Nel dibattito sul partito democratico seguirei il consiglio di Panebianco: non bisogna partire dalle tradizioni ma dai problemi e dalle loro soluzioni. Solo su una proposta di forte discontinutà che risponda alle nuove sfide si può fondare un nuovo partito. Ciascuno invece tende ad accreditare se stesso attraverso la propria tradizione gloriosa, le storie personali e le astrattezze del passato. Io direi: l'analisi della situazione economica e sociale italiana e delle sfide a livello europeo e internazionale è la stessa? Pensiamo alle stesse riforme e soluzioni? Su queste concrete domande dovrebbe svolgersi il dibattito sulla nascita del partito democratico.
«E' inutile continuare a discutere di qualcosa che nel frattempo è stato spazzato via dalla realtà», ha scritto Kupchan. Anche Giddens e Nye hanno suggerito di superare le tradizione socialista e socialdemocratica; conquistare il "centro" politico significa attrarre le classi medie, il mercato elettorale costituito dai settori meno ideologici, più pragmatici e dinamici della società, e non cosituire una palude statalista e clientelare. Il partito democratico non potrà essere un ritrovo di post-qualcosa (democristiani, socialisti o comunisti). Per tutti i paesi europei la caduta del muro di Berlino nell'89, la fine del comunismo e l'esaurirsi della funzione storica della socialdemocrazia, che per oltre un secolo ha occupato lo spazio politico della sinistra nei parlamenti democratici, rendono possibile il proficuo innesto del liberalismo nel suo alveo naturale: a sinistra rispetto a un polo conservatore. Un innesto che finora ha vissuto con successo solo la sinistra britannica, con cospicui vantaggi per tutto il suo sistema politico.
4 comments:
Difficile tagliare i ponti con il passato se la classe dirigente è quella di venti anni fa... GM
Sottoscrivo Mariniello.
Prima, qualcuno dovrebbe smettere di considerare la storia allo stesso modo del Ministero della Verita' in 1984. Berlinguer liberale, Togliatti insgnge statista e moderato, quasi umanitario... un PCI dove ci si iscriveva perche' si era anticomunisti. Queste sono le opinioni prevalenti a sinistra. Che strana genia di liberali ne puo' uscire? La realta' li ha randellati in testa, ma non e' servito a nulla.
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