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Wednesday, July 06, 2005

Che capriccio il divorzio

Marcello Pera dice che in Spagna è stato frainteso:
«Hanno fatto una sintesi frettolosa: io non ho mai liquidato le unioni tra omosessuali come un "capriccio" che vuol farsi diritto. Mi riferivo invece alla nuova legge che consente di ottenere il divorzio dopo appena tre mesi e senza il consenso del partner, e indebolisce l'istituto del matrimonio».
Adesso anche il divorzio è un capriccio? Ma i cittadini sono o no adulti e responsabili da poter prendere da soli le decisioni sulla propria vita? Chi può stabilirlo? Pera? Prendiamo atto almeno della apparente apertura al riconoscimento delle coppie di fatto.

P.S.: possibile che non capite che non bastano una legge, dei limiti, dei divieti, a "rendere più meditata una scelta"? E' impossibile sapere se nel profondo delle coscienze è o no meditata. Cosa vogliamo introdurre per legge, una seduta dallo psicologo? Se sei un superficiale non ti bastano tre anni per meditare una scelta. Se sei maturo tre mesi sono pure troppi (si badi, dall'apertura della pratica burocratica, e non da ciò che matura dentro di te). Qui, per legge, stiamo fissando la durata di una pratica, non di una riflessione la cui durata varia da soggetto a soggetto e può voler dire anni di tormenti.

3 comments:

Anonymous said...

Dolcissimo Jim Momo, permettimi: che palleeeeeeeeee :-)

Pera non è mai stato contrario alle coppie di fatto (pacs, unioni civili o come diamine vogliamo chiamarle), almeno non così risulta dai suoi scritti e interventi più recenti. Il discorso sul "capriccio" è generale (come ha spiegato Enzo) e non necessariamente particolare. Detto questo, però, converrai che criticare l'accelerazione del divorzio non vuol dire essere contro il diritto al divorzio. Credo che anche il più feroce degli atei cattolicofobici possa convenire che il matrimonio è un istituto di una seppur minima utilità sociale, altrimenti non avrebbe nemmeno senso la sua esistenza (basterebbe andare a vivere insieme senza nessun vincolo). E che pertanto la rapida e accelerata dissoluzione dei matrimoni non è il meglio che il mercato possa offrire. Questo non vuol dire impedire di divorziare, ma rendere più meditata una scelta che ha ripercussioni su una società che, ahinoi, non è composta solo da atomi estranei gli uni agli altri, ma, ahinoi, da persone che hanno relazioni l'una con l'altra. Insomma, se pensiamo che l'ateissima Svezia è dovuta ritornare sui suoi passi sulla fecondazione eterologa perché sembra che favorisca i divorzi, qualcosa vorrà dire no? Ciao,

harry

JimMomo said...

Permettimi tu, dei "suoi scritti e interventi più recenti" proprio non mi fido e ne ho tutto il diritto! Del doman non v'è certezza è il caso di dire!

E cazzo! Possibile che non capite che non basta una legge, dei limiti, dei divieti, a "rendere più meditata una scelta"? E' impossibile sapere se nel profondo delle coscienze è o no meditata. Cosa vogliamo introdurre per legge, una seduta dallo psicologo? Se sei un superficiale non ti bastano tre anni per meditare una scelta. Se sei maturo tre mesi sono pure troppi (bada, dall'apertura della pratica burocratica, e non da ciò che matura dentro di te). Qui stiamo decidendo la durata di una pratica, non di una riflessione che può durare anni da soggetto a soggetto.

Anonymous said...

Non se ne può più Jim.

Una domanda: Se una cosa si può liquidare in due secondi perchè è tanto importante?

Una seconda:
Quando inizierete a commentare le notizie senza il filtro della campagna referendaria?

Una Terza:
Mezzo valore mezzo può rimanere o in nome della libertà spianiamo tutto?