«Lo sta sviluppando a Baltimora la Break away games, la stessa che programma i giochi di guerra del Pentagono. Verrà distribuito su Internet e fornito per vie traverse a chi si oppone ai regimi autoritari in versioni ad hoc l'autunno prossimo: una in russo per la Bielorussia, una in farsi per l'Iran, una in arabo per la Palestina, e così via. Conterrà le mappe di decine di città, caserme, commissariati, sedi occulte dei servizi segreti, ospedali, parlamenti. E insegnerà al rivoltosi come accattivarsi le forze armate e quelle dell'ordine, come unificare il dissenso, e come mobilitare i media e la popolazione». Leggi tuttoL'idea è di Peter Ackerman, il padre fondatore dell'International center on non violent conflict. Dal 2000, da quando aiutò Otpor ad abbattere Milosevic, spiega come si ottiene la «unanime sottrazione del consenso» ai regimi, sostiene le opposizioni con finanziamenti, seminari, film, libri, audio e ora videogames. Il modello, come per i radicali, è Gandhi, non Lenin: «Monopolizzare la violenza è votarsi alla sconfitta». Inizialmente, l'amministrazione Bush diffidò dei metodi di Ackerman, ma si ricredette dopo le rivoluzioni in Georgia e Ucraina e oggi il Dipartimento di Stato indirizza ad Ackerman numerosi movimenti.
Intanto, veniamo a sapere che in Iraq i terroristi hanno le nostre pistole. Chi gliele ha date? L'informativa dell'intelligence americana è lapidaria: nelle mani del terrorismo in Iraq sono state trovate oltre 10 mila pistole italiane Beretta. Con ogni probabilità sotto c'è un commercio illegale che risale ai tempi del regime di Saddam in violazione dell'embargo. Ma possiamo escludere la pista che porta ai nuclei antimperialisti?
No comments:
Post a Comment