Bush e Karzai hanno preteso le scuse di Newsweek, subito ribattezzato Newsweak, «notizie debolucce». Su Il Foglio, anche un'utile raccolta, da portare sempre con voi, delle patacche spacciate per verità dai mainstream media:
«Versione postmoderna del battito d'ali di una farfalla che diviene uragano, questa è la verità nell'epoca della falsificazione mediatica globale... E a forza si slabbrare il sospetto si ricava la bugia che, urlata con foga e sostenuta dalla potenza di un immaginario scosso, si trasmuta in realtà credibile e genera profitti duraturi».Però il commento più incisivo lo firma Gianni Riotta, a conclusione del suo articolo sul Corriere della Sera di oggi:
«Il destino bizzarro di tutti noi giornalisti nel nuovo mondo della guerra globale e dei media globali è usare ancora i ferri del mestiere autoreferenziale, vecchi come i tempi quando interlocutori soli erano politici e classe dirigente. Chiamati a informare in una dimensione in cui i lettori sono anche autori, via Internet e blog, ogni dispaccio fa ll giro del mondo e viene verificato, e stravolto, in 60 minuti, dovremmo mutare e non siamo invece capaci. La dignità della signora Mlller salva tanti, anche i suoi critici, ma o impariamo in fretta a scrivere in modo leale, diretto, e sapendo sempre di avere gli occhi del mondo addosso, o l'informazione, come l'abbiamo conosciuta dall'Illuminismo a oggi, è finita. E' un destino, ma è il nostro, duro, destino».
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