«Alitalia ha distrutto negli ultimi 15 anni circa 15 miliardi di euro, poco meno di due volte le risorse mobilizzate dall'ultima manovra finanziaria. Si tratta di 270 euro per italiano, neonati compresi. E' un bene che qualcuno oggi voglia investire, di tasca propria, per il rilancio della compagnia ed Air France-Klm, una volta acquisito il controllo di Alitalia, avrà tutto l'interesse a rinnovare la flotta e a migliorare un servizio che sta, giorno per giorno, diventando sempre più scadente... l'unica alternativa possibile all'offerta di Air France-Klm è quella di rimettere le mani nelle tasche degli italiani. Chi vuole far fallire la trattativa si deve oggi prendere questa responsabilità: deve dire agli italiani che intende varare una manovra finanziaria per far sopravvivere l'italianità (o, meglio, la statalità) di Alitalia».
E questo pur sapendo che Alitalia in mano pubblica non potrà mai tornare ad essere autosufficiente.
«L'offerta Air France-Klm impegna non solo l'attuale governo, ma anche le principali forze dell'attuale opposizione. Si chiede a queste un impegno entro il 31 marzo. Comprensibile perché non si vuole che il prossimo governo metta i bastoni fra le ruote. Per certi aspetti questa vicenda ci darà la prova della coesione interna dei due principali schieramenti che oggi si presentano alla prova del voto. Sarà come un mini-test di governo. E' forse ancora più difficile fare i conti con la realtà per il sindacato quando ci sono tagli all'occupazione. Sono comunque meno di quelli paventati anche solo qualche giorno fa: si tratta di circa 1600 esuberi, meno del 15 per cento del personale di Az flight, quando l'unica vera alternativa alla cessione, è il fallimento della compagnia. Se si vogliono spendere bene i soldi dei contribuenti meglio utilizzarli per riformare davvero i nostri ammortizzatori sociali, offrire coperture non solo ai lavoratori coinvolti dagli esuberi Alitalia, ma anche alle centinaia di migliaia di lavoratori delle piccole imprese che in Italia perdono il lavoro ogni anno senza poter accedere a un'assicurazione contro la disoccupazione degna di questo nome solo perché non hanno santi in paradiso che perorino la loro causa».
4 comments:
sarebbe tutto giusto... se non fosse che l'air france non vuole affatto investire
gli interessa solo eliminare un concorrente sulle rotte intercontinentali
l'unica differenza rispetto a pochi giorni fa è che hanno deciso di far sopravvivere il marchio alitalia (insieme alle orribili uniformi verdi del personale), ma sarà solo un marchio, un etichetta per i voli nazionali, niente di più
Mi dispiace gentile JimMomo, ma il suo stupore sulla determinazione dei francesi dovrebbe far suonare un campanello d'allarme.
Non avrà ragione la Marcegaglia?
bebop
P.S. le preoccupazioni di Frango sono più che giustificate, ed i soldi spesi dallo stato per Alitalia dovrebbero convincere lo stato stesso a vendere con giudizio le proprie quote. Che non significa tenere Alitalia per sempre...
P.P.S. io ricordo ancora le privatizzazioni selvagge, che non hanno portato benefici ai consumatori, ma solo agli amici degli amici.
I tempi della politica italiana (perché all’estero non è così, vedi Singapore Airlines) – che ha sempre gestito Alitalia – sono troppo lunghi per quelli del mercato. L’obiettivo di redditività oggi si scontra con quello di avere un ammortizzatore sociale ed occupazionale come Alitalia.
Quindi, Air France vuole Alitalia? Bene. Esuberi? Ce ne saranno, per forza. Troppi? Meno dei 20.000 a cui si andrebbe incontro rifiutando o facendo miseramente cadere l’offerta. E meno di quelli previsti dal Piano Cimoli del 2003 (3000 esuberi). Alitalia rischia di diventare un “ala” low-cost di AirFrance? Tempo fa, 16 anni fa, c’era tempo di evitarlo e di far decollare l′azienda. Oggi non più. Per essere salvata, Alitalia deve poter essere flessibile anche a questo. Alitalia deve essere italiana? C’è ancora spazio per questi ragionamenti di fronte all’economia globale? La Buitoni è Svizzera (Nestlè)! No, non c’è spazio…e nemmeno molto tempo.
Post a Comment