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Tuesday, October 23, 2007

L'insensata corsa al voto

Al capezzale del malato ormai in stato vegetativo permanente, il Governo Prodi, sono tutti in attesa di qualcuno che abbia il coraggio di staccare la spina. Si deciderà colui (o coloro) che in un preciso momento - domani o tra un mese - scorgerà per sé una convenienza. Così, in questo clima febbrile, da ultimi giorni di interrogazioni prima della fine dell'anno scolastico, tutti si agitano con fare frenetico per farsi trovare nella miglior posizione possibile quando il governo verrà a mancare. Ci convincono le parole di Stefano Folli, oggi nel suo "punto" sul Sole 24 Ore.

«La retorica delle "elezioni subito" non convince». Innanzitutto, perché «sulla base dell'attuale sistema elettorale, chi vince non avrà gli strumenti per governare con la dovuta determinazione. E quello che il Paese non può permettersi è proprio un'altra fase di non-Governo, o di Governo insoddisfacente, destinato a rallentare o addirittura ostacolare il processo di modernizzazione di cui si avverte l'urgenza». Che senso ha, si chiede Folli, «la corsa alle elezioni in un sistema bloccato?»

Piuttosto, bisogna fare attenzione «a non sprecare l'arma del voto, che nell'immediato serve a rasserenare l'opinione pubblica, ma suscita attese che sarebbe delittuoso deludere ancora una volta. In quel caso non ci sarebbero ulteriori prove d'appello».

E ci auguriamo che chi ha orecchie per sentire - e occhi per leggere - li metta in funzione.

Riguardo la fretta di Berlusconi di correre verso le urne che quasi certamente lo vedrebbero uscire vincitore, «è un po' troppo comoda la posizione di rendita che si è ritagliato, seduto sulla riva del fiume in attesa di essere richiamato a furor di popolo a Palazzo Chigi». Dal centrodestra (esiste ancora la CdL?) in questi mesi non è giunta nemmeno «un'idea, una suggestione, una proposta originale. Ci si è limitati ad assaporare il crollo dell'Unione. Poco per chi reclama la responsabilità di guidare il Paese».

La prospettiva che indica Folli, di un «governo ad hoc» che in pochi mesi metta in campo tutti gli sforzi e i tentativi possibili per approvare una nuova legge elettorale, ci pare la più saggia. Ovviamente per Veltroni, ma anche per Berlusconi, se vuole governare il Paese e non galleggiare. Purtroppo, la nostra impressione è che Berlusconi sia semplicemente alla ricerca di una rivincita personale e di quella si accontenti, nonostante il rischio sia quello di lasciare dopo di lui un centrodestra ridotto in macerie.

Maria Teresa Meli, sul Corriere della Sera, ha descritto in modo abbastanza verosimile gli auspici e le intenzioni di Veltroni: ancora una «manciata» di mesi, magari gli otto che lui stesso ha evocato, per costruire il partito, cambiare la legge elettorale, e poi al voto. Certo, «se perdesse contro Berlusconi, dopo due anni di un governo dal bilancio non propriamente positivo, nessuno potrebbe imputargli quella sconfitta». I margini «quanto meno per ridurre le perdite» ci sarebbero, scrive la Meli. Quindi, conclude, «non è ancora detto che Veltroni ufficializzi il divorzio del Pd dalla sinistra radicale».

Il problema è che una sconfitta, seppure riducendo le perdite, del Pd alleato alla sinistra comunista e massimalista, sarebbe un rovescio che il nuovo partito potrebbe addirittura non superare, apparendo agli occhi degli italiani già vecchio e con tutti i difetti del defunto Ulivo, mentre una sconfitta del Pd da solo, o sorretto da un pilastro di centro, magari dai tratti lib-dem, sarebbe onorevole e una base di partenza per costruire qualcosa di davvero nuovo. E' vero anche, però, che la sconfitta di un centrosinistra "vecchio conio", ex-ulivisti più sinistra comunista e massimalista, fornirebbe probabilmente la giustificazione necessaria per la rottura definitiva dell'innaturale alleanza. Potrebbero divenire anche quelle ceneri con le quali concimare un partito nuovo.

7 comments:

Anonymous said...

Non condivido questo articolo, nè i "desiderata" degli indebitati del salotto buono che fa da editore al Sole24ore, alla Stampa ed al Corriere della Sera.

Io preferisco decidere personalmente andando a votare.

Quelli di Decidere.net invece sono ancora indecisi...
oppure hanno già deciso altro.

Anonymous said...

Adesso si rischierebbe di "sprecare l'arma del voto"...

pare di sentire quelli che dicevano che i referendum erano stati abusati...

Maurizio said...

Federico, i commenti non sono leggibili con Mozilla Firefox. Appaiono blu scuro su fondo blu scuro.

Se ci sei batti un colpo.

JimMomo said...

Mi dispiace, credo che il testo dei commenti sia di un colore diverso dallo sfondo. Poco leggibile, ma non identico.

Se qualcuno può darmi un consiglio su come risolvere con firefox gliene sono grato. Nel frattempo, consiglio di evidenziare il testo.

Anonymous said...

Sinceramente questa commedia è incredibile e anche vergognosa. Da quando Prodi non ha "stravinto" le elezioni com'era nei sogni della Casta Economica e deve perciò fare i conti con veterosinistri, i salotti buoni sono terrorizzati da nuove elezioni mentre nel contempo manovrano per farne un'altro (con la scusa della legge elettorale poi ... si vedrà). Bella, veramente bella lezione di democrazia!

Maurizio said...

jim: vai alle impostazioni del blog. Fai clic su modello. Fai clic su "scegli nuovo modello". E scegline uno decente. :)

Anonymous said...

https://www.blogger.com/comment.g?blogID=5043006&postID=701407956646105450

Ciò che scrive il Prof.Sartori è condivisibile soltanto come stratagemma per salvare queste sinistre e il sistemaVeltroni (che sta tanto a cuore a Montezemolo, Tronchetti, Moratti e co., alle banche ed alle assicurazioni più grandi).
Ma è esattamente il contrario di ciò che vogliono la piccola e media impresa, gli autonomi ed i dipendenti del privato.