Pagine

Sunday, October 02, 2005

Il vieto liberalismo

«La vera sorpresa è quella fatta da noi: i socialisti che si qualificano come liberali. È questo nuovo soggetto che non è radical-socialista come dicono o scrivono quanti lo vorrebbero ghettizzare. È - semplicemente e grandiosamente - un soggetto liberale. Allo Sdi non perdonano di aver abbracciato questo termine. I media lo evitano con cura, giungono al massimo a definire questa cosa "laica", ma mai "liberale". Noi ripeteremo fino all'esaurimento che è un soggetto liberale».

E' la risposta di Marco Pannella al prevedibile fenomeno di rimozione di un termine: liberale. E' il termine più temuto, per questo vieto e silenziato, l'ultima divisione che ancora non c'è e potrebbe essere introdotta nell'Unione. E' su questo termine che si giocheranno le sorti del nuovo soggetto Radicali-Sdi. Se da qui alle elezioni nei confronti di quel termine cadranno i veti, i silenzi di oggi, la battaglia potrà proseguire. Altrimenti occorrerà ammettere la sconfitta. Fare i conti con un centrodestra illiberale che però accetta al suo interno un nuovo soggetto esplicitamente liberale-riformatore e un centrosinistra che non riesce nemmeno a pronunciare la parola liberale. E' la soglia oltre la quale questo soggetto con lo Sdi non s'ha da fare se non può essere, dirsi, chiamarsi liberale.

La rimozione del termine liberale dal nuovo progetto è cominciata con l'intervento di Fassino a Fiuggi, proseguendo per Boselli, che dopo lo splendido intervento di Fiuggi, si mostra visibilmente imbarazzato persino ad affrontare il tema davanti a Prodi e non va al di là di un «laico-libertaria-radicale e socialista». Ancora, il disastroso evento del Capranica, intitolato al «progetto laico, socialista e radicale» punto, dove il soggetto Sdi-Radicali fa un netto passo indietro e si torna a parlare della patetica unità socialista. Per non parlare dei quotidiani, che continuano anch'essi a porre l'accento sulla fine prossima della diaspora socialista.

Di fronte a tutto questo, e poiché non contano solo i "sì" e i "no" ai radicali ma anche i "come", Pannella fa bene a rifiutarsi di guardare al bicchiere mezzo pieno. «Ci sono segnali contrastanti, ma poiché ci accusano sempre di essere ipercritici, insisto nel non guardare solo il negativo».

E nel frattempo, non può che scapparci un sadico sorrisino per la medaglia che Prodi appunta al petto di Pannella-Bonino:
«Quando ero al Parlamento europeo - ha ricordato Prodi - nel minuto in cui parlavano i radicali riuscivano a iniettare tali attacchi alla linea politica della Commissione che a un altro ci sarebbe voluta mezz'ora».

3 comments:

Anonymous said...

Non trovo alcuna sorpresa in questo atteggiamento dei leader dell'Unione. Per loro il liberalismo è "sfruttamento, capitalismo d'assalto, etc.". Se è vero che Pannella ci tiene al "come", sono davvero curioso di ascoltarlo quando dovrà giustificare, per spirito di coalizione, le uscite di un Bertinotti o un Diliberto contro il liberalismo.
E' un progetto che non si regge in piedi. E, dopo l'euforia iniziale, ho l'impressione che il popolo radicale cominci a percepirlo.

ps: Federico ti ho inserito tra i miei link. ;)

maurom said...

Voglio sperare che Pannella e Bonino si "ravvedano".
I giochi non sono ancora fatti:vedrete che il prossimo anno quello che oggi sembra certo,non sarà che una lontana ipotesi.
Mi sento radicale,ma non potrei votare per il centrosinistra.
Deve passare molta acqua sotto i ponti della politica....

Anonymous said...

socialismo liberale? bha quante cavolate per non morire

panka