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Tuesday, March 18, 2008

L'ipocrisia di Ue e Usa, che restano a guardare

Sono palpabili l'imbarazzo e l'incertezza nelle reazioni dei governi occidentali alla violenta repressione dell'esercito cinese in corso nel Tibet, che ha già provocato decine di morti. Non solo si ha la netta percezione di un deficit strategico, dell'assenza di una visione politica di fondo nei confronti della Cina – tranne, naturalmente, che per l'apertura dal punto di vista economico e commerciale – ma sembrano non avere neanche la minima idea del tipo di pressioni più efficaci da esercitare in questi giorni, per tentare di salvare la vita a migliaia di tibetani. Gli europei si limitano a esprimere «preoccupazione» e a chiedere «moderazione», escludono il boicottaggio delle Olimpiadi definendola una risposta «inadeguata», ma si guardano bene dall'indicare altre azioni politiche e diplomatiche da intraprendere nei confronti di Pechino. Non sanno cosa fare oltre a produrre comunicati.

La presidenza di turno slovena ha espresso «preoccupazione», chiesto «chiarimenti», esortato «tutte le parti alla moderazione» e a rinunciare alla violenza. In particolare, ha invitato le autorità cinesi a «rispondere alle dimostrazioni in accordo con i principi democratici internazionalmente riconosciuti». «L'Ue – si legge nella nota – sostiene fermamente la riconciliazione pacifica tra le autorità cinesi e il Dalai Lama» e «incoraggia entrambe le parti» a trovare una «soluzione accettabile a tutti che rispetti pienamente la cultura, la religione, l'identità tibetana».

Preoccupazione e moderazione anche nelle parole usate dalla Commissione Ue, che attraverso un portavoce esclude ogni ipotesi di boicottaggio delle Olimpiadi, perché non sarebbe una risposta «appropriata». Il problema dei diritti e della cultura dei tibetani «dovrà essere affrontato in un altro modo». Quale sia non è dato sapere. Anche il ministro degli Esteri D'Alema spiegava che la proposta di boicottare le Olimpiadi creerebbe solo «confusione», ma di iniziative più lineari e meno confuse non si vede nemmeno l'ombra, né da parte europea né italiana. I governi occidentali sanno benissimo solo cosa non possono permettersi di fare e minacciare.

Silenzio assordante da parte della Chiesa cattolica. Papa Ratzinger, nell'Angelus della Domenica delle Palme, ha del tutto ignorato i tragici eventi in Tibet, ritenendo forse più importante qualche ordinazione vescovile condivisa con Pechino. Evidentemente la vita e i diritti umani dei tibetani non ricadono tra i «valori non negoziabili» e la sola libertà religiosa che conta è quella dei cattolici.

E' stato detto che il Papa «non ha fonti dirette di informazione, non ha un nunzio o una comunità che viva lì da cui avere notizie e chiarimenti per eventuali appelli pubblici», ma è ridicolo. Autorevoli agenzie come Asianews e Misna documentano da giorni cosa sta accadendo in Tibet e il Papa dovrebbe fidarsi almeno dei suoi giornalisti.

Da parte americana si sottolinea che la Cina «deve rispettare la cultura tibetana, il carattere multi-etnico della sua società» e si ricorda che secondo il presidente Bush il governo cinese «deve dialogare con il Dalai Lama». Il segretario di Stato, Condoleezza Rice, ha rinnovato a Pechino la richiesta di coinvolgere l'autorità spirituale tibetana, preannunciando di voler affrontare la questione con il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi. Proprio alla vigilia della repressione il Dipartimento di Stato toglieva la Cina dalla top ten dei peggiori violatori dei diritti umani. Un'apertura di credito mai così infelice e intempestiva.

Prevedibile, invece, il totale appoggio della Russia a Pechino, anche se sorprende l'asprezza dei toni usati. Mosca auspica che le autorità cinesi assumano «le misure necessarie per fermare le azioni illegali e garantire la normalizzazione» della situazione in quello che viene definito il «distretto autonomo» del Tibet e bolla come «inaccettabile» qualsiasi tentativo di politicizzare le Olimpiadi. Nel comunicato si ribadisce anche che per la Russia il Tibet è «parte inseparabile della Cina» e che «la soluzione dei rapporti con il Dalai Lama è un affare interno».

Mentre nel vicino Nepal, dove vivono oltre 20 mila tibetani, la polizia ha disperso violentemente, con cariche, bastoni, lacrimogeni e arresti, le manifestazioni pacifiche degli esuli, più complicata e di difficile definizione la posizione dell'altro gigante asiatico, l'India. Tradizionalmente ospitale con la diaspora, in funzione anti-cinese, da alcuni anni la maggiore interdipendenza con Pechino ha raffreddato l'iniziale simpatia nei confronti della causa tibetana. La polizia indiana ha arrestato, senza usare violenza, oltre cento manifestanti durante la marcia che da Dharamsala doveva raggiungere e varcare la frontiera con la Cina, penetrando in Tibet, proprio all'inizio dei Giochi olimpici. Le autorità indiane permettono agli esuli tibetani di svolgere manifestazioni ma non di lasciare il distretto di Kangra per intraprendere iniziative provocatorie nei confronti della Cina.

7 comments:

Anonymous said...

Invecchiando bene ci si fanno meno illusioni e si prendono meno fregature (a parte l'invecchiare).
Molte delle buone cose che ci hanno insegnato da piccoli si sono dimostrate inadeguate ed obsolete.
Gli esempi forti del contrario sono sotto gli occhi di tutti e chi ne nega la portata, mente. Non mi importa più se in buona o in mala fede. Mente e basta.
Conta solo il denaro, che non è certo figlio del demonio, ma certamente rende démoni se resta da solo al vertice delle cose che contano davvero.
Il messaggio, questo sì globale, che rimbalza dalle cancellerie ai media è univoco e chiaro.
Non ci si lamenti oltre dello scollamento civile e del degrado morale diffuso ovunque.

Anonymous said...

tecnicamente, come ho già detto...la libera e democratica comunità internazionale...si gratta le palle!

un gratta-e-non-vinci.

ma che la predetta comunità...definibile "libera & democratica" solo in via presuntiva...sia una merdaccia, questa è cosa nota.

beh...veramente è cosa nota pure un'altra caratteristica di 'sta inutile comunità libera...anche se, ferma restando l'attitudine generale all'ignavia...sarebbe meglio dire che questa caratteristica, più che tutta la stronza comunità occidentale, accomuna solo qualche sua più mentecatta frangia...

mi riferisco alla conventicola di persone illuminate e progressiste, le solite note, le menti migliori, quelle dotate di cotanti poteri magici da apparirci, illusionisti che sono, come mentori da ossequiare e seguire.

la caratteristica che accomuna queste persone, ovviamente, è quella di scagliarsi agevolmente contro israele, sempre, senza se e senza ma...e contro il regime comunista cinese...mai!!!

in italia, nel nostro miserrimo piccolo...doveri radical-governativi della bonino a parte, di frange siffatte ne abbiamo un vasto campionario...

...venghino signori venghino...

diliberto, ad esempio...ve lo ricordate quando osannava il modello capitalistico-comunista cinese???

<< ai mercati vorrei dire che il paese con la crescita economica maggiore è la cina comunista >>...che si scrive così ma si legge << liberal-liberisti della mia ( piccola, ndr ) fava, lo vedete che ho ragione io a fare il comunista professionista? solo dove regna il totalitarismo comunista il "mercato" ha maggiori possibilità di sviluppo >>.

proprio come la crescente economia del regime comunista cinese dimostra...

sì alle olimpiadi-autogol, no al regime comunista cinese.


ciao.

io ero tzunami...

Anonymous said...

Tutto bene tutto giusto, ma c'è qualcosa che non mi quadra. Oggi tutta la politica italiana ce l'ha con la Cina e sta col Tibet. Ciò è dovuto al nuovo leghismo mondiale, che vede nella Cina l'alfiere della "globalizzazione" che ci avrebbe immiserito. Allora viva la demagogia e si cavalca la tigre... Ma il fatto è diverso: si deve contestare la Cina a prescindere dal Tibet. Oibò, tutti stavano zitti, e si svegliano solo davanti all'ennesima Tienanmen. E i Laogai?

Anonymous said...

a differenza di mosca 1980 questa volta i giochi non saranno boicottati per itroppi interessi economici con la cina, alla faccia dei diritti e della liberta' culturale.

Anonymous said...

Questo post ti fa onore.
Tzunami invece non si smentisce mai. Che c'entra Diliberto? Ma davvero lo consideri un personaggio di spicco della sinistra?

Vatti a fare una nuotata va... e attento a non affogare che ci stanno i pesciolini che ti mangiano il costumino, ahi ahi ahi!!

Anonymous said...

adrià...ma i coglioni come dili...in mezzo...ci stanno sempre!!!

io nuoto nudo....

ieri, su radio radicale...ore 22, 20 circa...hanno cominciato a mandare in onda un discorso di d'alema sulla cina, non ricordo per quale occasione e a quanto tempo orsono si riferiva, mi è sfuggito...baffino ha esordito affermando che la cina non è poi quel regime criminale che si dice e che anzi, il suo modello economico è ammirevole.

subito dopo, non appena si sono resi conto delle cazzate sparate da baffino...quelli di radio radicale hanno "interrotto" il discorsetto d'alemiano e mandato in onda, repentinamente, un qualcosa su moro.

troppo compromettente d'alema?

punzi, tu che alla radio ci appizzi...puoi controllare e renderci edotti?

grazie.

adriana nuda!!!


ciao.

io ero tzunami...

Anonymous said...

Il Papa ti ha smentito (certo, ora dirai che ha parlato su pressione dei blog radicali, ma vabbè...).

Il fatto è che mai il Papa parla sull'onda della cronaca, tranne casi eccezionali (e questo lo è, tant'è che ha parlato 2 giorni dopo rispetto a quel che si aspettavano i tizi come te).

Ma si sa, per i fissati ogni occasione è buona per prendersela sempre con il solito obiettivo...