Ormai nel centrodestra la strada imboccata è quella del partito unico dei moderati e dei riformisti. Sono parole di Berlusconi, Bondi, Adornato; insomma, è l'unico progetto di casa comune per ora in piedi e a cui non si affianca alcun progetto dall'approccio alternativo. Dove moderati non vuole dire nulla, soprattutto se pensiamo all'estremismo della legge 40 sulla fecondazione assistita, e delle posizioni dei Buttiglione, dei Giovanardi, dei Mantovano. E dove riformisti è un termine di sinistra che non si sa bene cosa voglia dire se trasferito a destra. Regimechange qualche tempo fa ha scritto ciò che occorreva qui e qui.
Di certo non è l'approccio fusionista che qualcuno (me compreso) sperava. Oggi Paolo Pillitteri (non esattamente un radicale) avverte su L'opinione che la strada scelta ha il chiaro effetto di escludere socialisti e radicali dalla partita. Descrive la situazione in modo chiaro e si capisce perché, a causa dell'approccio monoculturale che sembra prevalere nel centrodestra, quella dei radicali per il centrosinistra è a oggi una via obbligata per tornare, come in tanti chiedono, nelle istituzioni. La domanda corretta non è "con chi vanno i radicali?", come se fosse una loro scelta di valore fra le due coalizioni, ma è "chi è disposto a confrontarsi e a dialogare con i radicali?" Chi gli apre e chi, invece, gli chiude le porte?
«Adornato ci è sempre parso un intellettuale coi fiocchi ma, appunto per questo, sa o dovrebbe sapere che in un Partito Unico dei Moderati, la sezione italiana del PPE europeo, è un puro nonsenso, la presenza di socialisti e radicali. Forse le cose sono più semplici, in un Partito Unico dei Moderati non c'è affatto bisogno di socialisti. Figuriamoci dei radicali. A meno che questi smettano di essere "ufficialmente" tali, si autosospendano in attesa di tempi migliori, magari facendosi garantire qualche collegio sicuro, ma senza la pretesa di fare i socialisti. Di fare i radicali. Del resto, nonostante una decina o giù di lì di "socialisti" in FI, non ci è sembrato di avvertire, a parte alcune felici iniziative di Brunetta e di Sacconi e di Tremonti all'economia, la loro spinta propulsiva. Il loro anelito laicoriformatore, il loro lievito socialista. FI, al contrario, è andata sempre più verso una deriva filoclericale e conservatrice che, non a caso, sta confluendo nella sezione europea del PPE, il Partito Unico dei Moderati».Sono i radicali che chiudono al centrodestra o è il centrodestra ad aver chiuso ai radicali?
12 comments:
Jim, ma un partito non dovrebbe avere le sue idee indipendentemente da "chi li ospita?"
Un partito non dovrebbe essere un'istituzione che ha come scopo quello di "servire la patria" e costruire il futuro, lottare per i propri ideali.
Com'è possibile che un partito cambi così "radicalmente" sponda solo in base alla visibilità che può ottenere?
Ciao ;)
Infatti, qui si sta cercando una coalizione che ospiti "quelle" idee, non altre. Non si sta cercando di aderire alle idee altrui, ma di far ospitare le proprie.
Ma... mi sembra un modo un po' strano di procedere.
Ci saranno delle idee di base dei radicali che sono vicine al Csx o al Cdx...
Io credo che i radicali dovrebbero prima scegliere la coalizione in cui loro credono e dopo dall'interno promuovere le proprie battaglie.
Vista così invece sembra un promo un po' egoista al miglior offerente.
Ciao :)
Fede, l'importante è che a sinistra non c'impongano un programma talebano, pacifinto e comunista.
Carlo e cosa dovrebbero proporti q sinistra, dove comanda l'asse Prodi-Bertinotti?
Concordo con Robinik. Si faccia una scelta: o a destra o a sinistra. Ma più di tutto i radicali smettano di credre che la politica inizia a via di torre argentina e finisce a via di torre argentina... GM
GM, guarda che a Torre Argentina ci stanno un convento, il Nuovo Psi, i Radicali e vicino pure Mastella.
C'è di tutto e di più
:))
L'alleanza non è mai stata inevitabile. Nel momento in cui si dice "andiamo con chiunque", qualche dubbio viene. Ma sono soprattutto le scelte zapateriste dei radicali (e non mi riferisco alla legge 40, ma a tutti i toni usati nell'ultimo anno) a rendere impossibile ogni alleanza, se non con singoli esponenti che hanno preso le distanze da tali scelte. Certo: abbiamo chiuso la porta ai radicali, esattamente come la chiuderemmo a Diliberto e a Pecoraro Scanio. Un'alleanza politica non è un optional, come troppi credono (dal Nuovo Psi all'Udeur). Tra l'Udc e il Pdci credo che i radicali abbiano molte più possibilità di stringere accordi con il Pdci: anche loro hanno scelto la via zapaterista (incrocia le dichiarazioni in merito di Diliberto o della Bellillo - quella che vuole impedire ai campanili di far suonare le campane - e di Pannella). Ciao,
harry
Se andassimo veramente verso un sistema maggioritario, verso un bipartitismo con delle primarie e con dei poteri forti per il presidente paradossalmente lo schierarsi in una delle due forze sarebbe meno vincolante. Ma così, con il gioco partitocratico in cui ciascuno ha il suo peso specifico e i suoi interessi, le alleanze diventano una prigionia per chi vuol fare e una manna per chi non vuole fare.
A destra e a sinistra si giocano partite e vi sono mondi così diversi da vanificare ogni tentativo di governabilità. Pensare quindi che a sinistra vi sia terreno fertile per politiche liberali è sbagliato, così come lo sarebbe a destra.
Ma chi si crede di essere Pannella?
Mastella?
Buon viaggio, allora.
Quando farà le riunioni nell'Unione il caro Pannella siederà accanto a Diliberto, Pecoraro Scanio, Bertinotti, il papista e antireferendario Rutelli, Rosy Bindi...
Penso che gli elettori radicali non reggeranno a tanto. A quel punto si porrà una domanda:saranno gli elettori radicali che avranno abbandonato Pannella o è Pannella che sta abbandonando i suoi elettori?
Ti toccherà scrivere fra qualche mese un post: "Pannella ha chiuso ai radicali, non viceversa".
Saluti.
Boh, a me sembra che sta storia del partito unitario sia pretestuosa. L'unificazione di FI, An e Udc è un fatto che riguarda questi partiti, gli altri continueranno a rapportarsi col nuovo soggetto nella stessa maniera in cui si rapportavano a FI, An e Udc.
Leghisti e repubblicani hanno confermato la loro appartenenza alla CdL, mentre i socialisti, come è d'altra parte giusto che sia, stanno andando coi socialisti. Forse nella CdL entrerà - sta già entrando - il nuovo e piccolo Pli, e si passerà da sei partiti di dimensioni variabili, a un grande partito di massa, a un importante partito locale e due piccoli partiti. Si guadagna in chiarezza e coesione, ma che la creazione di un soggetto unitario FI-An-Udc sia qualcosa di nuovo che costringa i radicali al csx, è una sciocchezza, a mio avviso.
I radicali stanno fuori per gli stessi motivi per cui stavano fuori prima. Vadano nell'Unione, e ci mollino Della Vedova.
corrado
Può essere che, vista l'attuale maggiore compatibilità con il centrosinistra che JimMomo ci indica, i radicali riescano a rendere l'Unione più liberale e meno comunista, più americana e meno chiracchiana, più blairiana e meno prodiana. Sarebbe un buon contributo al sistema politico italiano. E in fin dei conti a noi tutti. In bocca al lupo.
Il fatto che i Radicali non siano ancora stati accolti all'interno di uno dei due poli la dice lunga sul bassissimo contenuto di Liberalismo della politica italiana.
I Radicali non sono mica mastella... quello va dove gli danno da mangiare; loro invece vanno dove trovano piu' spazio le loro idee - che sono sempre le stesse, da decenni, e sono, almeno secondo me, quelle giuste.
Attualmente si ritrovano a essere piu' vicini al cdx in materia di liberta' economiche, e piu' vicini al csx in materia di liberta' personali.
Questo articolo di Panebianco (che purtroppo e' ancora attuale, visto che per ora nessuno li ha ospitati!) rende bene l'idea..
Inoltre: da elettore del cdx, sono preoccupato un bel po' per la piega che sta prendendo il discorso sul partito unico.
Altro che "Alleanza per la Liberta'", ormai si parla solo di "moderati", "ritorno al proporzionale".. qui ci si ritrova con una bella Democrazia Cristiana parte II - cioe' quello per cui i vari casini/follini stanno lavorando da anni...
La cosa e' preoccupante, perche' io sono convinto che le riforme liberali e il federalismo siano l'*unica* via, in Italia, per evitare un lento ma inesorabile declino.
E quindi, la sola idea di ritrovarsi come candidato premier qualche relitto democristiano alla Casini, che minaccia di essere tanto sordo a liberalismo e federalismo quanto lo erano i suoi tutors prima di mani pulite, ora come ora mi fa sinceramente accapponare la pelle.
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