E' vero che alcune persone «astute» si sono arricchite grazie alle liberalizzazioni dell'era Eltsin muovendosi in modo spregiudicato, ma «non a spese di proletari esangui per colpa della dittatura del proletariato», bensì di «dirigenti comunisti troppo fiacchi per difendere la loro torta». Non è vera, invece, la «favola» che racconta Putin, cioè la sua presunta lotta contro gli «oligarchi corrotti» per ridistribuire al popolo la ricchezza.
«Per parlare chiaramente, le autorità russe non desiderano sopprimere gli oligarchi, ma selezionano i "buoni", quelli che obbediscono e sopprimono i "cattivi", quelli che disobbediscono. Questi ultimi vengono puniti, il loro gruzzolo sequestrato e ridistribuito agli amici dell'ex Kgb (oggi Fsb)».
Ed ecco, dunque, i tre motivi per cui l'imprenditore Khodorkovsky dava fastidio: popolarità personale; sostegno ai partiti liberali; ostacolo alla concentrazione statale dell'energia e, quindi, alla politica estera del Cremlino, che vede nel ricatto energetico la sua principale arma nei confronti dell'Occidente.
«Khodorkovsky non è certamente un uomo del tutto candido. Neppure Sakharov lo era... Ma, presa coscienza dell'oppressione e della sopraffazione che lo circondavano, protesse i dissidenti e si oppose alla dittatura. Khodorkovsky... fu disgustato dal ritorno dell'autocrazia. Molti russi mi hanno detto e Anna Politkovskaya in particolare: era ricco e per questo il popolino diffidava di lui. "Ma se vai al bagno penale e non ti pieghi, agli occhi dell'opinione pubblica appari come purificato". La resistenza di Mikhail Khodorkovsky, nella sua solitudine mondiale, lo consacra grande figura di oppositore al fianco di Garry Kasparov e Vladimir Bukovsky».Dietro la balla della lotta agli oligarchi l'anima nera del regime putiniano.
1 comment:
Vero vero...
ma intanto da queste parti neppure una schiena dritta.
Ma ti immagini un inverno senza metano?
E come lo raccatti più il consenso?
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