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Thursday, March 06, 2008

Prima che ci minaccino, ci autocensuriamo

Torna d'attualità la censura fondamentalista, ma questa volta si tratta addirittura di autocensura. Dopo la pellicola che costò la vita a Theo Van Gogh (Submission), e le vignette danesi su Maometto, un altro film, "Fitna", del deputato olandese Geert Wilders, sulla ferocia del Corano, accostando l'islam integralista al nazismo.

Il premier olandese Jan Peter Balkenende incolpa sin d'ora Wilders per le reazioni violente cui potrà dar luogo e il suo governo sta cercando qualunque cavillo per censurare il film: «Sanzioni economiche, attacchi, minacce. Chi porterà la responsabilità di tutto questo è lo stesso che ora sta creando le ragioni per tutto questo». Persino il segretario generale della Nato, l'alleanza militare più potente del mondo, ha paura di un film: «Mi preoccupa il fatto che le truppe possano trovarsi sotto attacco a causa di un film», ha dichiarato l'olandese Jaap de Hoop Scheffer.

Il film non è ancora uscito, nessuno lo ha visto, ancora nessuna minaccia o aggressione da parte islamista. Eppure, già scatta l'allarme. E proprio l'allarme, più che il film, potrebbe attirare l'attenzione e far scattare le reazioni dei fanatici. Spesso i tentativi di censurare un film si rivelano anche uno dei migliori modi per promuoverlo. Insomma, se così stanno le cose i fondamentalisti hanno già vinto, ci hanno già tolto la nostra cara vecchia libertà d'espressione, senza colpo ferire.

Ne parla sul Corriere di oggi, il solito Magdi Allam:
«... Ciò di cui dobbiamo preoccuparci tutti è esattamente l'opposto: la salvaguardia della nostra libertà d'espressione in un mondo globalizzato e la libertà di essere pienamente noi stessi a casa nostra, qui in Europa e in Occidente. Ebbene dobbiamo purtroppo prendere atto che questa nostra libertà è già compromessa, perché non siamo riusciti a sconfiggere il terrorismo dei tagliagola e stiamo subendo il ricatto del terrorismo dei taglialingua. Noi abbiamo il diritto e il dovere di affermare e di difendere una civiltà dove a un film si replica con un film, a un discorso si risponde con un discorso, a un evento culturale si reagisce con un evento culturale. Noi abbiamo il diritto e il dovere di tutelare uno stato di diritto dove al limite si può rappresentare la propria contestazione sporgendo denuncia in tribunale, ma mai e poi mai dichiarando una guerra diplomatica e terroristica.
(...)
I veri profanatori dell'islam non sono Wilders, Benedetto XVI o Israele, così come non lo erano Theo van Gogh, Daniel Pearl e Orfana Fallaci. Lo sono invece gli stessi musulmani che disconoscono a tal punto la sacralità della vita da non esitare a massacrare altri musulmani facendosi esplodere anche nelle moschee, a costringere i cristiani a convertirsi con la violenza, a uccidere tutti gli ebrei e gli israeliani perché non avrebbero diritto ad esistere. Eppure l'Occidente continua a dialogare e legittimare i terroristi e i regimi nazi-islamici che li sostengono, al pari degli stati musulmani che boicottano e minacciano pur continuando a professarsi "moderati". Se l'Occidente ha una colpa, ebbene è che è stato finora fin troppo accondiscendente e remissivo con gli estremisti e i terroristi islamici... non auto-censuriamoci addirittura prima ancora che ci minaccino. Non arrendiamoci al diktat dei taglialingua prima ancora che facciano la loro comparsa i tagliagola».
Su la Repubblica, la ex deputata olandese di origine somala Ayaan Hirsi Ali, sceneggiatrice di Submission, costretta a lasciare l'Olanda perché non protetta:
«Non è ammissibile indietreggiare davanti alle minacce, abdicando ai diritti fondamentali della nostra Costituzione. Vedere che il governo olandese vuole risolvere il problema posto da questo film con la censura è vergognoso.
(...)
E' la controprova che l'islam è una religione portatrice di un'ideologia politica intollerante e violenta. In qualche modo, viene confermata la critica di Wilders al Corano.
(...)
Capisco i sentimenti dei fedeli, ed è legittimo dissentire. I musulmani che vivono in Occidente devono però abituarsi a sopportare opinioni sgradevoli o antitetiche alle loro. Questa è la democrazia.
(...)
Il primo ministro Jan Peter Balkenende ha sbagliato. Con i continui appelli, ha dato ancora più pubblicità a questo video. Avrebbe dovuto ignorarlo, non è dal governo che dipende l'uscita di film, libri o articoli».
E Francesco Merlo, da sinistra, invoca «una comune strategia di forza tranquilla che proibisse la censura per pavidità. E che facessimo sapere a tutti i paesi musulmani e a tutti gli estremisti religiosi del mondo che mai rinunzieremo alla libertà di espressione, alla critica e alla satira, anche delle religioni, e che non accetteremo un ritorno all'inquisizione e alla punizione delle eresie, al medioevo islamico, a costo di diventare tutti infedeli, tutti registi, tutti sbeffeggiatori di Maometto».

2 comments:

Jetset - Libere Risonanze said...

Magdi Allam for President !!! E' il mio giornalista preferito!!!

Anonymous said...

Ciao federico, tutto bene?
ti sei scordato di scrivere la presa di posizione molto "liberale" di D'alema? http://www.corriere.it/esteri/08_marzo_07/alema_film_anti_corano_religiosi_202d6e8c-ec10-11dc-a76d-0003ba99c667.shtml
PD libero :)