JimMomo oggi è sul Riformista con un suo articolo (versione stampabile). N.B.: sul quotidiano compaiono titoli e sottotitoli diversi
Argomenti "teologici" per un cattolico che voglia votare Sì. Come le gerarchie ecclesiastiche tengono in ostaggio la religiosità dei credenti
Nei giorni scorsi, dalle colonne del Corriere della Sera, Piero Ostellino invitava a non «alzare nuovi e anacronistici "steccati" fra cattolici e laici» in occasione della campagna referendaria sulla fecondazione assistita. Il segretario dei Ds Piero Fassino manifestava il timore di uno scontro «stile anni '70», e riteneva possibile anche per un cattolico votare sì. Tutti a parole vogliono evitare uno scontro fra laici e cattolici, divisione di cui si nega l'esistenza perché "questi" sono temi trasversali. Siamo sicuri che esista un "campo cattolico"? Cosa si intende con l'espressione il "mondo cattolico"? Non conviene forse ai referendari - è questa la strategia a cui mi riferisco - concentrare le loro attenzioni proprio sui credenti?
Apprendiamo dal Corriere che uno dei giudici della Consulta, Franco Bile, relatore sul quesito bocciato, quello proposto dai Radicali, «pur essendo un cattolico osservante e dunque presumibilmente favorevole alle nuove norme, si è battuto sino alla fine affinché fosse ammesso il referendum e probabilmente non scriverà la motivazione, in modo da rendere pubblico il suo dissenso». Ci dimentichiamo troppo spesso con quali percentuali, decenni fa, i cittadini si espressero nei referendum su divorzio e aborto (60% a favore del divorzio, al nord oltre il 70; 68% a favore dell'aborto). Il nostro Paese è indubbiamente a maggioranza cattolica, ma dov'era allora quella maggioranza? Fu la sconfitta della linea Fanfani-Almirante.
Quando si parla di laicità e religione, di Stato e Chiesa, anche al riguardo dei temi etici, il problema è che sottovalutiamo, per usare un'espressione di Ostellino, «quanto cristianesimo e liberalismo si incontrino qui felicemente. "I metafisici religiosi che hanno asserito l'esistenza del libero arbitrio - ha scritto John Stuart Mill ("La logica delle scienze morali", in Economia e Scienze sociali) - hanno sempre sostenuto che esso è compatibile con la prescienza, da parte di Dio, delle nostre azioni: e se è compatibile con la prescienza divina, allora sarà compatibile con qualsiasi altra prescienza"».
Il libero arbitrio dunque, ma anche il problema di un popolo di Dio le cui credenze religiose sono troppo spesso identificate sic et simpliciter con i precetti dettati dalle gerarchie ecclesiastiche. Il credente, "intimidito" da tale stretta identificazione, è portato all'autocensura e a vivere come "eretici" i propri dubbi e i propri sentimenti, quando si trovasse a pensare e ad agire diversamente dalle indicazioni del clero.
"La Chiesa dice che...", è un'espressione comune. Ma qual è il soggetto in questa frase? E' la domanda che si è posto Padre Jacques Pohier intervenendo al recente convegno organizzato a Bruxelles da Marco Pannella su "Laicità e Religioni in Europa". Domenicano francese, già Decano di teologia morale alla Facoltà Pontificia di Saulchoir, ex presidente dell'Associazione per il diritto a morire nella dignità, e autore del libro "La morte opportuna", dal '79 gli fu impedito di presiedere assemblee liturgiche e di insegnare pubblicamente.
Cosa si intende per "la Chiesa"? Il Vaticano e le gerarchie? La comunità dei credenti? O un'unione delle due entità? Padre Pohier ha spiegato che tra i «luoghi teologici, i luoghi dove la teologia individuava le sue fonti (le Sacre Scritture, i Concilii, Santi e Dottori della Chiesa), vi era anche un elemento molto importante, il Sensus Fidelium (il sentimento dei fedeli). L'esperienza che i fedeli fanno della propria fede era uno dei luoghi teologici, dello stesso valore di tutti gli altri». Oggi è ignorata. Un magistero che non prenda in considerazione il Sensus Fidelium è in realtà «inammissibile» proprio dal punto di vista teologico. Fu Padre Yves Congar a trattare il concetto della receptio. «Dimostrò, perché studiò la storia della teologia, che durante secoli e secoli la Chiesa ha considerato che una dottrina promulgata dalle gerarchie veniva invalidata se non oggetto di una receptio da parte dei fedeli». Una condizione sine qua non, dunque, perché gli insegnamenti proposti dalle gerarchie fossero validi, era che fossero recepiti, accettati e rispettati dalla comunità dei credenti.
Se, come stabilì il Concilio Vaticano II, "la Chiesa" è costituita dal popolo dei credenti, e le gerarchie ne fanno parte, innanzitutto è importante sottolineare la distinzione tra la gerarchia ecclesiastica (o il Vaticano) e l'espressione "la Chiesa". Poi occorre guardare con altra luce a come la fede viene vissuta dai credenti. Per quanto riguarda ad esempio la famosa enciclica Humanae Vitae sulla contraccezione, la non receptio da parte della comunità dei credenti sembra evidente. Come per il divorzio, l'aborto, e come forse sarà per la fecondazione assistita e la libertà di ricerca scientifica.
Lasciando da parte i singoli casi di non receptio, ciò di cui dobbiamo tornare a convincerci è che se la teologia stessa tiene in così grande considerazione il "sentimento dei fedeli", allora non v'è alcun motivo perché il credente abiuri la propria fede per "vivere" scelte diverse rispetto a quelle indicate dal Vaticano. Può farlo, e sostenere le sue posizioni dall'interno della Chiesa, senza sentirsi pregiudizialmente "in errore".
E' ora che in Europa il mondo cattolico possa esprimersi nella sua complessità, che il Sensus Fidelium venga riscoperto, che il singolo credente sia consapevole della piena legittimità che il Cristianesimo gli attribuisce di ricevere con approccio "critico" le dottrine impartite dalle gerarchie ecclesiastiche, anche per quanto riguarda il proprio impegno politico, o quando si tratti di controversi temi etici. Al recupero di queste nozioni, al risveglio di questa piena autonomia di giudizio del credente, deve lavorare tutto il mondo laico - non laicista - ponendosi come primo concreto obiettivo una campagna referendaria nella quale i credenti possano vivere le proprie scelte non in contraddizione con il proprio sentimento religioso soggettivo.
3 comments:
Eh bravo Jimmomo che consolidifica il suo buon momeno!!
L'obiettivo, con questa determinazione, è alla tua mano.
Luca
Il ragionamento proposto val bene anche per i laici? Ostellino & Co. lasceranno libertà di coscienza ai lettori del Corriere?
Oh bene, perchè in questo caso anche i laici potranno scegliere liberamente l'astensione e difendere con tale strumento la vita, la salute, l'identità degli esseri umani più piccoli ed indifesi.
Neonatologo
INTERVISTA AD ANTONELLO DE PIERRO
Da Napolitano alle liti per le poltrone nel governo Prodi, all’Iraq, al sistema elettorale, all’economia.Il ''depierro pensiero''.
Angelo M. D'Addesio
*Iniziamo con le notizie politiche di questi giorni. La scelta di Napolitano come Capo dello Stato è condivisibile, giusta oppure si configuravano alternative possibili e se sì quali?
Sì, penso che Napolitano sia stata la scelta giusta, a dispetto dell’anzianità, anche perché vista la situazione che si era venuta a creare non poteva essere D’Alema, l’uomo giusto, avendo fatto la campagna elettorale per un determinato schieramento. Gianni Letta è stato sempre al suo posto, ma non dimentichiamo che è stato al centro dei fondi neri dell’IRI negli anni ’70 e quindi non era una figura credibile al momento. Mi ha fatto male vedere i 42 voti a Bossi, che è leader di uno schieramento che fa i raduni sul Po e cantava con i suoi seguaci la canzone “Abbiamo un sogno nel cuore, bruciare il Tricolore…”. Parlo di Bossi perché è stato il secondo più eletto. Penso che Napolitano è una buona figura, che sicuramente riuscirà ad essere al di sopra delle parti.
*Il Governo Prodi. Dopo la vittoria risicata che durata potrà avere questo governo e soprattutto come si risolveranno i diverbi interni ai DS o il nodo Mastella-Bonino per il Ministero della difesa?
Come durata mi auguro che sia di cinque anni pieni. Diciamo che le liti sono più nell’ambito dell’Ulivo, nel partito “unico”. Sembra che qualcuno abbia attribuito a D’Alema, la frase e la volontà di una doppia vicepresidenza del Consiglio, con Rutelli. Non sarà così. La vicepresidenza andrà, a mio parere, a Rutelli. Non sono d’accordo sulla scelta di Rutelli, in tempi passati ho trovato molto da ridire sul comportamento politico di Rutelli.
*E sulla questione Bonino-Mastella?
Sicuramente vedo molto meglio Mastella alla Difesa. La Bonino alla Difesa sarebbe una scelta contraddittoria, viste le battaglie pacifiste che la Bonino ha condotto in questi anni con i Radicali, Rutelli in primis. Non dimentichiamo il trasformismo esasperato di Rutelli, dai Radicali ai Verdi, per poi genuflettersi in Vaticano, passando alla Margherita.
*Rimanendo sull’argomento pace-guerra. A fine giugno dovrebbe esserci il rifinanziamento delle missioni in Iraq ed Afghanistan. Il governo Prodi avrà la volontà di svincolarsi dalle missioni oppure seguirà i propositi del governo Berlusconi?
Io mi auguro di no. Innanzitutto la missione in Afghanistan è stata ben diversa. Quella in Iraq è stata una missione di guerra, perché gli italiani hanno partecipato a diverse operazioni di guerra.
E’ eclatante il caso di Nassiriya. Lì sono di stanza gli italiani e ci sono gli stabilimenti dell’ENI che gli italiani hanno protetto durante la missione.
*Quali sono le possibili soluzioni politiche per risolvere questi nodi cruciali legati alle missioni in Iraq?
Io spero si trovi una soluzione che non sarà comunque facile, vista la situazione creatasi in Iraq. Penso che sia però il momento di ritirare i soldati dall’Iraq. C’è da sottolineare comunque il cinismo aberrante che accompagna il cordoglio per la morte dei militari italiani, dalla tragedia di Nassiriya. Berlusconi disse all’epoca “E’ come se fosse morto mio figlio”. Suo figlio non era lì, purtroppo o per fortuna e sono parole e frasi fatte. Il fatto di considerare i morti in terminI di mera contabilità di un bollettino di guerra dovrebbe far riflettere. Dietro ogni morto c’è una tragedia familiare che segna per tutta la vita.
*Si parla di Partito Democratico e di Casa dei Moderati. Eppure le formazioni sono molto disomogenee, la sinistra radicale va per conto suo. Saranno possibili queste elaborazioni in termini bipolari e quali saranno i tempi per queste soluzioni?
E’ una bella domanda. Io sono contrario all’unione DS-Margherita. Sarebbe il tramonto dell’ideologia. Questo già esiste, però se qualcuno ha ancora delle idee, ci troveremmo di fronte ad un’unica lista formata da coloro che combattevano, verbali o meno, ovvero democristiani e comunisti, la vecchia maggioranza ed opposizione. E’ come se in futuro si unissero Berlusconi e Prodi. Dall’altro lato la Casa dei Moderati è surreale. Nel centro-destra non ci sono moderati, per il sol fatto di aver accettato l’alleanza con la Lega Nord che è sempre stata contraria e lontana dallo spirito democratico e di moderazione. Fino a quando ci saranno certe alleanze, sarà difficile una Casa dei Moderati.
*In riferimento al sistema proporzionale come le pensa?
Ecco in riferimento a ciò è bene ricordare che l’art. 1 dice che “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. In realtà l’Italia è stata fondata più sul denaro, sulla ricchezza, che non sul lavoro. E’ stata più che altro una plutocrazia e non una democrazia, non di certo un governo del popolo. In questo senso la legge elettorale è stata un attentato alla democrazia. Non dare neppure la possibilità all’elettore di scegliere il proprio candidato, ma imporre candidature come quelle di Previti, peraltro arrestato in questi giorni o Dell’Utri che si è avvantaggiato di una legge ad personam, altrimenti avrebbe dovuto scontare due anni e sei mesi rende l’idea di come questa legge sia da rivedere, completamente.
*Il tema scottante del lavoro. Veltroni ha riabilitato la Legge Biagi, ha detto che è da riformare, ma non da bocciare completamente. Altri la considerano l’apice e la causa prima del precariato in Italia. Che posizione ha sulla Legge Biagi?
Non dimentichiamo che questa situazione è stata determinata in parte dal centro-sinistra. Bisogna invertire la rotta. Non dimentichiamo che il centro-sinistra introdusse i c.d. “Co.Co.Co.”, ora spariti per fortuna, per poter pagare i periodi di prova. Gli stessi sono stati strumentalizzati, infatti circa tre anni fa si arrivò a circa 2 milioni e 700 mila Co.Co.Co. Vorrei sottolineare un evento abbastanza importante su questo argomento.
*Prego.
Al Ministero dei Trasporti c’è una centrale operativa, che risponde agli utenti che hanno a che fare con la Motorizzazione Civile, occupandosi dei dati sensibili di tutti i cittadini. Prima l’appalto del call-center era stato dato ad una ditta privata. E’ qualcosa di assolutamente sbagliato affidare i dati sensibili di milioni di italiani ad una ditta che può passare la mano ad altre ditte, in barba alla legge sulla privacy. Tutto ciò non è affidabile. Circa tre anni fa, in proposito feci una trasmissione in Radio su Radio Roma, in cui si parlava del Co.Co.Co, come incostituzionale, perché prevedeva una situazione contraria all’art. 4 della Costituzione, perché prevedeva un lavoro da dipendente con le non garanzie del libero professionista. Nel caso del Ministero la nuova ditta che venne impose questo trattamento e c’era chi lavorava lì da 15 anni ed a 40 anni si vide costretta ad accettare.
*E’ il caso di rivedere tutto, di attuare una vera riforma.
Adesso ci sono i “contratti a progetto”. C’è un futuro nel segno del precariato e dell’incertezza. Sono aumentati i divorzi e sono diminuiti i matrimoni. Questo è uno degli effetti collaterali di questa situazione. Oggi un giovane non può neppure comprare una cosa, perché è necessario impegnare una busta paga per un mutuo o un affitto. Una volta si diceva “Ho trovato lavoro” o “Sono Disoccupato” oggi si dice “Lavoro, ma non so cosa farò”. C’è una grande incertezza. Non si parla più tanto di usura in questi tempi, non so se è notato, ma anche questo è un altro effetto collaterale indiretto che bisognerebbe approfondire e che è conseguenza di tale sistema. Berlusconi aveva promesso 1 milione di posti di lavoro, ma se sono questi, ha vinto la scommessa, ma il lavoro è un’altra cosa.
*Faccio l’avvocato del diavolo. L’impresa italiana è in crisi. La concorrenza asiatica è molto forte. La grande impresa sceglie la strada della vendita o svendita o della fusione all’estero. La piccola impresa è strozzata e quindi o sceglie la strada della flessibilità o cede al lavoro nero? Cosa è meglio e cosa il peggio?
Lavoro significa stabilità futura e lavoro è un diritto costituzionale. Lo Stato ha il dovere di tutelare il lavoro, ma mi sembra che lo stia piuttosto calpestando. Un lavoratore che mette su famiglia, lavorando in tre mesi e per altri tre mesi non lavora più, può essere schiacciato dall’usura. Si parla di mobbing, senza che ci siano però una legge adeguata. Ho partecipato ad un convegno sul Mobbing, constatando che una legge seria si attende da anni. Solo la Regione Lazio ha varato una legge regionale, fu un consigliere di Forza Italia a presentarla, Claudio Fucci, ma fu bocciata dalla Consulta su istanza del Governo Berlusconi, cosa abbastanza curiosa. Tornando al mobbing, questo tipo di impostazione del sistema lavoro, presta il fianco al mobbing. Lavoratori con contratti di più durata sfrutteranno quelli con contratti precari
E’ una situazione da ribaltare, magari con incentivi alle imprese che possano assicurare contratti a tempo determinato e con grosse penalizzazioni per le imprese che mantengono la vergogna dei contratti precari.
*Passiamo alla politica estera. Si dice che il binomio Usa-Italia è destinato a concludersi con l’avvento del governo Prodi che guarderà verso altri modelli ed altre collaborazioni. E’ possibile che l’Italia si rifaccia al modello spagnolo o a quello francese, ad esempio nel campo dei diritti civili. E’ vero che finirà anche il binomio Italia-Usa.
Io guarderei prima al mio orticello. Prima risolverei i problemi interni. La Spagna di Zapatero sicuramente, per quello che si sente, sta rinascendo dopo gli otto anni di governo Aznar. Se parliamo dei diritti civili, se vogliamo chiamarli così, io posso essere d’accordo personalmente con i PACS, ma non con le unioni omosessuali. Per giunta nella cattolicissima Spagna. E’ un po’ una contraddizione. In paesi come il Brasile forse non si arriverà mai ai matrimoni gay.
Quanto al rapporto con gli Usa, spero che possano continuare, ma attenzione, devono essere rapporti di scambi reciproci e non di sudditanza. Il Governo Berlusconi si è piegato al governo degli Usa. Lo stesso partito di Forza Italia ha una visione servilistica, Berlusconi ha impostato il suo modello con gli Usa allo stesso modo, ovvero servi del volere di Bush.
Quanto ai diritti civili, gli Usa stessi hanno molto da imparare, se pensiamo agli innocenti che aspettano il giudizio solo perché non possono pagare le spese legali. Si parlava poi di mercato con l’estero. Se penso alla Cina che è lo stato che vanta al mondo il maggior numero di esecuzioni capitali. Ebbene, fino a quando non ci sarà uno standard di rispetto dei diritti umani, io frenerei l’espansione commerciale ed economica della Cina verso l’Occidente.
*Le chiederei un parere sulla vicenda Calcio. Tema banale, ma saltato agli occhi della cronaca, della politica.
Io sono sconcertato da quello che è successo. Siamo abituati a situazioni poco pulite dell’universo Calcio. Situazioni poco chiare ci sono state anche in altri sport ed in altri organismi. Il Calcio è un gioco. Quando il Calcio diventa business, con squadre quotate in borsa ed altro. Non dimentichiamo i crack di Cagnotti e Tanzi. Dove c’è business si vengono a creare situazioni che permettono alle persone di arricchirsi illecitamente. Negli altri sport non esiste ancora tutto questo. Pensiamo al Calcio dei grandi valori, al grande Torino, perito a Superga, con grandi calciatori che giocavano per un premio-partita che poteva essere un cappotto.
Questo non dovrebbe accadere. E’ il caso di fare vera pulizia e che i magistrati vadano veramente fino in fondo per punire pesantemente i reati che sono stati commessi e dare una lezione a questi signori. Fra questi c’è anche Carraro e mi dispiace che sia stato sindaco anche a Roma, una città bella, rinata. Mi fa scemare un po’ di orgoglio di essere romano.
*Ultimo punto. Cosa dovrebbe fare un governo, in questo caso, il Governo Prodi, non dico in cento giorni, ma con estrema urgenza almeno nei prossimi sei mesi. Tre priorità su cui intervenire.
Prima di tutto la scuola. Soprattutto dopo la riforma Moratti che svalutato la scuola pubblica. Bisogna dare a tutti l’accesso alla scuola pubblica, al sapere che è il segno distintivo di un popolo. Altra cosa su cui operare la sanità. Un esempio è il modello tedesco è molto avanti. Si paga una tassa più elevata, ma in Germania viene tutto rimborsato, visite private comprese. Conosco un caso spaventoso di un barbone dimenticato su una lettiga fuori dall’Ospedale di Ostia. La tutela della salute è un diritto da non calpestare che favorisce anche una società più laboriosa. Infine va rivisto completamente il sistema lavoro, a partire dalle assunzioni.
Antonello De Pierro, giornalista, direttore del portale di informazione nazionale Italymedia e da tempo impegnato nel giornalismo di denuncia sociale. Ha collaborato per “La Stampa” e “L’Opinione”, ha diretto nel 2003 il mensile “Nuove proposte” ed ha condotto programmi nel circuito tv Stream, oltre che essere un assiduo ideatore di trasmissioni per Radio Roma ed altre emittenti locali nel Lazio. Oggi è molto attivo nel giornalismo on line e nell’informazione telematica grazie al sito di informazione da lui diretto Italymedia.it
Post a Comment