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Saturday, February 05, 2005

Radicali verso una decisione (s)contata?

Mastella scherza con Pannella e la delegazione radicaleQuanto costa anche a molti radicali, questa idea dell'"ospitalità"?

I 2/3 dei radicali "storici" non seguirebbero il movimento di Pannella & Co. verso destra. Circa 1/3 non lo seguirebbe verso gli odiati "comunisti", i vertici della sinistra responsabili della più dura conventio ad excludendum. Ma non sono questi voti già persi? Quanti di questi hanno già votato a destra o a sinistra nelle scorse elezioni? In chi rivela una ostilità tale, per Berlusconi da una parte e per i "comunisti" dall'altra, da abbandonare i radicali pur militando o simpatizzando per loro, probabilmente ha già prevalso la logica maggioritaria che suggerisce di non sprecare il proprio voto in terzi poli senza chance di successo.

Piuttosto, mi pongo una domanda che non ho sentito fare in giro: quanti elettori in questi anni, a destra come a sinistra, non hanno votato i Radicali proprio perché non schierati? Proprio chi ha sempre votato Berlusconi più contro gli altri, o chi ha votato il centrosinistra contro Berlusconi, potrebbe vedere nei Radicali finalmente schierati il volto più presentabile del centrodestra in un caso, uno slancio di liberalismo e di rinnovamento nella sinistra nell'altro caso.

In politica, si sa, di garanzie non ce ne sono. L'unica cosa garantita è, come ha fatto presente Emma Bonino, che i Radicali da anni stanno attraversando un deserto di illegalità e ad oggi la borraccia si è svuotata e le scarpe consunte. Si è trattato allora di chiedere "asilo politico" al regime per avere il "privilegio", visto che il diritto è negato, di portare al suo interno elementi di contraddizione, "contaminazioni" liberali e di legalità.

La soluzione dell'"ospitalità", concetto che implica un rapporto tra estranei, è servito per far breccia in due poli che da anni, alle prese con la loro instabilità e debolezza interna, mai hanno avvertito l'esigenza di un rapporto con i Radicali. Serve ai Radicali come garanzia di rimanere ciò che sono, di non rinunciare ad alcuna delle loro battaglie.

Dal vertice dell'area svoltosi ieri all'hotel Ergife di Roma, mi pare che si possano individuare due linee, o meglio, due approcci. Da una parte coloro che il discorso dell'"ospitalità" non l'hanno mai digerito, o che ormai l'hanno superato, i quali pendono verso uno o l'altro dei poli e hanno fatto comunque una scelta politica, di campo, di "valore". Questi approcci, Benedetto Della Vedova per un verso, Marco Cappato per l'altro, si discostano dall'analisi fatta da Pannella: l'illegalità della vita istituzionale e politica del nostro Paese è ormai un fatto compiuto, non più solo in fieri, e i due poli sono «antropologicamente» due facce della stessa medaglia.

Premessa tale analisi, i Radicali non sono lì con il bilancino per vedere chi è "meno peggio", e per esaminare le differenze di valori o programmatiche, ma chiedono "ospitalità" rispondendo a un vero e proprio «stato di necessità». Anni di lotte nonviolente e referendarie per impedire che lo Stato italiano assumesse il carattere di illegalità permanente che oggi lo contraddistingue hanno prodotto risultati impensabili, ma ora non avrebbe più senso continuare a "resistere" affinché questo stato d'illegalità non si incardini, non diventi un «connotato storico, sociale, antropologico». Esso ormai è un fatto compiuto e i due poli sono «antropologicamente» due facce della stessa medaglia. Da qui l'esigenza di «pagare i prezzi necessari, anche nobili» per cercare di «riprendere forza».

Coloro che si muovono nell'ottica dell'"ospitalità" - perché restando fuori è possibile solo offrire una presenza di "testimonianza", senza alcun peso politico - sono pronti anche a scelte "obtorto cuore", purché presentino reali possibilità di agibilità politica radicale, senza rinunciare a nessun tema. E' il caso di Marco, Emma, Capezzone e molti altri, "giovani" e "vecchi". Nessuno «scontro generazionale» tra il «padre padrone», che guarda alla CdL, e i giovani leader che guarderebbero a sinistra, come ipotizza il Riformista oggi. Né hanno fondamento le etichette attribuite su Il Foglio ("Capezzone pende verso il Cav. Bonino no, ma si defila").

Il grande slancio provocato nel centrosinistra dall'appello dei 150 parlamentari ha fatto breccia, prima nei vertici della Gad, poi nel cuore di Pannella, infine in quello di Berlusconi, riuscendo finalmente a smuovere la volontà del premier colto dalla preoccupazione della somma elettorale che i suoi avversari avrebbero acquisito. Tuttavia, il Cav. è oggi in una posizione che gli permette di sostenere un'asta al rialzo, mentre Prodi - con una leadership ancora assai debole e confusa e una coalizione che arriva costantemente in ritardo agli appuntamenti con la storia radicale - no. Ho l'impressione, il timore, che resterà comunque l'amaro in bocca per scelte necessarie ma senza troppe convinzioni.
Ha detto oggi Marco: certe scelte, come quella di andare con i partiti comunisti o di destra sono «rifiutate dal cuore, ma il cuore ha le sue ragioni che la ragione può anche non accettare. E' legittimo pensare di dover andare "là dove ti porta il cuore", ma occorre anche saper andare là dove il cuore non vorrebbe che tu andassi».

Update, 6 febbraio. Può sembrare logico che dopo la disponibilità espressa da entrambi i poli a ospitare i Radicali, debba essere Pannella a decidere, ma a ben vedere non lo è. Mentre Berlusconi si è seduto senza condizioni a un tavolo con Pannella e i Radicali per discutere le caratteristiche di questa "ospitalità", cioè il quanto e come sarà spiegata e valorizzata, esponendosi ovviamente alla riuscita o al fallimento, da parte del centrosinistra si pretende un matrimonio al buio, che l'ospite sia tirato dentro casa senza sapere cosa lo aspetti oltre la soglia. E' legittimo il timore di esporsi da parte dei vertici della Gad, ma i Radicali sono obbligati a vedere le carte di entrambi gli schieramenti prima di effettuare la scelta definitiva. Se scegliessero al buio, sarebbe facile per l'"ospitante" mangiarsi l'"ospite" in un sol boccone. A seconda di come fosse vissuta e usata oggi, l'ospitalità potrà essere o no determinante anche in vista delle elezioni del 2006.

Pannella oggi sul Corriere della Sera si rivolge ai vertici della Gad, chiedendo solo di poter «verificare praticabilità, mezzi e forme» dell'"ospitalità", così come sta facendo con Berlusconi. Importa ed è lecito sapere se si viene ospitati in «stalle» o in «suites»; se sarà data «tecnicamente la possibilità di raccogliere firme legalmente»; se saranno fissati «criteri di presenza negli spazi pubblici di informazione e dibattito»; se, insomma, l'"ospitalità" sarà spiegata, «vissuta con forza e valorizzata». Leggi
Dice oggi Capezzone: «C'è un viandante che chiede ospitalità, e gli si dice che deve "consegnarsi", senza sapere bene cosa accadrà e cosa gli accadrà, come e dove sarà o sarebbe ospitato...» Leggi

Dall'altra parte, per la leadership di tipo carismatico di Berlusconi, oltre che «per le circostanze politiche nelle quali si trova» il Cav., è certo più facile. Ma sta ai vertici del centrosinistra dimostrare che «verificare praticabilità, mezzi e forme» dell'"ospitalità" è possibile anche in una realtà, come la loro, di leadership ancora debole e confusa, che arriva costantemente in ritardo agli appuntamenti con la storia radicale.

1 comment:

CM said...

L'importante è che decisano in fretta.
Tanto penso che una scissione anche se minima sarà inevitabile.
Benedetto non andrebbe mai a sinistra, come Marco Cappato non andrebbe mai a destra.

Anche restare da soli non sarebbe sufficiente. Anche a me romperebbe assai le palle.

Ciao