Oriana Fallaci si sente un'apri-pista, un esempio, con il suo processo si apre un «varco che consentirà di condannare per reato d'opinione coloro che, contrariamente ai magistrati, hanno il diritto e il dovere di prendere pubblica posizione. Giornalisti, scrittori, intellettuali, cittadini che rifiutano il
politically porrect e osano andare controcorrente».
«Questo processo non è contro di me... Non è neanche il processo di un giudice in cerca di pubblicità, di un signore che esce dal suo minuscolo cosmo di provincia e finalmente vede il suo nome pubblicato sui giornali. E' un processo che mira a creare un Caso, il Caso Fallaci. Cioè un processo che mira a condannare una persona nota per poterne condannare altre. Io sarò condannata. E in certo senso, paradossalmente, sarà un bene. Una cosa che gioverà a chiarire le cose, a dimostrare che stiamo perdendo la libertà...»
Al processo Oriana non ci andrà «manco morta».
«No, non li degnerò della mia presenza. Questa è una causa inaccettabile, inammissibile, imperdonabile. Perché questa è una giustizia che condanna la vittima e assolve il carnefice. Che anzi al carnefice permette di portare in giudizio la vittima. Se la sentenza dirà che La Forza della Ragione costituisce reato, il ridicolo cadrà sull'intero sistema giudiziario». L'intervista concessa a Christian Rocca
Ho scritto spesso della rozzezza e della grossolanità di alcune delle argomentazioni della Fallaci, ma il processo a suo carico è inaccettabile e va difesa con la penna, con i denti, con tutto ciò che abbiamo, poiché sono
sotto attacco le nostre libertà costituzionali. Se non le difendiamo oggi, le avremo perse e domani toccherà a noi subire i processi.
1 comment:
e speriamo che finisca come nel '74.
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