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Wednesday, March 12, 2008

Bufale quotidiane, per ignoranza e pregiudizi

I giornali italiani una ne scrivono mille ne combinano. Eclatanti due casi nelle ultime ore.

Oggi pomeriggio sono stati diffusi dal Ministero dell'Economia i dati della Trimestrale di cassa, ovviamente disastrosi: il "tesoretto", se c'è, lo scopriremo solo a giugno, Padoa-Schioppa non si sbilancia, ma intanto sono riviste al ribasso, e di molto, le stime di crescita del Pil nel 2008: +1,5%, aveva previsto il governo qualche mese fa; +0,6% dice ora. Rivista invece al rialzo l'inflazione, al 2,6%. «Risanamento solido», esulta il ministro, il che è come dire: "L'intervento è riuscito ma il paziente è morto".

Ebbene, Corriere.it titola: «Pil dimezzato» (!). Come dimezzato? Il Pil «dimezzato» è compatibile con uno scenario post guerra atomica. Dimezzata, semmai, potrà essere la crescita del Pil, altrimenti vorrebbe dire che una recessione fulminea ha eroso il 50% della ricchezza prodotta ogni anno in Italia. E' evidente che chi ha inserito quel titolo non ha idea di cosa sia il Pil e a cosa si riferisca quel +0,6%, che è un indice di incremento. Insomma, non è all'improvviso sparita mezza torta, ma solo metà della sottile fetta che ogni anno si aggiunge alla torta intera. Vallo a spiegare...

Quel titolo, «Pil dimezzato», è rimasto a caratteri cubitali sull'homepage di Corriere.it per alcune ore, per essere sostituito poi dal più cauto «Stime dimezzate sul Pil».

Il secondo strafalcione, stavolta non dovuto all'ignoranza ma al pregiudizio anti-americano, riguarda tutti (o quasi) i quotidiani italiani, anche di centrodestra (mi riferisco a il Giornale). Tutti oggi riportavano in grande evidenza e con malcelata soddisfazione la notizia secondo cui gli Stati Uniti avrebbero «cancellato» la Cina dalla lista dei «cattivi», quei Paesi che violano sistematicamente i diritti umani. Falso. Si salva solo La Stampa, che titola: «La Cina esce dalla top ten dei cattivi». Ah, dalla «top ten»! Già è meglio.

La maggior parte dei titoli lasciavano intendere che gli Usa non contestassero più alla Cina le violazioni dei diritti umani. Washington è più accondiscendente con Pechino nell'anno delle Olimpiadi, era la maliziosa lettura politica che i somari in redazione davano. Il segno politico è esattamente il contrario. Il rapporto annuale redatto dal Dipartimento di Stato Usa contiene invece un duro atto d'accusa nei confronti della Cina, fornendo l'elenco e la descrizione dettagliati delle violazioni, sottolineando addirittura il peggioramento di alcune situazioni. Giudizio severo anche per la Russia di Putin, di cui si denuncia l'involuzione autoritaria.

Se la Cina non risulta - per quest'anno - tra i primi dieci per "cattiveria", basta andarsi a leggere chi sono i primi dieci più "cattivi" (Corea del Nord, Myanmar, Iran, Siria, Zimbabwe, Cuba, Bielorussia, Uzbekistan, Eritrea e Sudan) per non rimanere stupiti più di tanto. A pesare in questi casi è anche il grado di chiusura e impenetrabilità dei regimi dall'esterno. Una decisione che si può non condividere - e non la condivido - ma non sono certo cancellate dal rapporto le violazioni della Cina.

1 comment:

Anonymous said...

Corea del Nord, regime sostenuto dalla Cina;
Myanmar, regime sostenuto dalla Cina;
Iran e Siria, almeno il primo fa comodo alla Cina come ostacolo antiUSA in Asia;
Zimbabwe, non so nulla;
Cuba, nulla è cambiato;
Bielorussia, Uzbekistan, ex rep.sovietiche;
Eritrea, area di Al-Qaeda;
Sudan, sostenuto dalla Cina.

Insomma, la Cina è oltre la top ten per modo di dire...