Pagine

Thursday, October 18, 2007

Decidere, ma decidere bene

Francesco, la tua lettera è un contributo importante alla riflessione.

Devo dire che per quanto riguarda la laicità non ho provato lo stesso disagio. Se davvero la laicità è innanzitutto metodo, e non solo temi eticamente sensibili, be', i 13 punti propongono una radicale laicizzazione del nostro sistema economico e politico. Sono sempre più convinto che la sudditanza della politica nei confronti della gerarchia vaticana sia strettamente connessa all'enorme quantità di risorse pubbliche che i partiti si trovano a gestire, per quel meccanismo per cui sono ben contenti di servire clientele e corporazioni per averne in cambio il sostegno necessario, soprattutto in legittimazione, a rimanere al potere, aiutati da un sistema istituzionale ed elettorale che nasconde i volti e le scelte dietro i simboli e il richiamo del "dna" politico. Credimi, un Dico non vale quanto la flat tax, anche in termini di laicità.

Sono d'accordo, però, che sia necessario non tanto il richiamo a questo o a quel tema, ma il palesare a tutti i livelli il metodo della laicità, come rispondenza delle politiche che si propongono, in ogni settore, ai fatti concreti valutati razionalmente.

L'intervento di Capezzone su Il Foglio di oggi mi è parso condivisibile nel possibile scenario che traccia, e anche laddove individua una carenza di proposta dell'attuale frastagliato centrodestra, che rischia di farsi trovare impreparato quando, prima o poi, si ripresenterà l'occasione per la rivincita elettorale.

Come ho avuto modo di scrivere sia sul mio blog sia su LibMagazine, non credo affatto che da qui a quel momento sia scontato che Berlusconi si presenti con un progetto più credibile in termini liberali di quello di Veltroni, il quale potrebbe, in questi mesi, dotarsi della patente non solo "giusta" ma proprio giusta, meno vecchia e ingiallita di quella di Berlusconi. Dipenderà dai temi, dalle allenze, dai nomi. Inutile che mi soffermi sui segnali, perché ne ho già trattato sull'ultimo numero di LibMagazine.

Certo, sbaglierebbe Capezzone, se avesse già tratto il dado. Di questa opinione sembra essere anche Paolo Messa.

Detto questo, è certamente opportuno che Capezzone continui a sollecitare il centrodestra sui punti di Decidere.net (e mi pare che questo intervento sia di gran lunga più mirato dei precedenti) e che corrisponda alle attenzioni che riceve, ma è urgente creare le condizioni per fare altrettando nei confronti di un centrosinistra che potrebbe presentarsi con un "nuovo conio" (se non altro, per poter rivendicare di averle tentate tutte). Sarebbe un fatto politico nuovo in presenza del quale sarebbe grave farsi trovare impreparati. Anche perché il rischio, di tutta evidenza, è il "venire decisi" anziché il "decidere".

Non userei il termine "trasversalità", ma il concetto dell'opa mi sembra quello da seguire con coerenza, non nascondendoci però le oggettive difficoltà che, per vari motivi, il nostro prodotto riscontra presso certi "mercati", e un contesto le cui variabili sfuggono al nostro controllo.

Le risorse liberali sono scarse in questo paese e dobbiamo continuare a offrire il nostro contributo di ragionamento affinché vengano spese nel migliore dei modi, poiché l'alternativa sarebbe il ripiego verso la sfera privata che, se non altro per ragioni anagrafiche (per citare Montanelli), noi non possiamo permetterci.

3 comments:

Anonymous said...

Io comincerei a spedire qualche copia dei libri del Prof.DeMarchi a Vauro e Santoro...
con la speranza che li leggano e capiscano qualcosa (invece di continuare a sbagliare il bersaglio)...
così si renderebbero conto che i dipendenti del privato, i piccoli imprenditori ed i lavoratori autonomi stanno dalla stessa parte...
e di là ci sono gli sfruttatori di Stato e di parastato (compresi i grandi dell'industria, delle banche e delle assicurazioni)

Anonymous said...

Permettetemi l'intromissione:
condivido l'osservazione sulla laicità ed è ovvio che una flat tax non valga quanto un DICO ma, a mio parere, sono argomenti da porre, ed elaborare, su piani diversi.
Come non esiste una sola laicità o forse dovrei meglio esprimermi dicendo che la laicità è un unico concetto comprendente più sfaccettature, penso che non si possa trovare una sola causa del "problema". Certamente è in parte dovuta all'enormità di risorse pubbliche (e private) che consentono ai partiti di creare una rete di clientelismi, ma, sempre a mio modestissimo avviso, innanzitutto è un problema istituzionale. La mancanza di laicità, nel senso della contrapposizione dei poteri Stato-Chiesa, nasce da un bipolarismo malato e incapace che lascia il Paese esattamente spezzato in due. Così l'unica soluzione per gli schieramenti è approfittarsi di un terzo polo vagante, giocando ad attrarlo da una parte e dall'altra. Parlo del famoso "centro". Certamente un problema da non sottovalutare: la destra vincerebbe mai le elezioni senza Casini? E la sinistra le avrebbe vinte senza Mastella? Volenti o nolenti la laicità sta per gran parte qui, in un ribilanciamento dei due (o tre) contrappesi posti sulla bilancia. Purtroppo il problema è difficilmente risolvibile ma, dai 13 cantieri, almeno in questo senso non vedo fuoriuscire alcuna soluzione.

Saluti

Anonymous said...

"...la tua lettera è un contributo importante alla riflessione."

Ma chi mai parla così?
Politichese puro e politically correct!!!

Quando uno scrive una stronzata adesso gli si dice che le sue opinioni ... non ci convincono ...

Ma per favore!!!