Dopo la violenta e strumentale (in funzione anti-europeista?) reazione del presidente croato Mesic alle parole del Presidente Napolitano sulle foibe, adesso si viene a sapere che in modo più civile, con toni moderati, con una lettera privata inoltrata al nostro Capo dello Stato nel riserbo dei canali diplomatici, anche il presidente sloveno Drnovsek ha protestato.
Top secret il contenuto della lettera slovena, e di quella di replica, sempre privata, di Napolitano, ma sarebbe un testo duro, molto lungo e articolato.
«Non possiamo, noi croati e sloveni — ha commentato Borut Pahor, leader della sinistra — essere le vittime della riconciliazione nazionale italiana».
Parole comprensibili, visto che - come osservavo in un precedente post - nel suo "coraggioso" discorso il Napolitano ha parlato di «disegno annessionistico» genericamente «slavo», di un'Italia mutilata nella sua regione orientale», tacendo per ipocrita pudore di chiamare in causa non slavi o latini, neri o bianchi, ma i fascisti e i comunisti dell'una dell'altra parte, le forze nazional-comuniste titine.
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