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Monday, May 23, 2005

Non era libera Chiesa in libero Stato?/2

Vignetta. Un cardinale: non li abbiamo convinti all'astinenza, proviamo con l'astensioneL'appuntamento è a domenica prossima, 29 maggio, quando Benedetto XVI chiuderà a Bari il 28mo Congresso eucaristico nazionale, al quale hanno preso parte le 226 sedi vescovili e 25 mila parrocchie di tutta Italia. E sarà il primo giorno della verità per il nuovo pontificato di Papa Ratzinger. Cederà alle forti pressioni della Cei per un richiamo esplicito all'astensione sui referendum del 12/13 giugno, o resisterà abbandonando i vescovi italiani al destino che li aspetta per la loro scelta suicida? Si interroga oggi Oscar Giannino su il Riformista.
Il Papa sceglierà «di tornare a un ruolo di attore protagonista della vita politica italiana, come Giovanni Paolo II per 25 anni e con ottimi risultati ha evitato con cura di fare, interpretando la missione petrina come guida della Chiesa universale, discosta da quel mix di compromessi ed errori cui si riduce spesso la vita pubblica del nostro paese, e della quale gli errori e le forzature della legge 40 sono nuova espressione»?
Il peso del mondo cattolico, guidato dalla Cei e forte dell'8 per mille, si fa sentire sempre di più sulla campagna referendaria. Siamo a conoscenza per fonte diretta di una vigorosa campagna anti-referendaria all'interno delle chiese, di parroci che trasformano in comizi le loro prediche, che trasformano la funzione religiosa in una funzione partitica. Persino nelle scuole ai genitori giungono messaggi per l'astensione; l'ora di religione e di catechesi, fino ai corsi pre-matrimoniali, non si perde un minuto per invitare i fedeli all'astensione. Per chi decidesse di votare sono pronti gli anatemi: «stupido o traditore».

Qui sta il punto. Il principio di separazione fra Stato e Chiesa non viene infranto dalle prese di posizione - legittime - da parte di un vescovo o di un parroco di campagna, ma quando una scelta politica viene indicata al fedele in nome della contrapposizione fra l'autorità spirituale e quella civile. E' quando il credente sente la propria appartenenza alla religione cattolica e la propria fedeltà a Santa Romana Chiesa vincolate a una precisa opzione politica che scatta l'ingerenza e la probabile violazione del Concordato da parte dell'autorità religiosa.

Se il Papa deciderà di scendere in campo sarà una novità assoluta e rappresenterà inequivocabilmente la cifra del nuovo pontificato, una svolta all'insegna dell'ingerenza del Vaticano nella vita civile del nostro paese con la quale i molti liberali sedotti da Ratzinger non potranno non fare i conti. «Istintivamente e per la speranza che in lui riponiamo», l'appello è "Se ne guardi, Santità!".

Sul fronte politico, oggi registriamo che sul sito della Margherita emerge un sorprendente sondaggio secondo cui il 46% degli utenti sarebbe intenzionato a votare 4 sì, ma non c'è molta speranza che Rutelli ne voglia tenere conto, e che Italo Bocchino (An) procede sulle orme di Fini:
«Mi si rinfaccia: tu sei un uomo di destra, la destra dei valori, la destra di "Dio-Patria-Famiglia". D'accordo. Ma la mia intransigenza sui principi non può rendermi cieco di fronte alle difficoltà degli individui. La destra non è un totem dove si possono immolare le persone per un dogma... Non voglio credere che qualcuno ancora pensi a uno Stato-Leviatano che ammorba gli individui con la sua volontà incontestabile... Non chiudo gli occhi e mi tappo le orecchie. Cerco di farmi carico del problema, rendendomi conto che, probabilmente, come legislatore ho contribuito a rendere difficile la vita di alcune persone».

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