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Friday, October 19, 2007

Una polpetta avvelenata per il centrodestra

La precarietà del lavoro tra le emergenze etiche e sociali, al pari della difesa della «vita» e della «famiglia» fondata sul «matrimonio» eterosessuale.

«Quando la precarietà non permette ai giovani di costruire una loro famiglia, lo sviluppo autentico e completo della società risulta seriamente compromesso». Il messaggio di Papa Ratzinger non è ancora univoco. Al problema indicato - la precarietà - non suggerisce una risposta in un senso (rivedere la flessibilità, le leggi Treu e Biagi), o in un altro (liberalizzare il mercato del lavoro). Ma l'intensificarsi delle prese di posizione del Papa in ambiti economico-sociali stanno preparando il terreno a un enciclica sulla dottrina sociale della Chiesa.

E allora, i precetti, anche in quell'ambito, saranno più espliciti. Il centrodestra, incapace di produrre autonomamente cultura politica, sia a livello di coalizione che di singoli partiti, in questi anni ha assorbito e fatto proprio in larga misura il magistero morale che la Chiesa ha riproposto con tenacia nel suo rinnovato protagonismo politico.

Difficile, purtroppo, che rimanga immune da un'offensiva simile del Papa e delle gerarchie sui temi economico-sociali. Ma a quel punto, di fronte a una dottrina dai connotati socialdemocratici, solidaristici e pauperistici, per la quale Stato e Chiesa alleati accompagnano il cittadino passo passo, dalla culla alla bara, intervenendo a moderare la sua esuberante propensione al guadagno, il centrodestra non potrà eludere il bivio: assimilare anche questa parte dell'insegnamento della Chiesa, teorizzando un liberalismo sociale, o compassionevole, che qualcuno ha già sussurrato, abbandonando definitivamente la rappresentanza delle istanze liberiste, determinante nelle vittorie del 1994 e del 2001?

Più che per scelta, per debolezza culturale e bisogno di fonti esterne di legittimazione politica, si compirebbe la mutazione illiberale del centrodestra italiano, contribuendo a rendere più credibile, in termini liberali, un centrosinistra di «nuovo conio» che affidasse il proprio timone economico in mani nuove, esperte, dall'indubitabile pedigree liberale, allo scopo di solcare rotte fino ad ora rimaste tabù per la sinistra.

Neanche il centrosinistra è immune dall'influenza del cattolicesimo sociale, di cui la Bindi è interprete significativa. Ma se Veltroni decidesse davvero di imprimere una "rupture" con i vecchi schemi, avrebbe dalla sua l'appoggio delle agenzie educative, culturali e mediatiche, e dei centri intellettuali, storicamente di sinistra nel paese, oltre che la tipica presunzione di superiorità morale dei post-comunisti.

4 comments:

Anonymous said...

C'è da piangere, non c'è dubbio, ma come si fa a non godere per l'ennesima volta?

Diliberto e Caruso che plaudono al pontefice, mentre i cattofascisti della CDL, quelli dell'embrione-persona e delle radici cristiano-giudaiche, invitano imbarazzati a "non strumentalizzare"! :D

Anonymous said...

vale sempre ed ovunque il motto: chiagnere e fottere!

e per molte Famiglie bene dell'Italia che conta (i soldi): Franza o Spagna purchè se magna!!!
Vero Moratti?
Vero Letta?
ecc ecc ecc

Anonymous said...

Veltroni?

ma mi faccia il piacere!!!!!!!!!!

dice di lui più il bacio amichevole della Signora "benissimo" Afef e la compagnia della Signora Milly Moratti di tante chiacchiere su rupture e nuovo conio libbberale!

Ma davvero vogliamo farci abbindolare dall'ultima, davvero l'ultima, risorsa del continuismo?
Ma se Veltroni, per disgrazia sua, dovesse abbandonare il campo all'improvviso... ma mi dite chi altro potrebbe essere presentato da quei ... del PD?

Dall'altra parte, invece, se improvvisamente sparisse il Berluska, credo che stavolta Fini, nonostante se stesso e nonostante gli alleati, ce la farebbe ugualmente perchè c'è tanta di quella gente incazzata, non solo col governo, che stavolta...

Anonymous said...

http://opinioniefintedemocrazie.blogspot.com/




CASINI E FINI:Due aspetti della frustrazione


Fossi in Berlusconi io non avrei timore del PD,che tanto è una minestrina riscaldata,gli stessi padroni di casa,che ogni tanto ,quando l'appartamento fa proprio schifo,gli danno una tinteggiata .
Fossi in Berlusconi,dicevo,avrei paura dell'antiberlusconismo "di destra".
Ci sono dei leader che a parole professano lealtà al capo di una coalizione,salvo poi inciuciare,chi con Veltroni,chi con Prodi.
Hanno paura del capo della loro stessa coalizione:strano a dirsi ma questa volta hanno paura di vincere.
Perchè non sono pronti?No .Perchè vogliono le riforme?No.
Perchè non vogliono Berlusconi.
Questi "leader"(....)non sopportano di essere offuscati da chi ha un carisma maggiore del loro.Forza Italia dovrebbe essere il loro lasciapassare per fare cose "di centrodestra",invece preferiscono trattare col"nemico",piuttosto che vincere e ritrovarsi Berlusconi.Se questi sono gli "amici",Berlusconi non ha da dormire sonni tranquilli.
Diciamo che la sinistra radicale sta al governo come AN ed UDC stanno a Berlusconi.
Non è il calcolo politico che critico , ma quello morale.
Vale a dire : ci sono 2 leader(uncoli)che hanno cercato durante il loro periodo di governo di mettere in difficoltà non Forza Italia ,ma Berlusconi.Durante le scorse politiche hanno tirato i remi in barca e Berlusconi(non Forza Italia) facendo da solo la campagna elettorale ha perso contro tutti gli sforzi della coalizione di centrosinistra di soli 24mila voti.Adesso c'è un governo ai minimi storici,con una preferenza in cifre percentuali che spingerebbe un qualsiasi governo estero alle dimissioni,eppure AN ed UDC,pur di non vedere Berlusconi premier ,corrono chi in soccorso del governo,chi ad accreditarsi con Veltroni.Ancora una volta Berlusconi è solo .
Ma allora perchè Berlusconi si ostina a tenere in piedi la CdL?Mandasse tutto a ramengo,si muovesse in modo da ottenere il maggioritario e li mandasse tutti a scopare il mare.
Io penso che per il solo odio nei confronti di Berlusconi,AN ed UDC perderanno un sacco di voti.
Il primo ,AN,perchè i suoi elettori sono scesi in piazza per mandar via il governo e adesso si ritrovano un leader che dialoga con quello stesso governo che qualche giorno fa voleva mandare a casa.
Il secondo ,UDC,perchè si muove in direzione di "prove tecniche di centrosinistra", e questo i suoi elettori non glie lo perdoneranno.Non è una mossa politica.Hanno appena visto che fine ha fatto Mastella in una coalizione di centrosinistra.
Questi sono già organici al centrosinistra ,perchè li lega la comunità di intenti:mai Berlusconi a Palazzo Chigi.
Riepiloghiamo :ci sono due leader (Fini e Casini) che invece di competere con un altro leader (Berlusconi) nell'ambito di un'indiscussa piattaforma comune di intenti ,preferiscono trattare con quanto di più lontano ci possa essere dai loro valori, pur di eliminare il "leader che li adombra".
Berlusconi è il loro incubo,e da mediocri quali sono,inscenano questa "melina" per far scadere il tempo di Berlusconi.Solo allora potranno essere "i migliori".Non hanno i numeri e si atteggiano a "dialogatori".
Meglio Storace:il suo partito è nato da 5 minuti e già si sa da che parte sta ed a chi giura fedeltà.Storace sa di essere un leader , ma sa anche di non essere come Lui.Ma non lo odia,bensì lo stima.L'elettorato di AN ripiegherà su La Destra,come oggi ha fatto la Santanchè.
"La mossa di Veltroni spacca la destra"?No, più che la sinistra potè la mediocrità umana.


NemoTeneturAdImpossibilia