Fedele all'inversione di rotta che da quando è presidente del Senato ha intrapreso, arruolatosi nella battaglia ratzingeriana contro il relativismo, ce l'aspettavamo la presa di posizione del liberale Marcello Pera - un compagno che da un po' di anni, ci permettiamo di dire, sbaglia - per l'astensione ai referendum sulla fecondazione assistita.
Oggi. Si spiega al Corriere della Sera. La tesi di fondo è che la delicatezza del tema richiede non una decisione netta, ma il confronto, la riflessione e il compromesso parlamentare.
«Astenersi in modo deliberato e consapevole non significa lavarsi le mani dei quesiti referendari, piuttosto significa conoscerli, volere che la legge resti così com'è, e soprattutto significa affidare al Parlamento il compito della sua eventuale revisione».Il suo è un approccio che ricalca le risapute considerazioni ratzingeriane su progresso scientifico, e teconologico, ed etica:
«... la nostra sapienza scientifica corre ad un ritmo tremendamente più veloce della nostra saggezza morale. Conosciamo e possiamo assai più di quanto le nostre intuizioni etiche sappiano dominare. In una situazione come questa, "sì" e "no" sono risposte così approssimative e così affrettate da essere inevitabilmente inadeguate... Pesare i diritti, anziché sforbiciarli, si deve e si può. Di fatto, il Parlamento lo fa tutti i giorni. Personalmente, ritengo che sia bene che continui a farlo anche con la fecondazione assistita. Ecco perché, se "sì" e "no" sono comprensibili, l'astensione non è un sotterfugio. È invece una pausa di riflessione morale e un omaggio alla democrazia parlamentare».Per il presidente del Senato l'embrione è senza dubbio persona.
«... il ginecologo con le sue provette non vede persone quando tratta embrioni, così come non vedono persone il genetista o il biologo con i loro microscopi puntati su strie cellulari. Ma non le vedono, le persone, non perché non ci siano, semplicemente perché gli strumenti non sono adatti. La persona non si vede né si tocca, perché "persona" non è un termine empirico che denoti qualcosa. "Persona" è termine morale, filosofico, assiologico, religioso, culturale che connota qualcuno. Con la fecondazione, naturale o artificiale che sia, questo qualcuno c'è sùbito, fin dal concepimento. Perciò, fin dal concepimento, ha diritti».Ieri. Le posizioni espresse oggi sono frutto senza dubbio di un cambiamento di idea, ovviamente legittimo, maturato dal presidente Pera in questi ultimi anni.
«Ritengo che si possa sacrificare una vita per un'altra, anche la vita di un embrione a favore della vita di una madre... anche uno Stato laico, certamente, in questi casi fa delle scelte morali: qualunque disciplina normativa si approvi, sottesa ad essa vi è una scelta morale. Ciò che sarebbe auspicabile è compiere il minor numero possibile di scelte morali, perché le scelte morali dello Stato incidono sulla libertà dei cittadini. È proprio sulla base di ciò che devo dire che questa legge, così com'è, non mi piace». (Marcello Pera, intervento pronunciato in Senato, seduta del 22 marzo 2000);
«La perdita degli embrioni. Qui esiste un delicato problema di coscienza per tutti. Ma questo problema non si risolve decretando d'autorità che un embrione è una "persona umana". Perché che cosa è una persona umana, quando lo si è o lo si diventa è questione difficile da trattare... davvero monsignor Sgreccia vuol farci credere che prelevare il seme in un modo o in un altro è moralmente rilevante? La morale dipende da come si eiacula? Nostro Signore non guarderà le nostre intenzioni piuttosto che rovistare sotto le nostre lenzuola?» (Marcello Pera, 27 dicembre 1988).
«Anche la scienza (...) deve essere posta sotto controllo. Ma da parte di chi? (...) C'è chi pensa che si deve delegare tutto allo Stato, chi propende per comitati di esperti, chi opta per l'autocontrollo (...). La scienza la deve controllare la gente. Tutta la gente, perché la scienza oggi occupa una parte decisiva di tutta la gente ed è giusto perciò che tutti abbiano almeno il diritto di metterci il naso» (Marcello Pera, 20 settembre 1988, in risposta all'Istruzione Ratzinger sulla bioetica del 22 febbraio 1987).
2 comments:
Luciano Violante e Massimo D'Alema, rispettivamente nel 1997 e nel 1998, difendevano l'embrione ed esprimevano posizioni opposte a quelle che propugnano adesso.
Esigo una sonora frustata anche per loro!
harry.
...e vogliamo dire qualcosa anche su Fini? ;)
Friedrich
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