La tesi del complotto «è suggestiva e insieme autoconsolatoria», osserva Massimo Franco, sul Corriere di oggi, ma il centrosinistra non ha che da prendersela con se stesso per quanto accaduto ieri al Senato. Si è trattato di «un maldestro pasticcio parlamentare» e dell'ennesima figuraccia politica dovuta all'«esigenza di non rompere con l'estrema sinistra», che non fa che confermare come oggi in Europa sia impossibile per una sinistra che voglia essere davvero democratica e liberale governare con i comunisti. Si possono sommare i voti alle elezioni, e anche vincerle, ma l'esito è inevitabilmente un malgoverno o un non-governo che aliena il consenso per gli anni a venire.
Segnalo la fantozziana intervista, a Radio Radicale, di Intini, tra i maggiori responsabili (purtroppo della Rosa nel Pugno) della figuraccia fatta ieri al Senato.
Bordon ha le idee chiare su quanto è accaduto: «Un errore di gestione da parte di chi ha dato indicazione di voto da parte del Governo». Cioè di quella volpe di Intini. Insomma, da un sottosegretario agli Esteri ci si aspetta maggiore accortezza. Anche se quella posizione gli fosse stata suggerita, avrebbe dovuto usare tutti gli strumenti cognitivi a sua disposizione e accorgersi della sua assurdità.
«Nel momento in cui la maggioranza vota contro un ordine del giorno che esprime parere favorevole all'operato del Governo si apre un problema politico», spiega correttamente Bordon. «Se ancora qualcosa contano gli atti parlamentari dal punto di vista formale, il Senato ha approvato l'operato del Governo. Tutto il resto è bizantinismo puro, che ci allontana dall'opinione pubblica, non è raccontabile...»
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