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Monday, June 11, 2007

Il conflitto di interessi dei Ds

Conversazioni tra i "furbetti del botteghino"

Nulla di particolarmente nuovo. Dalle intercettazioni depositate dal giudice Forleo a Milano ad emergere sono i tentativi dei Ds, tramite Unipol, di comprare una banca, la Bnl, in modi che la magistratura stabilirà quanto fossero leciti, comunque con l'aiuto dei "furbetti del quartierino" e il gioco di squadra tra Consorte e i leader del partito forti delle loro posizioni istituzionali. Per carità, sembra che non ci sia nulla di penalmente rilevante, ma un macroscopico conflitto di interessi nell'esercizio delle loro funzioni, questo sì.

Tramonta definitivamente, ammesso che ancora qualcuno fosse disposto a crederci, il mito della "verginità" dei Ds, della loro estraneità all'intreccio politica-affari-banche e, quindi, della superiorità morale della sinistra rispetto al berlusconismo.

Dal Fassino euforico che esclama «Ma allora abbiamo una banca?!» al dalemiano «Facci sognare!» indirizzato a Consorte. Dalle intercettazioni si può intuire che i leader Ds non fossero informati nello specifico dei dettagli tecnici dell'operazione, ma solo dei suoi aspetti più generali, economici e "politici". Si può però supporre che al loro forte interessamento nell'apprendere le ultime notizie corrispondesse un altrettanto risoluto sforzo nello sfruttare la propria posizione di potere politico per facilitare la scalata a Bnl del gruppo ad essi legato.

Qualcuno obietterà che la diffusione delle intercettazioni telefoniche dà luogo a una gogna mediatica, ma se a finire sui giornali sono le conversazioni che un uomo politico intrattiene con dei banchieri indagati, circa operazioni che riguardano l'assetto bancario italiano e i rapporti tra banche e partiti, allora direi che il diritto del pubblico a essere informato e la funzione di controllo democratico attraverso la conoscenza prevalgono senz'altro sul diritto del politico alla privacy e alla riservatezza della sua attività. Sempre meglio la pubblicazione, quindi, rispetto a un uso occulto come armi di ricatto tra opposte fazioni che di quelle trascrizioni possono fare un migliaio di oligarchi.

Poter gettare l'occhio sulle stanze del potere attraverso il buco della serratura che a volte la stampa dischiude, anche se spesso in modo non del tutto disinteressato, è la sola arma in possesso dei cittadini per valutare, soppesare in che modo e quanto i politici siano influenzati dai loro conflitti di interessi. Sono questi squarci sul funzionamento dell'oligarchia che si aprono periodicamente, e non leggi illiberali che prevedono ipocrite incompatibilità, gli unici strumenti di controllo. Che i conflitti di interessi di ciascuno siano trasparenti. Saranno gli elettori a sanzionare o meno i comportamenti dei politici se giudicheranno il loro operato troppo condizionato o condizionabile.

E adesso un po' di dialoghi.
D'Alema-Consorte:
- D'Alema: Lei è quello di cui parlano tutti i giornali?
- Consorte: Guardi, la mia più grande s.... io volevo passare inosservato ma non riesco a farcela.
- D'Alema: Eh... inosservato, sì!
- Consorte: Massimo, ti giuro, il mestiere che faccio io più si passa inosservati e meglio è... niente Massimo, sto provando a farcela... Con l'ingegnere abbiamo chiuso l'accordo questa sera.
- D'Alema: Ah!
- Consorte: Nel senso che loro ci danno tutto. Adesso mi manca un passaggio importante e fondamentale. Sto riunendo i cooperatori perché sono tutti gasati... Gli ho detto, però, dovete darmi i soldi, non è che potete solo incoraggiarmi.
- D'Alema: Di quanti hai bisogno ancora?
- Consorte: Di qualche centinaio di milioni di euro.
- D'Alema: E dopo di che fate da soli?
- Consorte: Sì, sì.
- D'Alema: Tutto da soli.
- Consorte: Sì, Unipol, cinque banche, quattro popolari e una banca svizzera.
- D'Alema: Ah, ah.
- Consorte: E... eh... (parola incomprensibile) lì poi andiamo avanti. Ah no! C'è Opa anche Opa che lo fa. E andiamo avanti, facciamo tutto noi. Avremo il 70% di Bnl.
- D'Alema: Ho capito.
- Consorte: Secondo te Massimo ci possono rompere i c....... a quel punto?
- D'Alema: No, no, no. Sì qualcuno storcerà il naso, diranno che tu sei amico di Gnutti e Fiorani.

«Facci sognare! Vai!»
Da una telefonata tra D'Alema e Consorte del 7 luglio 2005, alle 23:18. A un certo punto il telefono viene passato a D'Alema che, rivolgendosi a Consorte a proposito della scalata di Unipol a Bnl, dice:
- D'Alema: va bene. Vai avanti vai!
- Consorte: Massimo noi ce la mettiamo tutta.
- D'Alema: facci sognare. Vai!
- Consorte: anche perché se ce la facciamo abbiamo recuperato un pezzo di storia, Massimo. Perché la Bnl era nata come banca per il mondo cooperativo.
- D'Alema: e si chiama del Lavoro, quindi possiamo dimenticare?
- Consorte: esatto. E' da fare uno sforzo mostruoso ma vale la pena a un anno dalle elezioni.
- D'Alema: va bene, vai!

«Comunque ho fatto un po' di chiacchierate anche milanesi... insomma alla fine, se ce la fate, poi vi rispetteranno». Così D'Alema, il 4 luglio 2005, a Pierluigi Stefanini, presidente di Holmo, la holding della cooperative che controlla Unipol. «Eh, Gianni [Consorte], andiamo al sodo, se vi serve resta». «Serve». D'Alema a Stefanini: «Ringrazia i nostri amici... fate bene i conti, non sbagliate i conti».

Ricucci-Latorre
«Ormai questa mattina a Consorte gliel'ho detto: "Datemi una tessera perché io non gliela faccio più", eh!».
- Latorre: Stefano!
- Ricucci: eccolo! Il compagno Ricucci all'appello!
- Latorre: (ride)
- Ricucci: ormai questa mattina a Consorte glielo ho detto: "datemi una tessera perché io non gliela faccio piu", eh!
- Latorre: ormai sei diventato un pericoloso sovversivo.
- Ricucci: e si, eh!
- Latorre: un pericolo sovversivo, rosso oltretutto.
- Ricucci: c'è anche il bollino stamattina!
- Latorre: sì.
- Ricucci: ho preso da Unipol io tutto... Ho preso, tutto a posto, abbiamo fatto tutte le operazioni con Unipol quindi...
- Latorre: sì, sì.
- Ricucci: non ti posso dire niente, eh!

Fassino-Consorte:
«Sto abbottonatissimo», assicura Fassino, il 5 luglio 2005, a Consorte.
- Fassino: Gli... gli altri cosa fa? Perché mi ha chiamato Abete.
- Consorte: sì
- Fassino: chiedendomi di vederci, non mi ha spiegato, cioè voglio parlarti, parlarti a voce, a voce, viene tra un po'.
- Consorte: uhm.
- Fassino: su quel fronte lì cosa succede?
- Consorte: mah, guarda, su quel fronte lì... eh noi con... però tu... ma questa... eh... non gliela devi dire a lui...
- Fassino: ma io non gli dico niente, voglio sapere, voglio solo avere elementi utili per il colloquio.
- Consorte: no, no, no. No, no. Ti sto infatti...
- Fassino: sto abbottonatissimo.
- Consorte: eh. No, ma ti dico anche quello che puoi dire e non dire, solo questo.
- Fassino: ecco meglio così. Dimmi tu.
- Consorte: noi, sostanzialmente con gli spagnoli un accordo l'abbiamo raggiunto.
- Fassino: sì.
- Consorte: anzi, non sostanzialmente ma di fatto proprio, concreto. Uhm! Naturalmente ci siamo riservati di sentire i nostri organi.
(...)
- Fassino: ma sarebbe un accordo che si configurerebbe come?
- Consorte: l'accordo si configura che noi aderiamo alla loro ops...
- Fassino: eh.
- Consorte: loro ci danno il controllo di Bnl Vita.
(...)
- Fassino: vi passano a voi le quote di Bnl Vita?
- Consorte: sì.
(...)
- Consorte: sì, sì e soprattutto ci danno tutti gli assets, quindi otto miliardi di euro che Bnl Vita gestisce, cioè tutta l'azienda proprio, praticamente no? Poi ci danno un altro oggetto...
- Fassino: ehm.
- Consorte: che però non si può dire oggi.
(...)
- Consorte: e poi d'altra parte il vero problema è che noi non riusciamo a chiudere l'accordo con Caltagirone, questo è il problema vero.
- Fassino: qual è il problema?
- Consorte: fa richieste assurde.

Consorte-Latorre:
«Abete e Della Valle devono stare fuori dalla Bnl», dice Consorte a Latorre, il 7 luglio 2005.
- Consorte: siamo qua con i nostri amici banchieri a vedere come... facciamo a rimediare sti soldi.
- Latorre: ah, te l'ho detto, firmo io le fidejussioni, non rompere eh. Stai tranquillo.
- Consorte: ma tu non sei credibile con i soldi, non c'hai una lira! Tu mi porti solo debiti.
- Latorre: se c'è una cosa che non ti porto sono i debiti.
- Consorte: senti hai parlato con Massimo?
- Latorre: sì ma lui domani deve andare a Massa Carrara.
(...)
- Consorte: domani vado in Consob.
- Latorre: uhm.
- Consorte: incontro le cooperative... Mi devono dare ancora un po' di soldi... Se me li danno... eh... andiamo avanti.
- Latorre: partiamo.
- Consorte: sì.
- Latorre: va bene. Va bene.
- Consorte: con questi signori abbiamo chiuso.
- Latorre: come si sono presentati?
- Consorte: bene. Hanno spergiurato che loro neanche se glielo danno nel c... danno le azioni agli spagnoli. Gli hanno posto solo una condizione per contratto. Che Abete e Della Valle devono star fuori dalla Bnl.
- Latorre: eh, va be' e questa l'abbiamo posta pure noi questa condizione.

9 comments:

Anonymous said...

incredibili,invece di commentare quelle parole,tutti si accaniscono su chi e come ha fatto uscire quei fogli.PAtetici.
Ma D'Alema dirà....solo spazzatura vecchia....

Anonymous said...

Ahahahaha.

Adesso i sedicenti "liberali" che "Woodcock-è-un-criminale" diventano alter-ego di Beppe Grillo e Marco Travaglio. A quando un endorsement per Di Pietro presidente del Consiglio? Ha già firmato l'appello "Parlamento Pulito"??? :-DDDDD

Sento rumore di dita che corrono lungo la superficie di specchi...

Caro Jimmomo, se ne inventi un'altra...

JimMomo said...

Nessun Grillo né Travaglio, né Di Pietro. Nessun "Parlamento pulito".

Finalmente in questo paese c'è qualcuno in meno che può dare lezioni. I conflitti di interessi li hanno tutti. C'è da preoccuparsi solo quando non sono noti. Questo è il succo del mio discorso. Né manette, né campagne moralizzatrici.

Non pretendo nulla dai Ds, se non che loro smettano di pretendere da altri.

Anonymous said...

la porca verità è che berluska salverà massimino...

e noi tutti continueremo a pigliarcelo sorridenti in der...

Antonio Candeliere said...

Non ho parole!

Anonymous said...

Così sono anche d'accordo.

Però, se ci siamo scandalizzati - a ragione - per la pubblicazione di intercettazioni riguardanti Fiorani, Ricucci, Fazio e compagnia bella, non mi sembra giusto che adesso che si arriva a personaggi poco stimati da un punto di vista politico si dica che alla fine non è una cattiva cosa. La pubblicazione di atti processuali è SEMPRE una forma vile e barbara di operare, chiunque riguardi.

JimMomo said...

Non sono d'accordo, anonimo, sulla sacralizzazione della privacy. Non è sempre una cosa "barbara" la divulgazione degli atti.

Innanzitutto, su quegli atti un giudice ha stabilito che non c'è più segreto processuale.

Inoltre, non si tratta di comuni cittadini, ma di figure istituzionali che hanno il loro diritto alla privacy molto, ma molto attenutato dal diritto del pubblico a essere informato su fatti rilevantissimi dal punto di vista politico ed economico nazionale.

Anonymous said...

ma non è una cosa seria...



"piange il telefono"...testi e musiche di fassino-consorte-d'alema



pronto

ascolta, piero è vicino a te?
devi dire a piero
c'è qualcuno che

chi sei il banchiere dell'altra volta?
vado a chiamarlo ma sta facendo il bagno
non so se può venire

digli che son qui
digli che è importante
che aspetterò

ma tu hai fatto qualche cosa al mio piero?
quando chiami tu mi dice sempre
digli che non ci sono

ma dimmi sai scrivere di già
è veloce la democristianizzazione
la campagna elettorale come va?

male ma dato che piero lavora
è un cassiere anziano che mi accompagna allo sportello
però ho solo una firma sul mio conto corrente gli altri hanno quella del segretario di partito io no

digli che son qui che soffro da sei anni
tesoro proprio la tua età

eh no! io sto qui da più tempo
ma tu lo conosci piero?
non mi ha mai parlato di te
aspetta, eh

piange il telefono
perché piero non verrà
anche se grido ti voglio
lo so che non mi ascolterà
piange il telefono
perché lui non ha pietà
però nessuno mi risponderà

l'estate andate a villeggiare nelle colonie unipol o delle coop
ti piace sognare

oh sì tanto, lo sai che “no banca, no party”
ma dimmi come fai a conoscere la scalata unipol alla bnl
ci sei dentro anche tu?

digli la mia pena è qua a tutte e due
vi voglio bene

ci vuoi bene!
ma io non t'ho mai visto all'emiciclo dove lavoro
ma che cos'hai perché hai cambiato voce
ma tu piangi, perché?

piange il telefono
perché piero non verrà
anche se grido ti voglio
lo so che non mi ascolterà
piange il telefono
perché lui non ha pietà
però nessuno mi risponderà


ricordati però
piango al telefono
l'ultima volta ormai
ed il perché domani tu lo saprai
fallo aspettare, digli del compagno ricucci e di quel che vuole fare

sta uscendo

fallo fermare

è andato via

se è andato via
allora addio

arrivederci ingegner giovanni

ciao piccolo d'alema




...ma vaffanculo, va'...


ciao.


io ero tzunami...

Anonymous said...

Continuo a non concordare pienamente.

Si aprirebbe una stagione potenzialmente pericolosa quanto Mani Pulite, in termini di delegittimazione della politica. Non è solo un problema di rispetto formale delle regole. E' anche un problema sostanziale.

Ci rifletta, Jimmomo. Chi ci guadagna dalla pubblicazione di intercettazioni "spazzatura" (perché non si tratta di altro, non essendoci comportamenti penalmente rilevanti)? I Marco Travaglio, i moralizzatori, i lanciatori di monetine, i giudici protagonisti. Al limite, qualche voyeur.

Sono d'accordo con lei quando dice che l'unica maniera per risolvere il conflitto di interessi è mettere tutto alla luce del sole. Ognuno con i suoi fanti e vinca il migliore. Ma questo, è possibile in un Paese maturo. Nel nostro non lo sarebbe. Siamo pur sempre il Paese dei vizi privati e delle pubbliche virtù, della morale cattolica, del peccato.

Davvero, l'ultima cosa che vorrei è il ritorno ad un Paese in cui è il capriccio di un giudice ad avere diritto di vita o di morte sulla politica.