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Friday, June 22, 2007

Merce che non si esporta non si espone

Sette i punti su cui l'Italia concentra le proprie richieste per rilanciare la partnership economica con la Cina. Li ha illustrati, durante i lavori della commissione mista italo-cinese, il ministro del Commercio internazionale Emma Bonino al collega cinese Bo Xilai: maggiore sensibilità di Pechino sul dossier "Industria, Servizi e Indicazioni geografiche" per il successo del Doha Round; tutela dei marchi e lotta alla contraffazione; idonee garanzie affinché il flusso commerciale di prodotti tessili cinesi sia controllato e graduale dopo la fine del regime delle quote; apertura della grande distribuzione cinese ai prodotti italiani; agevolazione dell'export di prodotti agroalimentari di grande qualità; abbassamento dei dazi doganali sull'importazione di aerei con meno di 100 passeggeri; apertura a Milano di uno sportello per gli investimenti cinesi in Italia.

Manca qualcosa nei dossier aperti dalla Bonino con i partner cinesi? Sì, democrazia e diritti umani. Così, ci saremmo accontentati giusto di un "reminder", di un asterisco, senza neanche clamorose piazzate. Ma d'altra parte, se sono merci che non si esportano, perché esporle?

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