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Tuesday, March 04, 2008

Temi, liste e "rose" di cui non frega niente a nessuno

A mio modesto avviso un bravo politico non dovrebbe né farsi trascinare dai sondaggi dicendo alla gente ciò che la gente vorrebbe sentirsi dire, né intestardirsi nel voler imporre una propria agenda che non trova alcuna corrispondenza nelle preoccupazioni dei cittadini.

Mi pare uno di quei casi in cui la virtù sta nel mezzo. Un bravo politico dovrebbe innanzitutto saper indicare delle priorità che rispondano alle esigenze più sentite da coloro che si candida a rappresentare; dovrebbe saper intercettare le tendenze che agitano l'opinione pubblica, non subendone gli umori ma dando forma e sostanza politicamente definita a istinti e istanze espressi in modo disordinato. Assumendosi anche i rischi di apparire impopolare per non essere anti-popolare. Se, per esempio, i cittadini avvertono mancanza di merito e mobilità sociale, dovrebbe saper indicare, e motivare, azioni di governo coerenti con l'obiettivo di introdurre più merito e più mobilità sociale nella vita economica e sociale della società, anche se quando si viene al dunque le riforme spaventano sempre grosse fette di popolazione, che godano o meno di una rendita di posizione.

Individuare le priorità, dunque, e su di esse attrarre consensi. Per questo dico che i temi della bioetica, come l'aborto, l'eutanasia o la fecondazione assistita, e i nuovi istituti giuridici come i pacs, seppure importanti, certamente da non accantonare, mi sembrano ad oggi percepiti come secondari dalla generalità dei cittadini rispetto ad altri temi avvertiti invece come prioritari e urgenti, come reddito, lavoro, tasse, spesa pubblica.

Tuttavia, nei salotti televisivi e nelle redazioni dei giornali spesso trovano uno spazio eccessivo discussioni oziose che pretendono di imporsi all'attenzione del pubblico come grandi dibattiti culturali. Seppure non del tutto privi di interesse, trovano poco o nessun riscontro nelle priorità dei cittadini e a volte sembrano anche poco attinenti con quella che dovrebbe essere una prassi di governo liberale.

Il direttore di Europa, Stefano Menechini, mi pare che abbia colto nel segno con un suo editoriale di qualche giorno fa: «Devono essere ciechi. I nostri giornali, i nostri partiti, e anche i portavoce dei nostri vescovi. Il 95% del dibattito pubblico, delle polemiche giornalistiche, degli interventi ecclesiali, delle dichiarazioni politiche riguarda temi che – stabilmente, da anni – sono in fondo a ogni interesse della Nazione. Neanche il 3% di tutti gli italiani considera l'aborto un tema rilevante per sé, soprattutto ai fini della decisione elettorale. E lo è per appena il 7% degli italiani cattolici: fonte, Famiglia cristiana, cioè uno dei giornali che si è lanciato sulla pista dello scandalo di Veronesi e dei radicali nel Pd. Viviamo e lavoriamo in un circuito politico-mediatico che s'era eccitato per la laicissima Rosa nel Pugno facendo prevedere chissà quali risultati: 2,6%. L'80% disertarono le urne sulla fecondazione assistita, e ben pochi di loro perché l'avesse chiesto Ruini. Oggi, anche grazie all'amico Corriere, la lista di Giuliano Ferrara è considerata un evento: nei sondaggi va dallo 0,1 allo 0,5%. Insomma, per essere brutali: non gliene frega niente a nessuno. Biopolitica, bioetica, difesa della famiglia tradizionale, aborto».

Dunque, i partiti che a questi temi dedicano la maggior parte delle loro risorse, umane e materiali, e che non riescono ad elaborare una proposta generale, sono condannati (soprattutto in un sistema che tende sempre più verso il bipartitismo) ad una funzione di mera testimonianza, e a rappresentare settori molto minoritari di opinione pubblica, per lo più quelli che si sentono al sicuro dalle intemperie economiche.

Un'analisi corretta, quella di Menichini, che descrive lo scollamento non solo della politica dai cittadini, ma anche del mondo dell'informazione e dell'"alta opinione" dalla realtà.

Qui siamo pronti a "inchiodare" Ferrara al suo 0,2%, o anche al suo miracoloso 2%, come lui nel 2005 inchiodò i referendari al loro 25%. La sua iniziativa si rivelerà un autogol, esattamente come si rivelò tale quel referendum. Per questo anche la Chiesa guarda con scetticismo, se non con fastidio, la lista di Ferrara. Quella insignificante percentuale fungerà da recinto per i revisionisti della legge 194, una sorta di autocertificazione del loro essere ultra-minoritari nel Paese. L'aborto, per gli italiani, rimane una questione delicata e anche sofferta, ma già affrontata dal punto di vista legislativo in modo equilibrato e pragmatico anni fa, ed oggi è in fondo alle loro preoccupazioni politico-elettorali.

2 comments:

Anonymous said...

<< ogni situazione richiede una sua propria politica specifica dal momento che dal contorto ceppo dell'umanità non si è mai ricavato niente di dritto. ciò che la nostra epoca richiede non è, come spesso ci viene ripetuto, più fede né una leadership più forte né un'organizzazione più scientifica. è piuttosto il contrario, meno ardore messianico, più scetticismo illuminato, una maggiore tolleranza delle idiosincrasie e più frequenti rimedi ad hoc per raggiungere obiettivi in un futuro prevedibile >>.

immanuel kant...ipse dixit.

ma kant era un coglionazzo che non capiva una sega...se paragonato ai fulgidi politici di questa nostra stagione...

essi sono abilissimi a portare avanti discussioni di lana caprina...un dolce dir niente...e lo fanno proprio per poter "dimenticare" la trattazione dei temi + contingenti.

con la loro ipocrisia, inoltre, ci tengono ben stretti per le palle perchè da mediocri che siamo...nemmeno abbiamo il coraggio di prendere i bastoni e scendere giù in piazza, a picchiare i politici + inetti...'sti parassiti maledetti...non abbiamo il coraggio - e la volontà - di ribellarci ad essi...né con il voto democratico ( che sarebbe preferibile ) e nemmeno come hanno fatto i monaci buddisti in birmania.

i politici gongolano e si ingrassano...sproloquiando su cazzate che rasentano la pura teoria e la filosofia...

in diritto penale si chiamerebbe actio libera in causa...che non esclude la punibilità!!!

ciao.

io ero tzunami

Anonymous said...

Bravo tzunami!