Pagine

Tuesday, February 06, 2007

Da Ernesto Rossi ai «volenterosi»

Ricordo più che opportuno di Ernesto Rossi da parte di Guido Gentili, sul Sole 24 Ore di oggi: «Di sinistra sì, fu Rossi. Ma anticomunista. E così liberale (e liberista temperato, tanto da definire don Sturzo un "liberista manchesteriano" dell'Ottocen­to) da non essere inquadrabile in una casella politi­ca. Con il metro di oggi potremmo definirlo un riformatore-liberale-volenteroso o un riformista blairiano ante litteram, a maggior ragione se si considera che voleva un'Europa unita modellata sull'esempio degli Stati Uniti».

Fu Ernesto Rossi a scatenare la polemica contro le responsabilità miste nell'Iri e nel capitalismo privato. Lo stato corporativo, non il "capitalismo selvaggio", fu al centro della sua analisi critica.

«E di che cosa discutiamo nel febbraio 2007?», si chiede Gentili:
«Degli incroci pericolosi tra economia e politica; di Fondo per le infrastrutture misto pubblico-privato; di controllo delle reti; di rinascita del modello Iri; di politica antitrust; di pubblica amministrazione inefficiente; di scarsa cultura del mercato; di rendite e grandi manovre finanziarie».
Fu «implacabile, Rossi, nel denunciare le commistioni tra politica ed economia, il conservatorismo dei sindacati, i socialisti... sempre a metà strada tra riformismo e massimalismo». Nel 1953 scriveva sul Mondo: «La mobilità e la libertà del lavoro sono condizioni necessarie perché tutta la manodopera possa essere impiegata a salari che eguaglino la sua produttività marginale»; «Il dinamismo economico ha un costo, ma rifiutarsi di pagare questo prezzo significa rinunciare al progresso».

Ha ragione Gentili: «Questioni attualissime», che la sinistra saprebbe affrontare meglio se l'egemonia culturale catto-comunista non avesse cancellato la memoria di personaggi come Ernesto Rossi.

1 comment:

Anonymous said...

Alle misere casse dei pannelliani di oggi sembra assai opportuno non ricordare queste analisi perfette per continuare a far vivere l'utopia prodiana da ultimi giapponesi...

Peccato per loro, però, che il tasso di coglioni in Italia sia drasticamente calato negli ultimi mesi.
E se ne accorgeranno già alle amministrative... perchè l'unico risultato possibile non è il pareggio, checchè ne dica, o ci speri, qualche illustre analista volenteroso già snobbato da chi, quasi coi libri in tribunale, adesso, dopo una catena infinita di errori tattici e strategici, cerca invano di riacchiappare qualche votarello radicale liberista e neocon...