«I suoi scritti degli ultimi quattro anni disonorano quella civiltà occidentale che lei pretende di difendere. E' vero, l'islam contemporaneo ha prodotto quella minoranza pericolosa e quasi diabolica che rappresenta il problema musulmano con cui dobbiamo confrontarci. Ma il fatto che vi siano musulmani, anche in occidente, lenti ad accettare la realtà, come pure ragazzi ebrei americani, non giustifica la sua arringa razzista. Svegliare qualcuno con un secchio di acqua gelata è un conto, fare lo stesso con acqua avvelenata è un altro. L'occidente dovrebbe essere fiero della propria civiltà e anche preparato a difendere i propri cittadini, ma ciò che viene definito come orgoglio è solo qualcosa che alimenta la rabbia.Alla saggezza e alla risolutezza è improntato anche questo articolo di Gianni Riotta sul Corriere della Sera, per il quale è inutile e fazioso dividersi ideologicamente sulle risposte da dare al terrorismo, probabilmente servono tutte, e la forza dell'occidente sta proprio nel saperle armonizzare, la forza come il dialogo.
Dov'è quindi la strategia nei suoi discorsi appassionati? Qual è la soluzione? Potrebbe essere solo assaltare le case dei vicini, deportarli in massa, sferrare una guerra dal Marocco all'Indonesia. La Rabbia e l'Orgoglio sono una semplice copertura per il solo Odio. Quello che occorre ora all'occidente sono il Coraggio e la Saggezza».
«La battaglia delle idee non è un gioco a somma zero, vinco io perdi tu, è possibile che tutti i contendenti vincano e con loro la comunità. Allora rileggete il saggio che Ian Buruma ha pubblicato ieri sul Corriere: inutile dire "mai guerra", se la guerra può fermare il genocidio a Srebrenica o dare scacco alle orde di Al Qaeda. Altrettanto inutile, però, illudersi che la campagna contro il terrore possa vincersi senza dialogare con il mondo islamico... I maestri della strategia, Sun Tzu, il principe Eugenio, Churchill, insegnano che la serenità d'animo è la prima virtù di chi sa vincere la guerra e assicurare la pace che ne segue. Se guardiamo al presente come faranno i nostri figli, vediamo che ci saranno luoghi di azione militare, speriamo brevi e circoscritti. E ci sarà allo stesso tempo una lunga contesa morale, di valori e fedi, dove, come sempre, chi impugna giustizia e libertà prevarrà su chi ha scelto violenza e oscurità».Il sempre è smentito dai fatti, purtroppo, ma un po' d'ottimismo ci vuole, via.
Luci e ombre del passato iracheno sono descritte da David Frum oggi su Il Foglio. Un passato nazista, importato dall'Europa, ma anche una società che ha conosciuto la tolleranza fra le etnie e un'embrione di ceto medio e produttivo. Oggi alla ricerca disperata di un modello pacifico di convivenza, la democrazia sentita come necessità dagli iracheni stessi.
2 comments:
Peccato che sul Foglio commenti come quello di oggi non apparissero quando quando Oriana Fogliava sul Foglio... mica per altro... non leggendo piu' il Soglio da quasi due mesi, e non avendo possibilita' (fisica, eccheccepossofa) alcuna di riprenderne la lettura, va a finire che mi perdero' il meglio.
Simplicissimus.
Bel post!
Posso citarlo su RadioAlzoZero.net nella trasmissione di oggi?
Grazie, ciao,
Valerio
www.steppenwolf.it
redazione@radioalzozero.net
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