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Friday, February 16, 2007

Angelo, non Angiolo

Giorni fa, su Il Foglio (15 febbraio), comparivano due appelli rivolti ai vescovi italiani riguardanti la nota ufficiale preannunciata dal Cardinale Ruini sul voto dei parlamentari cattolici in merito al disegno di legge sui "Dico".

Il primo appello, da parte dei cattolici democratici (prime firme Alberigo e Melloni) implorava i vescovi di non imporre ai parlamentari cattolici il rifiuto della legge sui "diritti dei conviventi" e di equilibrare le loro prese di posizione. Il secondo, chiamato "contrappello" (promosso, tra gli altri, da Ferrara, Socci e Amicone), chiedeva ai vescovi di mantenere «chiara e libera la loro impostazione di dottrina e di cultura morale in tema di legislazione familiare», ritenendo «ingiusta ogni forma di intimidazione intellettuale contro l'autonomia del pensiero religioso» e «improprio, sintomo di un uso politico della sfera religiosa», l'appello dei cattolici democratici, frutto di «un pensiero illiberale e veteroconcordatario che intende censurare con argomenti obliqui la libertà religiosa e la sua funzione sociale».

Il giorno dopo (16 febbraio) Il Foglio chiedeva ad alcuni opinionisti di commentare i due appelli. Di seguito le risposte di un editorialista del Corriere della Sera e di un radicale doc.

«[Penso] ci sia qualcos'altro, e per questo voglio prima leggere la nota che uscirà dalla Conferenza episcopale. Perché non ci si sta rivolgendo ai cattolici in generale, ma ai parlamentari, e se davvero si minacciano sanzioni in caso di voto favorevole alla legge sulle coppie di fatto, allora la questione è molto delicata perché tocca gli accordi concordatari. Io vorrei vivere in America, vorrei che non ci fosse nessun concordato, penso che la chiesa abbia il sacrosanto diritto di rivolgersi ai credenti su tutte le questioni che la toccano, e i laici che negano questo diritto non hanno capito bene che cos'è la libertà».
(Angelo Panebianco)

«E' sacrosanto quanto contenuto nel controappello, cioè che i vescovi devono mantenere chiara la loro impostazione di dottrina e di cultura in tema di legislazione familiare. E' giustissimo che occupino uno spazio pubblico nella vita della comunità, sono assolutamente d'accordo. Ma la supplica ai vescovi è decorosa, utile, accettabilissima, non è un tentativo d'imposizione ma una richiesta di attenzione, e del resto lo spazio pubblico deve anche accettare la pubblica critica».
(Angiolo Bandinelli)

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