalista mortificata a patologia della dimensione globalizzata, riassume bene l'opacità di contenuti dalla quale prende ufficialmente le mosse la campagna elettorale. L'eterogeneità delle liste finalmente chiuse è solo la conseguenza dello sforzo di definire più che un profilo di proposte una galleria di profili: di facce, di persone, di tipi umani, di categorie professionali. La logica di acchiappare voti ha prevalso sulla capacità di fabbricare idee, premiando fedeltà che (certamente) non daranno problemi e notorietà che (probabilmente) non avranno soddisfazione».

Se i programmi dei due partiti maggiori si somigliano (e potrebbe trattarsi anche di un «buon segno»), tuttavia non si può dire che in «questa piattaforma comune prevalga un forte orientamento liberale». Stupisce, considerando che «tutti fino a pochi anni fa correvano a dirsi liberali».

Carrubba si chiede cosa sia successo, in un così breve lasso di tempo, «per far sì che la rivoluzione liberista del Berlusconi del 1994 abbia lasciato il posto alla seria ipotesi di proporre dazi e invocare difese dell'italianità e che la svolta modernizzatrice di Veltroni abbia finito con l'imboccare la via di un dirigismo dolce». Scorrendo le liste dei candidati di PdL e Pd, ci si accorge che «della vecchia, e già sparuta, presenza liberale, in entrambi gli schieramenti resta ben poco».

Eppure, non è che di liberali e di politiche liberali non ci sia più bisogno. Le 12 proposte avanzate dall'Istituto Bruno Leoni nel rapporto "Liberare l'Italia" «riassumono bene il carattere rivoluzionario che oggi assumerebbe un'offerta politica basata sulla fiducia nella competizione, nel merito e nella responsabilità individuale».

In una certa fase della politica italiana dirsi "liberali" conveniva, era funzionale a una riverniciatura post-ideologica di cui avevano bisogno sia quanti provenivano dal vecchio Msi o dal comunismo, sia quanto avevano fatto parte dei partiti della Prima Repubblica travolti da Tangentopoli. Adesso è come se quell'abito non servisse più, se persino nel fingersi liberali non ci sia più alcuna convenienza. Conclude Carrubba: «Quando in Italia liberali si dichiaravano tutti e nel mondo le riforme di mercato si facevano, il nostro Paese è rimasto fermo, bloccato dai veti e dalle corporazioni, a partire da quelle sindacali... Così, dalla fase in cui (quasi) tutti si proclamavano liberali senza esserlo siamo passati a quella in cui (quasi) tutti fanno gli statalisti senza dirlo».

25 comments:

Anonymous said...

E' l'Italia, bellezza!
E noi (liberali) non possiamo farci niente.... Niente!

Cmq, può darsi che Capezzone si sia bruciato (con onore) quando ha definito sciocchezze le parole di Berlusconi su Alitalia.
Oppure che creda che questa legislatura sarà ancor più breve di quella Prodi. Pareggio sostanziale al Senato. Larghe intese per la riforma elettorale e poco più. Di nuovo al voto. Ed allora candidatura... utile.
Oppure paga pegno a questo giro.
Ai posteri l'ardua (?) sentenza.

Anonymous said...

dazi sì o dazi no?

boh...non ho ancora capito se sia giusto o sbagliato ma leggo che << ...nelle vendite all’estero oltre all’aumento dei costi determinati dal trasporto si aggiungono spesso per i prodotti tipici - continua la Coldiretti - limitazioni quantitative e sanitarie all’export e dazi doganali che determinano la moltiplicazione dei prezzi. Ad esempio in Canada i prodotti esportati oltre i contingenti stabiliti sono gravati di dazi che per il formaggio Asiago arrivano al 250 per cento, in Giappone sono del 30 per cento per i vini e del 35 per cento per i formaggi, in Argentina c’è uno specifico dazio di un dollaro Usa per ogni litro di olio di oliva, in Brasile viene applicato un dazio del 40 per cento sui vini liquorosi Made in Italy che in Egitto aumenta fino al tremila per cento e interessa tutti i vini, secondo una recente indagine del Ministero degli Affari esteri.
Non mancano peraltro - continua la Coldiretti - i Paesi dove alcune specialità alimentari nazionali non sono presenti per vincoli di natura sanitaria, motivi religiosi o difficoltà di natura burocratica amministrativa >>. fonte coldiretti.

ciao.

io ero tzunami

Anonymous said...

Però quando Ciarrapico il palazzinaro pagava dall'MSI al PCI alla sinistra quella pecunia non puzzava affatto.

NicPic said...

comunicato pacato e propositivo???
scusa ma non capisco. imbastisci un'intero post per dire che il PDL sta tradendo ogni residuo barlume (se mai ce ne fosse stato) di spirito liberale e poi dici che capezzone ha adottato un tono pacato e propositivo?
mah

Anonymous said...

Io al sogno di un italia liberale con berlusconi non ci credo più dal 01'.
Speravo che con il PD ci potesse essere la svolta ma la vedo dura. Comunque vada dovremmo aspettare altri 5 anni.

Anonymous said...

Quando si dicevano tutti liberali, tutti non sapevano di cosa stavano parlando. Adesso son "rinsaviti" e tornano ad essere quello che son sempre stati, Stati, statalisti.
Niente di nuovo sul fronte Italiano.
Se tutto va bene siamo rovinati...sembra di vedere l'italia del 1921, o la Germania del 1932...finché il "popolo" perde la pazienza e ...giù porcherie.
Freedom is never more then one generation away from extinction...Ciao

Jinzo said...

Io voto per il PLI Jim. SEnza Capezzone il Lazio non ha alcun motivo di essere votato... Non voglio ritenermi responsabile dell'elezione di tassisti corporativi, papisti e fascisti orgogliosi....

Anonymous said...

X JINZO
Si, credo anch'io che il PLI sia l'unico barlume che puo' evitarci di mettere una fetta di salame nella scheda elettorale!

Anonymous said...

voto al pli? bhè è come mettere na fettina di salame nell'urna...ahahahahahah

Frango said...

scusate ma qui non si tratta di liberismo

a me sembra che stiate idolatrando una parola-feticcio

la svendita dell'alitalia è stata una porcata nel più puro stile delle varie vendite SME-CIRIO etc. solo che sta volta prodi si è superato: all'offerta economico-industriale largamente più svantaggiosa; al fatto che ad una finta asta sia succeduta una vera trattativa privata con un acquirente già deciso a priori; agli innumerevoli conflitti d'interesse con manager, banche e consulenti, implicati con l'acquirente; si aggiunge un elemento nuovo: stavolta l'azienda svenduta dallo stato è destinata a essere eliminata dall'acquirente, interessato solo a disfarsi di un grosso concorrente

quanto ai rapporti con la cina: al momento fanno comodo solo alle aziende che delocalizzano lì, moltiplicando gli utili
non fanno certo comodo agli operai italiani che perdono il posto, ne alle aziende europee che subiscono una concorrenza sleale

argomento tassisti: liberalizziamo pure, ma al taxista che ha fatto un mutuo in banca per pagare una licenza di 60000 euri, facciamo per favore la cortesia di restituirgli i soldi della licenza???

scusate ma tutto questo non è liberalismo

Anonymous said...

La mancanza di liberalismo è colpa di un capitalismo latifondista, dei monopoli etc. Ma è anche colpa dei liberali, della loro disorganizzazione, dell'incapacità cronica di fare rete. Le idee ci sono, troppe. Mancano i fatti, la capacità di aggregare e aggregarsi...

Anonymous said...

Si son tutti riempiti la bocca col liberalismo che poi non é la panacea. E il non globalismo di Tremonti é pienamente giustificato dai risultati che si possono osservare prima di tutto negli USA. Gli USA speravano in un mercato gigantesco che avrebbe divorato i prodotti americani e invece é successo il contrario: i cinesi hanno trovato il bengodi.
Restiamo col PDL che é ancora il meglio che abbiamo

P.S.
Leva i captcha ottici, ché non é educato!

Jinzo said...

@Frango:

"non fanno certo comodo agli operai italiani che perdono il posto, ne alle aziende europee che subiscono una concorrenza sleale"

In realtà fanno comodo a quella fascia di popolazione che non può permettersi di andare al ristorante italiano il sabato sera, ma che andando dal cinese prendono antipasto primo e secondo con 11 euro. Se non ci fosse il ristorante cinese semplicemente non andrebbero al ristorante ed i risultati dell'occupazione italiana sarebbero gli stessi. Questo era un esempio, ma credo sia significativo per capire come il protezionismo altro non sia che una grande truffa.

"argomento tassisti: liberalizziamo pure, ma al taxista che ha fatto un mutuo in banca per pagare una licenza di 60000 euri, facciamo per favore la cortesia di restituirgli i soldi della licenza???"

Non mi pare proprio sovrapponibile alle politiche di Alemanno....

@Lontana:

"E il non globalismo di Tremonti é pienamente giustificato dai risultati che si possono osservare prima di tutto negli USA".

Pienamente proprio...

"Gli USA speravano in un mercato gigantesco che avrebbe divorato i prodotti americani e invece é successo il contrario: i cinesi hanno trovato il bengodi".

Lonta, gli USA sono un Paese liberista? E soprattutto il motivo della recessione economica è effetto della globalizzazione? E su dai....

"Restiamo col PDL che é ancora il meglio che abbiamo"

Come no, il salvataggio di Alitalia, il meglio che abbiamo...

Anonymous said...

Noi liberali, invece, potremmo fare molto. Intanto, cominciamo a renderci conto che liberalizzare l'Italia non significa solo "meno tasse per tutti" come propina Berlusconi da anni ma significa pagare anche un costo sociale che in Italia nessuno sembra volere. Berlusconi cerca il consenso ovunque a Destra ma la rivoluzione liberale passa attraverso lo "scontro sociale" non solo con i Sindacati ma anche con quelle categorie super protette (come ad esempio i tassisti e gli ordini professionali) che costituiscono buona parte dell'elettorato di AN. In altre parole, a Destra ci sono tanti illiberali come a Sinistra.

La svolta colbertista di Tremonti e la fusione di FI con AN mi convince di quello che stavo gia' maturando da tempo, e cioe' che di liberale ci sia rimasto molto poco nel PDL salvo riempirsi la bocca della parola "liberta'!".

Sarebbe bello che su Tocque-ville invece di scrivere panegirici su Berlusconi e di mettere in ridicolo la sinistra, si facessero piu' critiche al PDL e, SOPRATTUTTO, si cominciasse a parlare di un dopo Berlusconi. Dopo queste elezioni, che le vinca o che le perda, i liberali dovrebbero cominciare a pensare e camminare da soli.

Chissa' forse proprio il post di JimMomo e' l'inizio per un nuovo progetto davvero liberale

Frango said...

Perdonami Jim, ma sull'argomento Alitalia ti consiglio di recuperare Tempi di giovedì scorso: c'era in allegato un libretto che analizzava la questione, ed è qualcosa di assurdo, che non posso certo riassumere in poche righe. La vicenda ha contorni che sarebbero incredibili, se non ricadessero nei canoni delle dismissioni "alla Prodi", faccende per cui è stato regolarmente indagato, e per cui si è regolarmente salvato grazie alle intimidazioni ai PM che hanno osato indagare (Di Pietro compreso).
Oltretutto, Colaninno padre si pappò la Telecom (bella privatizzazione anche quella), con d'alema che bloccò l'alleanza difensiva di Telecom con Deutsche Telekom. E adesso Colaninno figlio, si schiera a soccorso del PD per salvare qualche voto di qualche irriducibile imprenditore coglione.

Lontana ha ragione su ciò che non solo gli USA (che si sono lasciati dei margini di manovra), ma soprattutto gli inetti politici europei, speravano di ricavare dall'ingresso della Cina nel WTO: un mercato vergine di oltre un miliardo di persone che non aspettavano altro che comprare i nostri vestiti e i nostri prosciutti. Peccato che i nostri stilisti hanno già delocalizzato tutto il delocalizzabile lì (dove pensi siano fatti gli zainetti prada?), lasciando in italia l'altissima moda, che dal punto di vista occupazionale riguarda poche centinaia di persone IN TUTTO.
Peccato che hanno solo aperto all'invasione cinese. Le esportazioni reali italiane in cina sono meno di quelle verso la spagna.

Magari le gomme Pirelli che hai sulla tua vettura vengono dallo stabilimento cinese del gruppo italiano, ma non penso che le hai pagate meno di quanto costassero prima...

I ristoranti cinesi in italia c'erano già da prima dell'ingresso della cina nel WTO e, se ci vai, vacci a tuo rischio e pericolo, TUTTO quel che ti fanno risparmiare sul conto, si ripercuote INTERAMENTE sull'igiene

Come dicevo prima, il LIBERALISMO ALL'ITALIANA è tanto autentico liberalismo quanto la bindi e luxuria sono vere donne... se la cosa ti sta bene... vota pure la sinistra, o astieniti (che è la stessa cosa)

Anonymous said...

Forse non ci capisco nulla di economia, ma a me sembra che il protezionismo non risolva nulla, è un po' come nascondersi dietro ad un dito. Certamente però gli scambi commerciali dovrebbero essere regolati da accordi simmetrici: se l'olio che esporto in Argentina viene gravato per un dollaro al litro, altrettanto andrebbe fatto per l'olio che dall'Argentina arriva in Italia. Forse è già così, non ne ho idea...

Suluber

Anonymous said...

Qualche considerazione in ordine sparso: i dazi, al di la della loro utilità, vanno decisi a livello europeo (abbiamo o no il mercato comune?)e la vedo dura, chi glieli spiega ai tedeschi?
Caso Alitalia: Solo uno che ha vissuto sulla luna può pensare che Alitalia sia un azienda fiore all'occhiello svenduta per 4 soldi dal turpe Prodi. Si potrebbe discutere sulle modalità della sua vendita, ma chiunque ci abbia avuto a che fare negli ultimi anni, fosse solo come passeggero si è reso conto di come non abbia nesssun senso di esistere.
Riguardo a Capezzone, ritengo che abbia fatto la fine di Mastella, solo in modo un po' meno dignitoso, tutte pensavo di vederle, ma che Mastella avesse più orgoglio di Capezzone non me l'ero mai immaginato.
Giancarlo

Frango said...

Per l'ultimo anonimo: ai tedeschi basta far vedere che le loro esportazioni verso la Cina sono inferiori alle loro esportazioni verso l'Austria!!!! Sembra incredibile vero???
E guarda che tutte le pressioni per ammettere la Turchia a pieno titolo nell'unione europea trae dallo stesso errore di fondo: pensare che 80 milioni di musulmani non aspettino altro che i nostri prosciutti (che tanto non possono mangiare) o i nostri computer (prodotti al 99% tra taiwan e cina)

quanto all'alitalia, la farei chiudere anche io, ma visto che c'era qualcuno tanto pazzo da volerla acquistare e da investire nell'acquisto di 120 nuovi aerei (GIA' ORDINATI dalla Air One, non promesse), perchè svenderla a qualcuno che aveva come unico interesse azzerare l'alitalia e i suoi voli???
non solo, ma se l'alitalia fa acqua da tutte le parti, lo stesso non si può dire per malpensa: terzo aeroporto d'europa come passeggeri e popolazione servita; primo aeroporto più puntuale, facendo addirittura ripartire in orario alcuni degli aerei che arrivano in ritardo; votato migliore aeroporto merci in europa.
Per Airfrance, smantellare malpensa, significa spostare uno dei primi mercati del mondo come voli intercontinentali, sui suoi voli
Grazie Prodi

Anonymous said...

Comunicato di Daniele Capezzone:
"Non sarò candidato alle elezioni politiche del 13-14 aprile. Sosterrò con CONVINZIONE ed ENTUSIASMO, come ho più volte preannunciato, il progetto del POPOLO delle LIBERTA', il programma che è stato reso noto nei giorni scorsi, e la campagna elettorale guidata da Silvio Berlusconi. Ritengo opportuno che tanti LIBERALI, tanti RIFORMATORI, tanti INNOVATORI, e anche tanti delusi del centrosinistra si impegnino per garantire il SUCCESSO del PdL e quindi un Governo effettivamente in grado di capovolgere la politica "tassa e spendi" praticata da Prodi, Padoa Schioppa e Visco, e accettata - tra gli altri - dai 17 ministri e dai 26 sottosegretari del Governo Prodi che oggi guidano le liste veltroniane del Partito democratico."
Cordiali saluti a tutti. Alberto

Frango said...

ci ha messo quei 2 anni, ma almeno lui l'ha capito che dalla sinistra non puoi aspettarti niente di buono

Anonymous said...

Ah regà... ma lo volete capire una volta per tutte che per essere davvero liberali bisogna innanzitutto essere colti?

E vi pare questo Paese decomposto un luogo colto?
Con la scuola che ci ritroviamo ed il pressappochismo diffuso?
Ma lo volete capire che solo una minuscola elite è liberale nel nostro Paese?
Dopo 40 anni 40 di dominio culturale massificante di sinistra, se le cose cambiassero oggi stesso, prima di vedere dei risultati accettabili dovrebbero passare almeno altri 20-25 anni.
E sapete, nevvero, cosa c'era prima del 1968, tra un golpe borghese e l'altro?

Anonymous said...

Il PDL finalmente rivela quello che sarà il prossimo centrodestra, un partito di conservatori in mano a Fini, contenti voi....

Anonymous said...

e mi meraviglio di Capezzone che per un posto da sottosegretario fa finta di nulla...

Anonymous said...

bah...

tutti 'sti liberali...

henrik ibsen, diceva che il peggior nemico della verità e della libertà nella nostra società è la maggioranza compatta, la maggioranza liberale.

non concordo ma ritengo che valga la pena di parafrasare l'autore norvegese...almeno in calce...quanto alla maggioranza.

che è sì male quando è liberale di ritorno...

in italia...molti politici...i più...si professano liberali...anche in questo blog, parrebbero essercene a iosa...

e allora mi chiedo...perché nessuna politica tale???

uhmm...a parte i benecomati liberali, già frequentatori di questo blog...secondo me...a proposito dei professionisti della politica...c'è qualcosa che non va in chi si professa liberale, liberale, liberale, liberale liberale...

oppure..."ma anche" liberale?!?

non dico che bisognerebbe essere tutti come...cavour...ma almeno sul tipo di biondi...

andrebbe bene pure un modello del sempre in piedi zanone!!!

ahò...ma...chi li ha visti 'sti benedetti liberali italiani???

io no.


ciao.

io ero tzunami...

Anonymous said...

in Italia sono tutti liberali quando si parla della roba degli altri, con la propria, chissà perchè, si è protezionisti e si chiede allo Stato d'intervenire ...