Le regole ci vogliono dove servono

Leggere la parola «igiene» mi fa tremare le gambe, ma l'opera di demolizione di alcuni falsi miti degli anti-referendari è riuscita a Luca Sofri.

Primo, il cosiddetto «far west», che «serve a fingere che ci fosse una drammatica esigenza di regolamentazione».

«Il "far west" fa leva anche su una tendenza regolatoria dell'istinto umano: "ci vogliono delle regole" è un tic dialettico abbastanza diffuso. In realtà, come sostiene un pensiero assai longevo e consolidato, non ci vogliono delle regole in assoluto: ci vogliono delle regole dove servono... dove l'autoregolazione non è sufficiente».

Secondo, i toni alla "dove andremo a finire", chiamare in causa l'eugenetica, supporre che tutte le persone siano irresponsabili e inclini a distruggere le vite dei propri figli. Ad essere «cinematograficamente orwelliano» è la pretesa delle istituzioni di sapere cosa sia meglio per i cittadini.

Terzo, non si può sancire il "diritto ai figli". Ma in questo caso nessuno pensa a un "diritto" nel senso costituzionale del termine, piuttosto che sia «giusto poter avere dei figli», che sia lasciata la facoltà di averne.

«Secondo questo ragionamento due persone che fanno l'amore e sperano di avere un bambino non pensano di avere diritto a un figlio, mentre due persone che vanno in clinica e sperano di avere un bambino sì».

Quarto, l'eterologa. Come si fa a sostenere contemporaneamente che ci vuole un "padre naturale" (nel caso della fecondazione assistita) e che si può farne a meno (nel caso dell'adozione)?

Quinto, l'embrione.

«Nessuno pensa che l'embrione sia il nulla, o che se ne possa disporre in ogni modo senza alcuno scrupolo. Ma che i suoi "diritti" vadano giudicati assieme ai diritti delle persone coinvolte nella scelta, con un maggiore riguardo nei confronti di queste ultime, in quanto persone».