«Sono chiare le implicazioni politiche. Una conseguenza è che la "comunità euro-atlantica", espressione politico-diplomatica, economica, militare, dell'Occidente, è assunta come un fondamentale valore da preservare per il bene di tutti noi. Ciò significa prendere definitivamente le distanze dall'antiamericanismo del tardogollismo francese. Significa dichiararsi a favore di un processo di unificazione europea che non comporti però allentamento dei legami con gli Stati Uniti. Significa opporsi alle forze (presenti su entrambe le sponde dell'Atlantico) tese a logorare i rapporti fra Europa e Stati Uniti, mandando così in pezzi l'Occidente... Se a questo discorso si somma quanto sostenuto sulla necessità di esportare democrazia e libertà, il quadro è completo».Queste «implicazioni politiche» però, necessarie affinché il recupero del concetto di "Occidente" non rimanga sulla carta ma si concretizzi in iniziativa politica, sembrano non essere ancora del tutto chiare né a Fassino né a D'Alema, che se ne avvalgono a intermittenza, quando gli torna più opportuno.
Conclude Panebianco, che «esistono, a questo punto, due (e forse più) posizioni di politica estera all'interno del centrosinistra...» e se prevalesse quella di Fassino-D'Alema, avremo, «come è sacrosanto che accada in democrazia, solo aggiustamenti di rotta, non rivoluzioni, rispetto alla politica estera dell'attuale governo».
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