Pagine

Monday, March 10, 2008

La Spagna ancora a Zapatero

La Spagna ancora in mano a Zapatero. Politica estera, anti-occidentale e isolazionista, da dimenticare; tragici errori nelle trattative con l'Eta; ma la politica sui diritti civili e il mantenimento della barra riformista di Aznar in economia mi sembrano aver portato alla sua riconferma. I Popolari crescono nonostante la sconfitta, mentre perdono i piccoli partiti. Oltre a Zapatero, quindi il vincitore di queste elezioni è il bipartitismo.

Terrorismo basco e rallentamento della corsa dell'economia spagnola saranno le maggiori sfide che Zapatero dovrà affrontare, indicate nell'ottimo punto di Enzo Reale, su Ideazione.com.

Di diverso tenore ma interessante anche il commento di Andrea Romano, su La Stampa: «Fino a ieri Zapatero ci era apparso quasi un leader per caso, arrivato al governo nella sorpresa dei più e ancora atteso alla prova della maturità. Al di là delle facili mitologie con cui una parte della sinistra italiana si è precipitata a riconoscervi l'ennesimo vangelo dottrinario, il suo "socialismo dei cittadini" poteva apparire come una fumisteria post-ideologica». Ma ora Zapatero è «un leader adulto» e dovrà dimostrare di poter «competere con l'eredità di governo di González e di Aznar. Perché da oggi e per i quattro anni del suo secondo mandato la sua leadership potrà dimostrare la sua vera sostanza, trovandosi tra l'altro alle prese con un ciclo economico che si annuncia assai meno favorevole di quello appena concluso... Chiamato a guidare un paese in forma meno smagliante di quello che aveva ereditato da Aznar, dovrà mostrare la stoffa di un leader capace di avere mano adatta anche ai tempi difficili».

2 comments:

Giuseppe Carusone said...

Ma vi costa tanto ammettere, una volta tanto, che il SOCIALISMO non è morto, ed anzi è vivo, vegeto e VINCENTE?

In Spagna ha vinto il bipartitismo perchè ci sono due partiti omogenei.
Cerchiamo di non strumentalizzare per contrabbandare il nostro bipartismo coatto e fasullo in qualcosa di simile.
Il Pd e il Pdl sono meri contenitori dove viene riprodotta in scala minore tutta l'informe accozzaglia dei grandi schieramenti.
Quando metti assieme Nierestein e Ciarrapico, Della Vedova e il capo dei tassisti il risultato è una forza 'indecisionista' in cui la posizione di Tremonti (ottocentesca) è l'unica sintesi possibile.

Angelo D'Amore said...

Non vedo come zapatero possa essere avvicinato a Veltroni.
Walter,il vecchio comunista, gia' in passato si era avvicinato a Blair, poi ha affermato di essere progressista come Obama.
Il problema che in tanti lo credono.