«Sono tra quanti pensano che alla politica italiana serva un sistema elettorale proporzionale... Questa convinzione fa parte del patrimonio politico del cattolicesimo democratico dal lontano 1919. Se dunque l'Udc chiede di aprire un ragionamento in materia non si può dire che sia propriamente un'improvvisata».Marco Follini in questo caso, e tutti i neo-post-ex-democristiani, spesso a sostegno delle loro posizioni politiche contingenti rivendicano l'eredità di Don Luigi Sturzo, fondatore nel 1919 del Partito Popolare, il partito del cattolicesimo democratico. E' vero che Sturzo sostenne il sistema elettorale proporzionale, poi introddotto in Italia nel '19 anche come conseguenza dell'introduzione del suffragio universale maschile.
Peccato però che Sturzo, fondatore di quel cattolicesimo democratico, non sia morto nel 1919, e neanche nel 1924, quando iniziarono gli anni del suo esilio durante il ventennio fascista. La sua storia politica e l'autorevolezza del suo personaggio non cessarono allora, ma addirittura crebbero quando fece ritorno in Italia dopo la caduta del fascismo. Tornò profondamente influenzato dagli anni di vita trascorsi tra Londra e gli Stati Uniti. Non solo Sturzo si oppose sempre al sistema delle preferenze di lista, per le quali invece oggi l'Udc di Follini si batte, ma si convertì con convinzione ai sistemi anglosassoni, avendo fatto esperienza del loro miglior funzionamento, soprattutto rispetto alle istituzioni politiche e alle libertà economiche. Questa parte scomoda delle idee di Sturzo viene sistematicamente rimossa dall'eredità politica che oggi tutti i neo-post-ex-democristiani rivendicano per sé.
Follini infine si dice «conscio di non essere Paul Newman o Robert Redford». Via, non si butti giù, la stangata gli riuscirà lo stesso.
Lettura consigliata: Luigi Sturzo. Vita e battaglie per la libertà del fondatore del Partito popolare italiano (Gabriella Fanello Marcucci, Mondadori 2005)
«Dall'esilio, Luigi Sturzo non è mai completamente tornato. Rientrò, fisicamente, in Italia il 6 settembre 1946, ma i suoi scritti, il suo pensiero, il patrimonio culturale e politico che aveva costruito nei quasi ventidue anni di esilio non rientrarono con lui, non ebbero in Italia né cittadinanza né circolazione. Non per divieti, ma per noncuranza, per inconsapevolezza e talvolta anche per colposi silenzi»
4 comments:
Don Sturzo era a favore del proporzionale per una ragione semplice: la necessità di combattere un clientelismo e un familismo che caratterizzava i collegi uninominali in quegli anni (cosa che però il proporzionale della prima repubblica non ci ha risparmiato). Poi però scrisse anche che "il proporzionale non è certo una panacea". E ancora: "questo sistema fu male interpretato là dove se ne fece un mezzo di moltiplicazione dei partiti, rendendo le assemblee instabili e la formazione dei governi difficile. In questo caso il rimedio è stato peggiore del male".
Ciao.
Già.
Sturzo era stato fautore dell'adozione del proporzionale come sistema che consentisse ai popolari di entrare in parlamento difendendo il Paese "dal rivoluzionarismo dell'estrema sinistra e dal nascente fascismo della Val Padana".
Ma nel 1950 scrisse:
“Uno strumento di giustizia elettorale, quale è la proporzionale, è divenuto il mezzo adatto per un più vasto dominio dei partiti, sia imponendosi al corpo elettorale, sia sostituendo la propria iniziativa a quella parlamentare e governativa, sia imponendo le proprie direttive e i propri uomini”.
Quindi la "svolta" avvenne quando Sturzo capì che il pericolo contro cui battersi non era più la tenaglia creata "dal rivoluzionarismo dell'estrema sinistra e dal nascente fascismo", bensì, in una parola, la PARTITOCRAZIA.
E qui stiamo.
PS: altra lettura consigliata:
LUIGI STURZO, CONTRO LA PROPORZIONALE (a cura di Luciana Dalu) - RUBETTINO, 1998
Grazie a tutti per aver arricchito questo post.
in ogni caso, senza sitemare questo maggioritario, ci si troverebbe ancora di fronte a gravi storture.
http://www.francesconardi.it/modules.php?name=News&file=article&sid=320
F.N.
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