Giuliano Amato conferma di non aver abbandonato la condotta che gli consentì, da delfino di Craxi, di passare indenne dalla Prima alla Seconda Repubblica: qualsiasi cosa accada, mettersi sotto l'ombra della Quercia. Così prende le parti di avvocato d'ufficio sulle intercettazioni Ds/Consorte: «È evidente che tutto questo mi lascia perplesso, e uso una parola tenue. In passato ne ho usate di forti per esprimermi su questa follia tutta italiana... Qualunque cosa venga detta al telefono, se tocca incidentalmente un processo, esce. Quale che sia la sua rilevanza. È chiaro che il sistema non funziona».
E sono curioso di sapere se da queste parti si sono accorti che il loro amato Berlusconi ha già solidarizzato con D'Alema.
Accade, certo, che venga violato il segreto d'ufficio, ma non è questo il caso. Il giudice Forleo ha stabilito che quelle intercettazioni avessero rilevanza processuale, seppure non per i politici coinvolti (i quali, come si sa, non sono indagati), e quindi dovessero essere trascritte. Ieri ha deciso che le trascrizioni depositate non fossero più sottoposte a segreto processuale.
Non si capisce perché, invece, su quali basi normative, il Tribunale di Milano abbia vietato la riproduzione dei documenti, costringendo gli avvocati a prenderne solo visione, eventualmente segnandosi degli appunti, in poche ore. Mettere gli atti giudiziari non più segreti integralmente a disposizione delle parti e della stampa, quanto meno diminuirebbe il rischio che del materiale venga fatto un uso parziale e distorto.
E infatti, «abbiamo fatto anche più di quello che dovevamo», si difendono i presidenti della Corte d'Appello e del Tribunale di Milano, che ricordano come in modo del tutto legittimo sia stato permesso alle parti processuali di «prendere visione delle trascrizioni depositate, con le sole limitazioni ricavabili dalle norme», e fanno notare come già con la richiesta del Pm al Gip fosse «caduta ogni limitazione di conoscibilità del contenuto di tali intercettazioni per le parti processuali, tant'è che queste ultime erano già state messe in condizioni dalla Procura di ascoltare il supporto fonico di tali intercettazioni».
Eppure, Milano «sta diventando un circolo mediatico illegale», denuncia con bella faccia tosta il senatore Ds Guido Calvi, avvocato. Eppure, Calvi se ne stava zitto, quindici anni fa, quando la Procura di Milano faceva ben altro. In quegli anni, se fossero venuti in possesso di intercettazioni telefoniche nelle quali un indagato, conversando del merito cui si riferiva l'ipotesi di reato, fosse stato invitato da un suo "referente politico" a non parlare, a diffidare delle comunicazioni via telefono, e ad incontrarsi di persona (come nel caso della telefonata tra D'Alema e Consorte), i pm avrebbero fatto subito scattare la richiesta d'arresto, per evitare l'ulteriore inquinamento delle prove e recidere i legami tra l'indagato e il mondo politico, e fatto recapitare un avviso di garanzia a quel politico. Questo accadeva allora, quando Calvi e suoi amici Ds non solo tacevano, ma cavalcavano l'onda giustizialista e spalleggiavano la Procura di Milano. E se accadesse oggi, sì che ci sarebbe da protestare.
Oggi, invece, senza che alcun politico sia oggetto di persecuzioni giudiziarie, e nemmeno sotto inchiesta, la "casta" s'indigna semplicemente perché vengono divulgati stralci di conversazioni da cui il pubblico può venire a conoscenza di alcuni conflitti di interessi e comprenderne l'entità, eventualmente sanzionandola nelle urne.
Il ministro della Giustizia Mastella è prontamente tornato a chiedere l'immediata approvazione al Senato della sua legge-bavaglio contro la pubblicazione delle intercettazioni (si badi: parliamo di quelle non più sottoposte a segreto processuale), già varata dalla Camera, guarda caso quasi all'unanimità (ecco come hanno votato i deputati).
L'art. 68 della Costituzione, spesso chiamato in causa, garantisce i deputati da provvedimenti dell'autorità giudiziaria nei loro confronti, ma non dalla divulgazione di notizie che li riguardino, né tutela la loro privacy.
Il fatto che i politici intercettati non abbiano commesso un reato non rende il contenuto di quelle telefonate meno rilevante. E dal momento che le intercettazioni sono state autorizzate da un magistrato - non carpite in modo illegittimo da un media scandalistico o da avversari politici - e ritenute processualmente rilevanti (sebbene a carico di altri) da un giudice, il fatto che esse vedano coinvolti politici di primo piano, addirittura ministri, le rende notiziabili. Se poi l'intera inchiesta dovesse rivelarsi infondata, allora i malcapitati politici potrebbero accusare i magistrati di aver abusato del loro potere, sollevando un polverone giudiziario al solo scopo di poterli intercettare.
Ma come si fa, oggi, a negare il carattere di notizia e la rilevanza di conversazioni, legalmente intercettate, tra politici di primo piano e banchieri indagati, circa operazioni che riguardano l'assetto bancario italiano e i rapporti tra banche e partiti? La magistratura sta indagando su alcune scalate bancarie presunte illegali all'Antonveneta e alla Bnl e sui protagonisti di quelle operazioni. Come non ritenere di estremo interesse pubblico il fatto che, pur non infrangendo alcuna legge, i vertici dei Ds e di altri partiti "tifavano" e si adoperavano per favorire quelle scalate? I cittadini devono sapere, anche perché il Parlamento dovrà presto decidere se autorizzare o meno l'utilizzo di quelle intercettazioni nei processi. Come non rendersi conto che in questo caso il diritto del pubblico a essere informato e la funzione di controllo democratico attraverso la conoscenza prevalgono senz'altro sul diritto del politico alla privacy e alla riservatezza della sua attività?
Per quanto mi riguarda, né manette, né campagne moralizzatrici. Non pretendo che D'Alema e Fassino vengano indagati, né ritengo il loro comportamento "immorale". Anzi, sono persino orientato a concordare con Oscar Giannino, quando osserva che «per il pluralismo finanziario del Paese... il piano industriale banco-assicurativo Unipol-Bnl sarebbe stato di grande utilità». E, soprattutto, come i lettori di questo blog possono testimoniare, non mi sfuggono né «l'oliata e silenziosa macchina da guerra del potere prodiano, che da Telecom ad Alitalia non consente a nessuno di toccar palla senza che nessuno scriva una riga né intercetti», né altri conflitti di interessi.
Non pretendo nulla dai Ds, se non che la loro pretesa superiorità morale sia seppellita per sempre e sia acclarato che i conflitti di interessi esistono, riguardano potenzialmente tutti e l'unico modo per controllarli è che siano noti.
La questione è politica: sono convinto che poter gettare l'occhio sulle stanze del potere attraverso il buco della serratura che a volte la stampa dischiude, anche se spesso in modo non del tutto disinteressato, è la sola arma in possesso dei cittadini per valutare, soppesare in che modo e quanto i politici siano influenzati dai loro conflitti di interessi. Sono questi squarci sul funzionamento dell'oligarchia che si aprono periodicamente, e non leggi illiberali che prevedono ipocrite incompatibilità, gli unici strumenti di controllo. Che i conflitti di interessi di ciascuno siano trasparenti. Saranno gli elettori a sanzionare o meno i comportamenti dei politici se giudicheranno il loro operato troppo condizionato o condizionabile.
Non per il comportamento in sé di D'Alema e compagnia bella, per il loro conflitto di interessi, ma per aver negato con forza e insistentemente, all'epoca di quelle telefonate, di essersi interessati dell'Opa di Unipol alla Bnl, quindi per aver mentito di fronte all'opinione pubblica, in altri paesi non sospettabili di giustizialismo sarebbero state chieste a gran voce le loro dimissioni.
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Altri testi:
«Siete padroni della banca».
Fassino-Consorte, 18 luglio 2005, ore 13:26.
- Consorte: Ciao Piero, sono Gianni.
- Fassino: Allora? Siamo padroni della Banca?
- C.: E' chiusa, sì.
- F.: Siete padroni della banca, io non c'entro niente (ride).
- C.: Si, sì, è fatta.
- F.: E' fatta.
- C.: Abbiamo finito proprio cinque minuti fa, è stata una roba durissima però, insomma...
- F.: E alla fine cosa viene fuori? Fammi un po' il quadro, alla fine.
- C.: Alla fine viene fuori che noi abbiamo... eh... diciamo quattro banche... dunque, quattro cooperative...
- F.: Sì...
- C.: Che sono...
- F.: Che prendono?
- C.: Quattro cooperative il 4%...
- F.: L'una...
- C.: No, l'1% l'una...
- F.: L'1% per quattro, perfetto.
- C.: Per quattro... poi abbiamo...
- F.: Diciamo Adriatica, Liguria...
- C.: Piemonte...
- F.: Piemonte...
- C.: E Modena.
- F.: E Modena, perfetto. E poi?
- C.: E Modena... Poi ci sono, diciamo quattro banche italiane...
- F.: Sì.
- C.: Che l'un per l'altra hanno il 12%.
- F.: Come totale?
- C.: Come totale.
- F.: E quindi...
- C.: Quindi le banche più... più la...
- F.: Sì?
- C.: Le cooperative...
- F.: 1.2% e poi?
- C.: Poi abbiamo tre banche internazionali, che sono Nomura, Credit Suisse e Deutsche Bank...
- F.: Uhm...
- C.: Che hanno l'un per l'altra circa il 14 e 1/2%...
- F.: 14 e 1/2%...
- C.: Sì, poi abbiamo Hopa che ha il 4 e 99...
- F.: Sì
- C.: Poi abbiamo 2 imprenditori privati: Marcellino Gavio e Pascop, che hanno l'1 e 1/2...
- F.: Insieme?
- C.: Insieme. E poi ad oggi c'è Unipol che ha il 15...
- F.: Chi? Unipol?
- C.: Unipol. Quindi la prima cosa è che queste quote acquisite sono... sono state acquisite da... non da noi, ma dagli alleati...
- F.: Uhm
- C.: Dagli immobiliaristi che sono totalmente fuori...
- F.: Tu adesso...
- C.: Io?
- F.: Che operazione fai dopo questa?
- C.: Ho lanciato l'OPA!
- F.: Hai già lanciato l'OPA obbligatoria?
- C.: Esatto, questa mattina...
- F.: Sì
- C.: Allo stesso prezzo...
- F.: Sì...
- C.: Al quale sono state fatte le cessioni delle quote delle azioni degli immobiliaristi...
- F.: Due e sette?
- C.: Esatto. Per eliminare ogni tipo di speculazione che non... non sono trattate tutte allo stesso modo...
- F.: E certo, bene!
- C.: La legge ci avrebbe permesso di lanciare a 2 e 52...
- F.: E la BBVA cosa offre?
- C.: 2 e 52, ma in azioni. Noi offriamo soltanto cash!
- F.: Cazzo!
- C.: No? Quindi è una cosa totalmente diversa. E in realtà noi abbiamo già in mano il 51 però. Per cui, tutti questi soldi...
- F.: Perché tu.., perché la cess... perché, va beh, noi abbiamo 15 più 4 delle COOP, fa il 19 a noi...
- C.: Sì, sì...
- F.: Certo, certo...
- C.: Quelle aziende...
- F.: Uhm...
- C.: Ci hanno rilasciato a noi un diritto...
- F.: Sì
- C.: Ad acquisire le loro azioni...
- F.: Sì.
- C.: A nostra semplice richiesta, se dall'OPA non dovessero arrivare azioni
- F.: Ho capito.
- C.: Quindi noi, come Unipol, prendiamo comunque il 51...
- F.: Ho capito...
- C.: Se invece dall'OPA ci arrivano le azioni, loro quelle se le tengono...
- F.: E cioè se tu arrivi al 51 in altro modo loro si tengono quelle.
- C.: Esatto. Quindi è un'operazione che nessuno aveva né immaginato né pensato.
- F.: Bene, bene, bene.
- C.: E abbiamo smontato l'alleanza con gli immobiliaristi perché non c'è. Non siamo noi che abbiamo comprato gli immobiliaristi. Abbiamo smontato i parvenu che dicevano operazioni nazionalistiche, perché abbiamo tre banche internazionali!
- F.: Certo!
- C.: Poi abbiamo alleati delle aziende, quindi soci stabili e noi abbiamo il 51...
- F.: Eh...
- C.: Poi... abbiamo smontato il discorso...
- F.: Possibili ricorsi in sede giudiziaria o...?
- C.: Ad oggi ne vediamo neanche uno, ma se li fanno...
- F.: Cioè il fatto che contestualmente si abbiano tutte queste cessioni, loro cosa lo con...
- C.: Eh. E abbiamo proprio costruito così, questo è il concreto...
- F.: Uhm...
- C.: Di cui... che le azioni le azioni le avevano già in mano, no?
- F.: Uhm...
- C.: Per cui lanci l'OPA, ma guarda caso allo stesso prezzo cui è stato trattato queste azioni, quindi non hai penalizzato proprio nessuno. E la nostra offerta è decisamente migliore di quella degli spagnoli.
- F.: Bene, bene.
- C.: Invece quello che avverrà è che io li denuncio. Tutti. Uno per uno.
- F.: Prima di denunciare, aspetta. Prima portiamo a casa tutto.
- C.: E qui. .. l'operazione è finita, eh!
- F.: Perché loro sono... adesso si scontreranno ancora di più. Ieri hai visto il "Corriere", no? No, tu non l'hai visto, ieri hai lavorato tutto il giorno. Ieri il "Sole" ha fatto un'intera pagina contro di me, eh...
- C:. Eh, ma adesso...
- F.: Intera pagina!
- C.: Ma perché, là, Piero, questi imbecilli guardano a questa operazione in chiave esclusivamente politica...
- F.: Ma sì, ma son dei deficienti...
- C.: Esclusivamente politica. Questi dicono "cazzo! Adesso i Ds oltre ad avere il mondo cooperativo, oltre ad avere Unipol, oltre ad avere il Monte dei Paschi - che non è così - hanno anche Bnl"...
- F.: E va bene...
- C.: Questo è il ragionamento demenziale che fanno, è questo qui...
- F.: E sì, va bene. Intanto noi lavoriamo. Bene!
- C.: Però noi intanto andiamo avanti. Noi andiamo avanti.
- F.: Bene... demenziale (ride)...
- C.: No, direi proprio di no. Ma noi sosterremo che è demenziale (ride)...
- F.: Ma voi avete fatto un'operazione di mercato, quello che ho sempre detto io...
- C.: Industriale. Un'operazione industriale e di mercato.
- F.: Industriale e di mercato... esatto, esatto!
- C.: La verità. Oh, e poi è indiscutibile...
- F.: bene, molto bene.
- C.: Quindi... niente, Piero, andiamo avanti, ma...
- F.: Congratulazioni!
- C.: Fino a che abbiamo. .. siamo raggiunti... Ti ringrazio!
- F.: E, bravo, bravo...
- C.: Anche per l'aiuto che ci hai dato. Siamo arrivati ad un punto importante secondo me...
- F.: Bene, bene, bene...
- C.: Va bene?
- F.: Ottimo, vediamo.
- C.: Ciao Piero. Grazie, ci sentiamo presto.
- F.: Adesso dovete occuparvi bene... no, un consiglio.
- C.: Sì.
- F.: Occupatevi bene di cosa comunicate in positivo, il piano industriale...
- C.: Sì. Ma adesso chiamo Barabino.
- F.: Perché il problema adesso è di costruire che noi abbiamo... che voi avete un piano industriale...
- C.: No, ma l'abbiamo veramente!
- F.: E, lo so... non ne parla mai...
- C.: faremo, faremo adesso... faremo anche una conferenza stampa...
- F.: Perché sembra... fino adesso loro stanno accarezzando l'idea che... che era soltanto un problema di accaparrarsi la banca, poi, però non... non sanno cosa fare. .. non è così, capito? Eh?
- C.: Guarda, noi invece sosterremo questa tesi...
- F.: Eh...
- C.: Che loro la banca la stavano svendendo...
- F.: Esatto!
- C.: E che...
- F.: No, e anche quello... che l'hanno gestita coi piedi...
- C.: Quello, quello...
- F.: Bnl è stata gestita coi piedi...
- C.: Sì, però quello non lo voglio dire oggi...
- F.: Eh?
- C.: Questo lo dirò fra 4 o 5 mesi, quando avrò visto dentro...
- F.: Eh...
- C.: Io adesso dico che era un'operazione...
- F.: Uhm...
- C.: Che stava svendendo, visto i valori proposti da BBVA...
- F.: Uhm...
- C.: La banca agli spagnoli, svuotandola di contenuti...
- F.: Uhm...
- C.: E che, come tutte le banche, avrebbero portato via tutte le attività qualificate a Madrid...
- F.: Eh...
- C.: E avrebbero ridotto Bnl ad una rete. Noi, invece, la banca rimarrà a Roma, gli porteremo milioni di clienti...
- F.: Uhm
- C.: Forse un milione e due, contemporaneamente rilanceremo tutte le attività, gli porteremo Unipol Banca e faremo una delle prime 4 o 5 banche italiane. E' tutto dimostrato. Adesso vedremo.
- F.: Bene.
- C.: E dopo ci...
- F.: Bene, auguri...
- C.: Adesso si poteva parlare. Grazie, Grazie!
- F.: bene, bene. Vediamoci presto.
- C.: Ciao, sì presto...
- F.: va bene.
- C.: Richiamo per fissare la settimana. Ciao.
- F.: Ciao.
- C.: Ciao.
4 comments:
Sinceramente non so come tu possa ancora una volta tirar fuori Berlusconi, per le ovvie frasi (e ovviamente figlie di un galateo ipocrita che accomuna tutto il mondo politico) di "solidarietà" a D'Alema. Come ho scritto in un altro commento:
"State attenti a non farvi infinocchiare: se gli scheletri nell'armadio dei DS - dei veri segreti di Pulcinella - sono venuti fuori proprio adesso, in concomitanza con "Caste" editoriali e le tirate antipolitiche a scoppio ritardatissimo di Montezemolo, significa che nell'Olimpo di Fiat, Corriere e dintorni hanno deciso di mollare Prodi, ma senza dare a noi italiani la possibilità di decidere per conto nostro chi mandare al governo. Vogliono creare un clima emergenziale, ben sapendo che le elezioni consegnerebbero il paese a Barlusconi, e sull'onda morale, anche se non propriamente giudiziaria, di questo nuovo manipulitismo, formare un governo semitecnico da loro eterodiretto, con un centrosinistra allargato al centro, tagliando fuori la sinistra veterocomunista. La demonizzazione della politica serve appunto a spingere gli italiani a ritenere inutile la scelta "democratica" delle elezioni.
Quindi disgustati sì, ma, per favore, non fessi..."
Naturalmente questa scelta intimamente antidemocratica sarebbe celebrata in nome della responsabilità, del senso civico di tutti gli uomini di buona volontà & compagnia cantante...
Nei fatti una diarchia tra la conservazione confindustriale e quella rossa aziendalista, ora manganellata a dovere perché si pieghi al connubio...
I volenterosi faranno da soprammobili, ma voglio credere che questa volta, anche turandosi il naso, scelgano l'orribile Silvio ... in nome di quella ben meditata e relativistica ragione che tengono in così alta considerazione; giustamente per cose "solo" di questo mondo.
A quanto dice Zamax si può aggiungere solo che, purtroppo, stigmatizzare la condotta dei Ds perché "hanno mentito" equivale a esprimere un giudizio morale. La morale è una brutta bestia: più la cacci dalla porta e più rientra dalla finestra. I diessini hanno maturato diverse esperienze in materia.
Solo un'altra riflessione: se "concedere alla politica i suoi tempi" (tanto per non commentare anche il post successivo) significa aprire tavoli di "volenterosi" tanto apprezzabili nei contenuti quanto ininfluenti sulle decisioni concrete e, con sovrana ingenuità, aspettarsi che i poteri non elettivi prendano serenamente atto delle linee-guida ivi partorite, beh, mi spiace, ma siamo ancora in zona contraddizione. I "tempi della politica" sono quelli necessari affinché entrambi gli schieramenti sviluppino una coscienza liberale endogena. E sono piuttosto lunghi, temo. L'impazienza corrompe l'elaborazione politica.
Credo si debbano fare due considerazioni sul tema:
1. è palese l'ingerenza della politica nell'economia; quindi, altro che occultare le intercettazioni: mettiamole a disposizione gratis!!! Non esiste miglior regolamentazione del conflitto di interessi se non renderlo palese e punire chi abusa del proprio ruolo: le intercettazioni sono, in questo momento, un ottimo modo per far chiarezza. Quindi ben vengano, e se qualcuno ha abusato del proprio ruolo facendo operazioni in conflitto che hanno danneggiato una delle parti deliberatamente a favore dell'altra, bene quell'uno è giusto che paghi. E qui sembra proprio che questo abuso ci sia stato.
2. come dice zamax, c'è un'offensiva di alcune parti della società italiana che stanno di fatto lanciando un'opa sul futuro governo: vogliono buttar giù Prodi, ma prima si vogliono assicurare che, caduto Prodi, non si torni alle urne, ma si faccia un governo che piaccia a loro. Non ho mai creduto nei "poteri forti", ma forse è il caso di iniziare a farci un pensierino...
E' da tempo che lo penso.
La "crisi della politica" è solo una manovra mediatica antiprodi ed antiberlusconi.
Capezzemolo tenta di cavalcarla.
D'altronde non è mai andato in Parlamento perchè sa benissimo che da anni la politica non la si fa là, ma costruendo relazioni, reti, ecc ecc e comunque in ben altre stanze.
Pannella invece fa finta di fare politica alla radicale come negli anni '70, ma sta zitto sui senatori fantasma e su tutto il resto. La sua alibi è la nobile moratoria, e così pensa di far giungere ai fatidici rimborsi elettorali ciò che resta della sua cosa pannelliana senza che nessuno se ne accorga... Illuso!!!
A proposito, pare che Massimino voglia scrivere la moratoria sulle intercettazioni e sulla memoria di noi Italiani.
Ma tanto lo salva Silvio, che conosce assai bene il tipo e gli è sempre piaciuto: tra uomini d'affari spesso ci si stima e rispetta.
Silvio ha tremendamente bisogno che quella schifezza di PD lo facciano a qualsiasi costo, perchè solo così può fottere pure lui Casini e Montezemolo.
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