«Siate radicali ma non violenti». Sta nell'appello lanciato ieri da Bertinotti ai manifestanti di Vicenza l'offensiva politico-lessicale, a cui la stampa e le tv - dalle cronache ai più attenti editorialisti, come Stefano Folli - stanno irresponsabilmente dando cassa di risonanza, per proiettare sulla sinistra comunista (vetero- o neo-) un'immagine più presentabile, più attraente.
A questa offensiva, e non alla supposta congiura anti-radicale del Corriere, Pannella e i Radicali dovrebbero prestare attenzione. Se non si può pretendere che il termine "radicale" non sia usato per indicare un atteggiamento, un comportamento, e non solo una storia e un'identità politica precisa, non si può però neanche dare per scontato che sia usato come sinonimo di estremismo e massimalismo.
La radicalità di una riforma non equivale a massimalismo. E il termine "radicale" è anche politicamente il contrario di "conservatore". E la sinistra comunista sempre più appare, nella sua identità e nelle sue politiche, conservatrice, quando non reazionaria. Dunque, non chiamateli né radicali, né nonviolenti, ma per il nome e per il cognome che loro stessi si sono scelti: comunisti e pacifisti.
2 comments:
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Nel frattempo, mentre ci si scannava tra fessi sui dico, su vicenza e simili amenità, il buono il brutto ed il cattivo continuavano imperterriti a pensare solo e soltanto ai loro affari...
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