Dell'"attrazione fatale" che potrebbe esercitare nel mondo arabo e musulmano una C-Span che trasmetta via satellite i lavori dell'assemblea costituente irachena che uscirà dalle elezioni del 30 gennaio scorso, ha scritto
Reuel Marc Gerecht sulla rivista neocon
Weekly Standard (
"Nascita di una Democrazia" è l'articolo già segnalato in un precedente post). Ripropongo il passaggio in cui ne parla:
«Just imagine the possibilities of pan-Arab dialogue when Iraq begins to broadcast the debates within the new national assembly... If the Bush White House were wise, it would ensure that all parliamentary debates are accessible free via satellite throughout the entire Middle East. Such Iraqi C-SPAN coverage could possibly have enormous repercussions. For just a bit of extra money, Washington should dub all of the proceedings into Persian, remembering that Baghdad's echo is easily as loud in Tehran as it is in Amman and Cairo. The president has stated that he wants to stand by those who want to stand by democratic values. This is easily the cheapest and one of the most effective ways of building pressure for democratic reform».
Oggi sul Foglio
Christan Rocca ha ripreso questi argomenti e ne ha tratto
un appello al presidente Consiglio Berlusconi per un impegno concreto che coinvolga il governo italiano.
«Ascoltare i leader eletti discutere liberamente il futuro dell'Iraq è la più potente tra le armi di attrazione di massa a disposizione dell'occidente... Berlusconi ha i mezzi, l'esperienza, la capacità e la follia necessarie e indispensabili per avviare una mega Radio Radicale televisiva che via satellite trasmetta i lavori della Costituente irachena in tutto il mondo arabo e, con traduzione simultanea, anche e soprattutto, nell'Iran sciita...»
Il bagaglio politico e ideale, le esperienze e le strutture necessarie a questa impresa potrebbero essere, se solo Berlusconi, e Fini in qualità di ministro degli Esteri, lo volessero, proprio quelle di Radio Radicale. I blog JimMomo e
michelelembo chiedono a Marco Pannella, ai vertici di Radio Radicale, a Silvio Berlusconi e a Gianfranco Fini, di studiare la fattibilità di un accordo politico che riconosca al movimento radicale e ai suoi leader responsabilità di "governo" su questo progetto, considerando competenze e buoni rapporti costruiti in anni di iniziative politiche di successo volte a promuovere democrazia e diritti umani nei Paesi arabi (si pensi solo alla
Conferenza di Sana'a nello Yemen, o alle conferenze contro le mutilazioni dei genitali femminili).
«In un mondo oppresso dalla tirannia, non c'è nulla di più rivoluzionario di un'Assemblea di rappresentanti eletti dal popolo che si riunisce per scrivere le regole della convivenza e porre le basi di uno Stato libero e democratico. Quel dibattito è esso stesso rivoluzionario. Si immagini, gentile presidente, che effetto potrebbe avere nei caffè del Cairo e nelle case di Riad la trasmissione in diretta di quei lavori costituenti. Pensi all'impatto che quelle immagini di dibattito democratico potrebbero avere su milioni di sudditi arabi e islamici oggi costretti a obbedire ai loro sovrani.
Magari potrebbe alimentare la miccia, il famoso effetto domino. I democratici e i liberali oggi costretti al silenzio saprebbero di non essere soli, i dissidenti ritroverebbero fiducia, gli scettici avrebbero di che riflettere, gli oppositori invocherebbero riforme» Leggi tutto.
Scrive oggi
Thomas Friedman sul
New York Times:
«... the way you begin to drain the swamps of terrorism is when you create a democratic context for those with good ideas to denounce those with bad ones». Leggi
1 comment:
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